Acquistato dopo una bella lotta con varie squadre di A, il Torino è andato ad acquistare il centrocampista inglese.
Come è ormai molto comune nel mondo del calcio, talvolta bastano solo poche prestazioni a creare un entusiasmo spesso eccessivo intorno ad alcun calciatori, i quali, trovandosi improvvisamente sulla cresta dell’onda, devono essere molto bravi a mantenere il giusto equilibrio per evitare di cadere subito.
Deve saperlo molto bene anche il ventitreenne inglese Tino Anjorin, fresco reduce dalla prima stagione in Italia con la maglia dell’Empoli, il quale, nonostante le buone prove fornite dal ragazzo, non è riuscito ad evitare la dolorosa retrocessione in Serie B.
Il centrocampista, infatti, da semi-sconosciuto, dopo appena ventidue presenze nel nostro campionato, è diventato improvvisamente l’obiettivo di mercato della gran parte delle compagini militanti in A, interessate, oltre alle pregevoli qualità di cui già dispone, anche e soprattutto a quelle che, forte della sua giovane età, sembra in grado di poter sviluppare.
Del ragazzo, in particolare, a piacere sono la grande forza fisica, che lo contraddistingue come “box to box”, e le buone doti tecniche che ha lasciato intravedere, utili, nella passata stagione, a regalare all’Empoli qualche sicurezza in più a livello di impostazione.
Nonostante Tino, che si chiama così in onore del colombiano Faustino Asprilla, possa ancora migliorare notevolmente sotto il punto di vista realizzativo, il Torino si è dimostrato più che convinto nell’investire su di lui e, di conseguenza, ha scelto di versare alle azzurre casse dei toscani ben quattro milioni e mezzo di euro.
Toccherà ora a Baroni, quindi, sfruttare il suo talento, inserendolo al meglio all’interno del sistema di gioco che sta architettando per la sua nuova squadra.
Anjorin nel Torino di Baroni
Sotto la guida di Roberto D’Aversa, che è riuscito a mantenere salda la panchina fino alla fine dell’annata nonostante i deludenti risultati, Tino Anjorin ha imparato a farsi conoscere come una mezzala molto solida e in grado di interpretare perfettamente il suo ruolo all’interno del 3-5-2 disegnato dall’ex allenatore del Lecce.
In quella posizione, trovandosi a dover compiere un duro lavoro sia in attacco che in difesa, il centrocampista inglese ha messo in mostra tutta la sua duttilità, dimostrandosi come un calciatore assai completo, capace di svolgere più mansioni contemporaneamente.
Marco Baroni, dunque, non dovrebbe trovare molte difficoltà nel rimediargli una collocazione in campo, ma, qualora scelga di puntare di nuovo sul 4-2-3-1 come avvenuto con la Lazio, dovrà sicuramente aiutare il giovane britannico a calarsi al meglio nei panni del mediano interditore.
Con la partenza di Ricci, infatti, Casadei rimarrebbe da solo in quella zona di campo e Anjorin, grazie alla sua poderosa forza fisica, potrebbe tranquillamente andare a ricoprire quel ruolo, arretrando di qualche metro la propria posizione sul terreno di gioco.
Nel caso in cui, invece, il tecnico fiorentino scegliesse di non snaturare troppo il calciatore, optando, di conseguenza, per il 4-3-3, allora Tino tornerebbe semplicemente a svolgere i compiti che gli venivano affidati ad Empoli, dove, come detto, il suo raggio d’azione era molto ampio.
Ovviamente, è ancora estremamente presto per ingarbugliarsi in discorsi di stampo tattico come questo, visto che il mercato è appena cominciato e il Torino è tutto tranne che una squadra completa, ma, in ogni caso, mese più o mese meno, quelle elencate sopra sono tutte opzioni che il nuovo tecnico granata dovrà di sicuro passare al vaglio.
Foto: facebook Torino FC.