Verona-Inter: Zelinski ritrova il gol dopo oltre un anno, Giovane pareggia con una perla, poi nel recupero la beffa: Frese condanna un Verona generoso
A volte il calcio è una questione di centimetri, di respiri trattenuti e di episodi che piegano il destino. Al Bentegodi l’Inter lo sa bene: vince 2-1 al 94’, con un’autorete che arriva quando ormai sembrava scritto un pareggio amaro. Una partita sporca, sofferta, giocata sotto la pioggia e con un Verona battagliero, che ha sfiorato l’impresa prima di crollare nel finale.
Per i nerazzurri, che inseguono il sogno scudetto e che erano reduci dal ko contro il Napoli, questi sono punti di platino. Per l’Hellas, invece, resta tanto rammarico: la prestazione era stata da squadra viva, organizzata, convinta. Ma il calcio a volte non perdona.
Un lampo di classe, un pugno di orgoglio
L’Inter parte bene, prova a imporre il suo ritmo, e trova un capolavoro tecnico che apre il pomeriggio: angolo pennellato di Calhanoglu, destro al volo di Zielinski — piatto perfetto, esecuzione splendida — e palla in rete. Un gesto da fuoriclasse. Il polacco esulta, si libera, torna al gol dopo oltre un anno. Sembra il preludio a una partita in discesa.
Ma l’illusione dura poco. Il Verona non si piega, anzi cresce con personalità, vince duelli, alza i ritmi, trascina i suoi con Giovane e Orban in versione trascinatori. E alla fine viene premiato: stop elegante di Orban, imbucata, e destro imprendibile di Giovane che si insacca all’incrocio. Perfetto, poetico, feroce. Lo stadio esplode. L’Inter trema. E nel finale di primo tempo arriva pure un palo clamoroso dei gialloblù: brivido lungo la schiena nerazzurra.
Verona-Inter: Secondo tempo nervoso, poi il finale di fuoco
Chivu rimescola le carte nella ripresa, la squadra ritrova un po’ di gamba e di coraggio. Il Verona però tiene il campo, riparte, aggredisce. Montipò salva su Dimarco, mentre dall’altra parte Sommer osserva un paio di tentativi imprecisi.
La tensione cresce, il cronometro corre, l’equilibrio sembra intoccabile. L’Hellas addirittura sfiora il colpo grosso in contropiede nel recupero. Ma il destino ha un’altra idea.
Cross dalla destra, mischia furibonda, deviazione disperata… e la palla finisce nella porta del Verona: è Frese, sfortunato oltre misura, a spingere nella sua rete. Il Bentegodi si congela, i nerazzurri esplodono, Chivu urla liberazione. È l’episodio che spacca il match e decide la gara.
Il segnale di Chivu
Non brillante, non scintillante, ma tremendamente concreta nel finale: l’Inter incassa e sopravvive, mostrando nervi saldi e quella fame da grande squadra. Il -1 dalla vetta pesa, eccome, soprattutto alla vigilia di settimane fondamentali. E vincere così, soffrendo, vale talvolta più di un 5-0 dilagante.
Il Verona, invece, esce con la consapevolezza di potersela giocare con tutti — ma anche con la sensazione amarissima di aver perso punti non meritati. Zanetti applaude i suoi, lo stadio ricambia. È una sconfitta, sì, ma con identità.
Tabellino
Serie A – 10ª giornata
Hellas Verona – Inter 1-2
Marcatori:
16’ Zielinski (I), 40’ Giovane (V), 90+ Frese (aut.) (I)
Hellas Verona (3-5-2)
Montipò; Nelsson, Bella-Kotchap, Frese; Belghali, Gagliardini, Akpa-Akpro, Bernede (73’ Niasse), Bradaric; Giovane (80’ Sarr), Orban (73’ Mosquera).
All.: Zanetti
Inter (3-5-2)
Sommer; Akanji, Bisseck, Bastoni; Luis Henrique (55’ Dumfries), Zielinski (55’ Barella), Calhanoglu, Sucic (87’ Frattesi), Carlos Augusto (66’ Dimarco); Lautaro Martínez, Bonny (55’ Pio Esposito).
All.: Chivu








