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Torino, il ritorno di Zapata crea degli equivoci: cosa farà Baroni?

Torino, come cambia la squadra.

Abituato a giocare con un’unica punta centrale, il nuovo allenatore del Torino dovrà scegliere che assetto utilizzare in terra piemontese.

L’annata appena vissuta da Marco Baroni, sessantaduenne nativo di Firenze, ha conosciuto degli incredibili ed inaspettati alti e dei profondissimi e sconfortanti bassi, che, nonostante il bel gioco espresso per larghi tratti della stagione, gli sono costati la panchina della Lazio dopo una sola stagione.

Il presidente Lotito, infatti, nonostante per tutta la prima parte dell’annata i biancocelesti abbiano superato tutte le aspettative, attestandosi fra le prime della classe in campionato e guadagnandosi, contro tutti i pronostici, la testa della graduatoria in Europa League, ha scelto di esonerare il toscano a causa del mancato accesso alle competizioni europee del prossimo anno.

Questo deludente risultato, materializzatosi a sorpresa dopo la brutta sconfitta casalinga contro il Lecce all’ultima giornata, è maturato durante tutto il girone di ritorno, quando, complici numerosi infortuni e un conseguente calo di forma generale, la Lazio è arrivata molto stanca alla fine del campionato, andando a sciupare quanto di buono fatto inizialmente.

La bellezza e l’efficacia della squadra dei primi mesi, però, non potevano essere dimenticate e, di conseguenza, Baroni è riuscito immediatamente a sedersi su un’altra prestigiosa panchina di Serie A grazie all’investitura del suo presidente, che sogna di rivedere finalmente il Torino in Europa.

L’impresa si prospetta sicuramente ardua, visto che, oltre che con una rosa da rinforzare senza alcun dubbio per poter competere con le prime della classe, Marco dovrà fare i conti anche con una controversia tattica che, in seguito al ritorno di Zapata, rischia di infiammarsi, andando a danneggiare l’intera banda piemontese.

Il sistema di Baroni

E’ risaputo che molti allenatori, per quanto intelligenti e capaci di leggere alla perfezione le varie situazioni che il campo gli offre, non amino particolarmente variare il loro sistema di base.

L’assetto preferito da Marco Baroni, per esempio, in questi anni si è dimostrato essere l’offensivo 4-2-3-1, il quale tende a favorire un gioco veloce e fondantesi sulle corsie laterali del campo, dove, disponendosi così in campo, si hanno ben due calciatori per fascia.

Fino a che Nuno Tavares non ha iniziato a soffrire a livello muscolare, la Lazio ha prosperato quest’anno, potendo contare, sulla fascia sinistra, sia dello strapotere fisico del portoghese che della tecnica di Mattia Zaccagni, dimostratosi il vero e proprio trascinatore dei biancocelesti.

L’intenzione del toscano per questa stagione, dunque, almeno in partenza, sembrava quella di adottare questo modulo, peraltro familiare anche agli stessi giocatori del Torino, senza variare moltissimo a livello tattico, in attesa degli acquisti del calciomercato.

Il colpo più grande e impattante, però, i granata potrebbero già averlo fatto: Zapata ha rinnovato fino al 2027, confermando la sua intenzione di tornare ad essere, appena guarito dal brutto infortunio al legamento crociato, il punto di riferimento dell’attacco piemontese.

Lo scozzese Che Adams, tuttavia, in assenza del colombiano ha dimostrato di essere un ottimo attaccante, perfettamente a suo agio, nonostante un fisico sicuramente meno dominante del collega, nelle vesti di unica punta centrale.

Metterlo in panchina per fare spazio al rientrante Zapata, di conseguenza, appare molto complicato e, per questo, Baroni dovrà essere bravo a studiare una formula che ne permetta la coesistenza, qualora non voglia operare una scelta netta, “panchinando” uno dei due.

Le variabili tattiche del Torino

A voler essere onesti, il 4-2-3-1 non sarebbe un modulo che escluderebbe in toto la presenza di Adams dal campo, se è vero che, nello stesso modo in cui ha modificato la posizione di Dia nell’ultima stagione, Baroni potrebbe seriamente pensare di schierare lo scozzese alle spalle di Duvan.

In questo modo, però, Vlasic’ risulterebbe sacrificato, così come la prolificità di Che, la quale, rivelatasi una delle sue doti migliori, andrebbe ad oscurarsi a causa del pressante compito di rifinitore affidato al britannico.

Una possibile scelta di Marco per provare a far coesistere i due attaccanti, dunque, potrebbe risiedere nel ritorno al 3-5-2 con cui Vanoli aveva iniziato la stagione e che, fino all’infortunio del colombiano, aveva dimostrato di poter essere una soluzione tattica molto efficace per i granata.

Qualora, invece, non volesse perdere la sua amata difesa a 4, il toscano potrebbe puntare sul 4-3-1-2, aggiungendo un altro centrocampista in mediana di fianco a Ricci e Casadei, la cui presenza il prossimo anno, tuttavia, è minacciata dall’interesse di numerose big del nostro campionato.

Ovviamente, poi, ci si deve ricordare di come sia più che probabile che sul mercato arrivino dei rinforzi, le cui caratteristiche potrebbero far scattare una scintilla nella testa del tecnico di Firenze, il quale, a quel punto, sarebbe definitivamente in grado indirizzare il Torino verso un progetto tattico ben preciso.

Solo il tempo potrà darci una risposta e, di conseguenza, non ci resta che attendere di comprendere in quale maniera Marco Baroni proverà a trovare il bandolo di questa matassa.

Foto: facebook Torino FC.

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