Stankovic, l’ex tecnico dell’Inter lascia la panchina del club di Mosca dopo una conferenza esplosiva: accuse alla stampa e un finale da film
È finita nel modo più turbolento l’avventura di Dejan Stankovic sulla panchina dello Spartak Mosca. Dopo settimane difficili, tra risultati deludenti e tensioni crescenti con la società, l’ex bandiera dell’Inter ha deciso di rassegnare le dimissioni, ma lo ha fatto a modo suo: con uno sfogo furioso in tre lingue, davanti ai giornalisti, che ha scosso il calcio russo e attirato l’attenzione internazionale.
Il comunicato ufficiale del club, arrivato poche ore dopo la conferenza, ha confermato l’addio. “Lo Spartak ringrazia Dejan Stankovic per l’impegno e la professionalità dimostrati durante la sua permanenza e gli augura il meglio per il futuro”. Parole di rito, dietro le quali si nasconde però una frattura insanabile.
Un addio nell’occhio del ciclone
Il punto di rottura è arrivato dopo l’ennesimo pareggio in campionato, un 1-1 casalingo contro il Krylya Sovetov, che ha lasciato i tifosi esasperati e la squadra fuori dalle zone europee. Durante la conferenza post-partita, Stankovic ha perso la calma dopo una domanda giudicata “provocatoria” da un giornalista locale, che lo aveva accusato di “aver perso lo spogliatoio”.
L’ex centrocampista serbo ha reagito d’istinto, rispondendo prima in serbo, poi in inglese e infine in italiano: “Io non ho mai perso uno spogliatoio in vita mia. Se qualcuno lo pensa, non mi conosce. Io rispetto i miei giocatori, e loro rispettano me”. Toni accesi, sguardo duro e microfono sbattuto sul tavolo prima di lasciare la sala stampa tra lo stupore generale.
Tensione crescente con il club
Dietro lo sfogo, però, si nasconde una crisi più profonda. Da settimane i rapporti tra Stankovic e la dirigenza dello Spartak si erano incrinati. Alcune scelte tattiche, unite a un mercato estivo poco soddisfacente, avevano indebolito la posizione del tecnico. La sconfitta nel derby con la Dinamo Mosca e le difficoltà nella gestione di alcuni senatori dello spogliatoio hanno fatto il resto.
Secondo fonti interne, l’ex tecnico della Sampdoria aveva già manifestato la volontà di lasciare dopo la pausa per le nazionali, ma la situazione è precipitata in fretta. Le dimissioni, ufficializzate poche ore dopo lo sfogo, sono state accettate immediatamente dal club.
Le parole di Stankovic
Poco dopo la conferenza, il tecnico ha pubblicato un breve messaggio sui propri profili social, confermando la sua decisione:
“Ringrazio i tifosi dello Spartak, una tifoseria passionale e piena d’amore per il calcio. Ho dato tutto me stesso, ma quando non c’è più sintonia è giusto fermarsi. Vado via con la coscienza pulita e con rispetto per chi mi ha dato fiducia.”
Una dichiarazione sobria e malinconica, molto diversa dal tono esplosivo della conferenza stampa.
Il bilancio dell’esperienza a Mosca
Arrivato sulla panchina dello Spartak nel novembre 2024, Stankovic aveva iniziato con entusiasmo, riportando ordine e intensità a una squadra che sembrava smarrita. Dopo un buon girone d’andata, però, i risultati hanno iniziato a calare. La squadra ha faticato a trovare continuità, alternando buone prestazioni a crolli inattesi.
In 32 partite ufficiali, Stankovic lascia con un bilancio di 13 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte, ma soprattutto con la sensazione di non aver mai trovato il giusto equilibrio tra il suo carattere focoso e le esigenze di un ambiente complicato come quello moscovita.
Il futuro: Italia o una nuova sfida estera?
Difficile immaginare un Stankovic lontano dai campi per troppo tempo. Secondo indiscrezioni vicine al suo entourage, l’ex allenatore della Stella Rossa sarebbe già nel mirino di alcuni club italiani di Serie A e B, affascinati dalla sua grinta e dal suo stile diretto.
Un ritorno in Italia non è da escludere, anche perché Stankovic ha mantenuto un legame forte con il nostro calcio. “L’Italia è casa mia — aveva detto pochi mesi fa —, ma ora ho bisogno di respirare e ricaricare le energie”.
Stankovic, un addio da vero “guerriero”
Dejan Stankovic lascia lo Spartak così come aveva vissuto la sua carriera: a testa alta, con il fuoco negli occhi e la passione nel cuore. Il suo addio segna la fine di un capitolo complicato, ma anche l’ennesima dimostrazione di un carattere indomabile.
Chi lo conosce sa che non resterà fermo a lungo. Dopo Mosca, il guerriero serbo è pronto a ripartire. E, come sempre, lo farà alla sua maniera: senza paura e senza rimpianti.






