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Torino, l’esonero di Vanoli è a un passo: è una buona scelta?

Torino, l'esonero di Vanoli è a un passo: è una buona scelta?

Dopo l’ennesima annata mediocre, il Torino ha scelto nuovamente di cambiare allenatore, salutando l’ex collaboratore di Conte.

C’era un tempo, lontano poco meno di un secolo, in cui l’Italia calcistica era rappresentate sostanzialmente da una sola squadra, imbattibile non solo sul territorio nazionale, ma spesso e volentieri anche su quello europeo: il Grande Torino di Valentino Mazzola, babbo dell’attaccante dell’Inter Sandrino.

Quella granata fu una compagine così forte che i giornali sportivi italiani non ci misero molto tempo a tributargli l’aggettivo di “Grande” e, anche per la tragica fine che ha avuto, questa banda di fenomenali calciatori è da sempre ricordata con un atteggiamento di enorme rispetto e altrettanta ammirazione.

Per triste e malinconico che possa essere, è innegabile che il Torino, conclusasi quella parentesi così dorata da essere stordente, non è più riuscito ad attestarsi sui livelli toccati da quella squadra, nonostante siano passati ben settantasei anni da quel maledetto 4 Maggio.

Se ciò è avvenuto lo si deve a vari motivi, primo fra tutti l’enorme concorrenza cittadina esercitata dalla storica rivale juventina, rinforzata e rinvigorita da tutto il potere economico e politico degli Agnelli, per anni la vera e propria famiglia reale italiana.

Negli ultimi tempi, però, la causa dell’astinenza di successi granata non è più rintracciabile solo in questo particolare aspetto, ma va analizzata sotto più punti di vista, primo fra tutti l’enorme difficoltà nel riuscire a mantenere nella propria rosa i migliori calciatori a disposizione.

Gli allenatori che si sono succeduti, da Ventura a Vanoli, passando per i vari Mihajlovic’ e Juric’, non hanno, quindi, potuto che tentare di fare il meglio con i giocatori in loro possesso, calando, però, drasticamente le aspettative riguardo agli obiettivi maggiormente prestigiosi.

La stagione di Vanoli

Il Torino che concludeva la scorsa stagione al nono posto, dopo aver a lungo lottato per centrare l’ultima piazza disponibile per la Conference League, aveva lasciato a tutti la sensazione di essere una squadra in rampa di lancio, pronta, con determinati aggiustamenti, a giocarsi davvero un accesso per qualche competizione europea.

Per il dopo Juric’, ritenuto non più adatto a guidare il progetto granata, Urbano Cairo, durante la scorsa estate, scelse Paolo Vanoli, reduce dalla brillante promozione appena ottenuta con il Venezia, alla guida di cui aveva dimostrato di aver appreso da Antonio Conte numerose importanti nozioni.

La scelta dell’allenatore, però, non fece impazzire l’ambiente torinista, il quale si scandalizzò ancora di più quando, poco prima dell’inizio del campionato, due pilastri della stagione precedente e potenzialmente di quelle future, quali Buongiorno e Bellanova, lasciarono il capoluogo piemontese.

L’imputazione maggiore rivolta al presidente fu quella di non imporsi mai per tenere i propri giocatori migliori, lasciandoli partire senza sostituirli adeguatamente.

In questo clima da guerriglia, Vanoli, sorprendentemente, seppe trovare un assetto assai interessante per la sua squadra, la quale, nelle prime giornate, stupì tutti gli addetti ai lavori, issandosi, addirittura, alle prime posizioni della graduatoria.

Con l’infortunio di Zapata e il conseguente disgregamento delle alchimie trovate fino a lì, la stagione granata ha vissuto una difficoltosa fase di assestamento, prima di riaggiustarsi, tramite alcune modifiche tattiche e acquisti come quello di Casadei, e guadagnare anche la colonna di sinistra.

Sicuro della salvezza e, altrettanto, dell‘impossibilità di combattere per un posto in Europa, Vanoli ha tirato un po’ il freno a mano nelle ultime giornate e, stando a sentire gli ultimi rumors, sarebbe stato proprio a questo ad accendere l’ira di Cairo, infuriato per essere scivolato nella parte destra della classifica.

Torino, sei sicuro?

Una delle maggiori lamentele dei tifosi del Torino negli ultimi anni è stata quella riferita all’incapacità della dirigenza granata di strutturare un progetto duraturo e in grado di non spezzarsi alla prima difficoltà, forte di una qual certa stabilità.

E’ inutile dire, dunque, che, evidentemente, i torinisti non hanno saputo accontentare questa richiesta, se è vero che, negli ultimi cinque anni, gli allenatori sedutisi sulla panchina dei piemontesi sono stati ben quattro.

L’ultimo di questa serie, poi, era, probabilmente, anche l’unico che, cercando di fare il meglio con le risorse a sua disposizione, si stava avviando al cominciamento di un certo percorso, basato su delle fondamenta tattiche ben stabilite e dei calciatori le cui qualità sembravano assolutamente degne del Torino.

Osservando solo i risultati ottenuti, che non potevano che essere magri viste le cessioni, gli infortuni e il fatto che ci si trovasse al primo anno di un processo di rifondazione, Cairo, invece, ha scelto di non portare pazienza, andando, probabilmente, ad esonerare Paolo Vanoli.

Il pensiero del sottoscritto, come forse si sarà intuito, è estremamente dubbioso riguardo a questa scelta, se è vero che, a questo punto, va aprendosi una nuova fase di ricostruzione per i granata, i quali, invece, avevano avuto la fortuna di aver trovato un allenatori su cui, con pazienza, investire.

Purtroppo, però, il saper aspettare e, soprattutto, la lungimiranza sono due qualità assai rare nel mondo di oggi, specialmente in quello del calcio, nel quali solo in pochi, evidentemente, sono riusciti a comprenderne l’importanza.

Foto: facebook Torino FC.

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