Con la prima puntata di Open VAR iniziano a emergere le nuove linee guida e gli aggiustamenti nel rapporto tra VAR e Serie A
Le prime giornate di Serie A sono state subito turbolente dal punto di vista arbitrale e l’ultima, nonché prima, puntata di Open VAR ha cercato di fare chiarezza su alcuni degli episodi più controversi, presentando il manifesto VAR e le direttive per la nuova stagione.
Gli episodi chiave delle prime tre giornate
Il primo appuntamento della trasmissione, caricato anche su YouTube da DAZN, ha visto un format leggermente rivisitato, con i soli Gianluca Rocchi e la graziosa quanto competente Federica Zille a presidiare l’incontro.
A giovare del poco affollamento in studio è stata la chiarezza, grazie all’eloquio e ai tempi di cui i protagonisti hanno potuto avvalersi per interrogarsi e chiarire ogni situazione.
Milan-Bologna: il rigore di Lucumì
Gianluca Rocchi ha analizzato il doppio contatto che Nkunku subisce in area, senza che però venga fischiata l’estrema punizione, confermando l’errore arbitrale commesso, dal momento che l’episodio meritava il rigore per il primo intervento di Lucumì, scomposto ed irruento.
Il secondo contatto sul piede, invece, non era meritevole di alcun fischio: il cortocircuito avviene in sala VAR, poiché non si prende in considerazione il primo intervento, che l’arbitro, quindi, non può rivedere una volta mandato al monitor.
Rocchi, ammesso l’errore, si sofferma su ulteriori riflessioni e implicazioni: infatti, la mancata esposizione all’arbitro del primo intervento che precedeva di pochissimo quello effettivamente analizzato, è un errore pacchiano e quasi inspiegabile.
In secundis, è anche vero che quel tipo di intervento, in cui si deve giudicare la vigoria in dinamica e non eventuali punti di contatto, dovrebbe battezzarlo il direttore di gara dal campo.
Gianluca è stato chiaro in questo caso: l’arbitro deve decidere bene sul rettangolo di gioco, non costringendo il VAR a revisioni al limite e che non sono di sua competenza.
Tuttavia, Gianluca considera, in questo caso, più grave l’errore al VAR, in quanto dispone di maggiore lucidità rispetto all’arbitro sul terreno di gioco.
Le decisioni prese dall’AIA in merito sono esemplificative: l’arbitro Matteo Marcenaro sarà sospeso un turno (o arbitrerà match minori), mentre Michael Fabbri, al VAR, salterà due giornate.
Vista la concomitanza dell’episodio con l’espulsione di Allegri, Rocchi approfitta per condannare questi comportamenti e invitare gli allenatori a una maggior collaborazione, anche di fronte all’errore.
Se si avrà sbagliato, saranno presi, come visto, provvedimenti: dunque, in campo, meglio mantenere il clima il più sereno e disteso possibile tra tutte le parti in causa.
Lecce-Milan: il gol annullato a Gabbia
Anche in questo caso si analizza un intervento che vuole fare scuola, per calciatori e allenatori.
Gabbia, infatti, segna di testa acquisendo spazio grazie a una spinta a due braccia sul difendente.
Il designatore ha spiegato che non tutte le spinte a due mani costituiscono fallo, soprattutto se lontano dal pallone, ma in questo caso la spinta di Gabbia è volontaria e interessa un giocatore che sarebbe andato a contendergli il pallone, giustificando l’annullamento del gol.
Un chiarimento importante per capire meglio la logica dietro le decisioni arbitrali in questi casi. I calciatori sono avvisati.
Sassuolo-Lazio: l’espulsione di Vranckx
Il VAR interviene e corregge l’espulsione inizialmente comminata a Vranckx da Paride Tremolada.
La peculiarità dell’episodio consiste nel fatto che, seppur l’arbitro fosse in posizione ottimale pe giudicare l’intervento, sia incappato in un errore.
Nonostante ciò, Rocchi ha rimarcato come una buona sinergia tra direttore, VAR e AVAR facciano la differenza nel rimediare a una svista.
L’arbitro va al monitor e nota come il punto di contatto tra i calciatori sia inferiore rispetto al suo giudizio, risultando come il più classico degli step on foot.
Solo giallo per Vranckx. Tutto bene quel che finisce bene.
Juventus-Inter: il gol di Adzic
Altro episodio contestatissimo è stato quello del gol di Adzic, preceduto dal contatto sospetto, per alcuni, tra Khephren Thuram e Bonny.
Viene mostrato come si è lavorato in sala VAR, mostrando le immagini che hanno visto anche gli arbitri designati.
Guardando i fotogrammi, è chiaro come sia il contatto alto (sul mento/petto di Bonny) sia quello basso (tra gli scarpini dei calciatori) siano impercettibili e insufficienti a causare la deflagrazione del calciatore interista a terra. Gol regolare.
Rocchi, senza colpevolizzare Bonny, coglie l’occasione per chiarire che ci sarà molta severità riguardo alle simulazioni, che si cercherà di disincentivare il più possibile.
Fa anche un appello ai calciatori, invitandoli a non buttarsi a terra, portando le mani al volto o simili, ad ogni contatto, poiché creano allarmismo e mettono pressione agli arbitri.
Il risultato è solo un atteggiamento controproducente che, anziché richiamare l’attenzione, porterà alla diffidenza.
VAR e Serie A: un ottimo inizio con Open Var
La puntata, una delle più riuscite da quando esiste il format, conferma il ruolo cruciale di Open VAR come strumento chiave per la trasparenza e la comprensione delle scelte arbitrali in Serie A.
Se questa è la strada intrapresa per il programma in onda su DAZN, l’obiettivo di ridurre finalmente polemiche e fraintendimenti tra tifosi e addetti ai lavori sembra farsi sempre più vicino.