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Roma, la sfida con l’Atalanta è decisiva: come giocarsela

Roma, come giocarsela contro l'Atalanta.

Valevole per la terzultima giornata di campionato, quello di lunedì sera sarà uno snodo cruciale per le ambizioni della Roma.

Con l’abbastanza inaspettata sconfitta di ieri sera del Bologna, il quale, dopo l’ennesima rete di Riccardo Orsolini, si è spento malamente di fronte ad un Milan più volitivo e convinto, in attesa di conoscere il risultato della sfida fra Lazio e Juventus, la Roma di Claudio Ranieri non può che guardare al decisivo scontro diretto di Bergamo come ad un’importante occasione per rendere maggiormente realizzabile la qualificazione europea.

Vincere nello sfavillante e rinnovato fortino (mica tanto, guardando i risultati) orobico, significherebbe, non a caso, compiere un deciso passo verso il quarto posto, che, se i bianconeri di Tudor non dovessero vincere a Capitale, diverrebbe giallorosso.

L’attenzione nei confronti della trasferta di lunedì, in casa Roma, non può, quindi, che essere assolutamente ai livelli più alti, se è vero che, con grande probabilità, proprio da quei novanta minuti passerà gran parte della riuscita dell’incredibile rimonta condotta fino ad ora da Soulé e compagni.

Il traguardo è vicino e, qualora tutto andasse per il verso giusto durante questa trentaseiesima giornata di campionato, il destino tornerebbe nelle mani dei romanisti, i quali, trionfando contro Milan e Torino, diverrebbero matematicamente sicuri della qualificazione alla massima competizione europea.

E’ ancora troppo presto, però, per programmare il futuro: prima, difatti, occorre necessariamente pianificare la strategia di battaglia da proporre in terra lombarda, dove il valente condottiero Claudio Ranieri dovrà decidere se lanciare i suoi legionari all’attacco oppure imporgli di tenere un atteggiamento difensivo, al riparo dietro ai propri scudi.

Roma, doppia punta…

Nelle ultime gare, proprio quando quest’ultime moltiplicavano esponenzialmente il proprio peso specifico, Claudio Ranieri ha improvvisamente deciso di mettere da parte ogni tipo di indugio, dando ascolto al suo istinto e dando svariate possibilità da titolare a Eldor Shomurodov, senza rinunciare contemporaneamente alla presenza dell’altra torre offensiva ucraina.

Se ciò è potuto accadere, però, gran parte del merito va sicuramente attribuito anche a Mati Soulé, il quale, riciclandosi da esterno destro, ha garantito la stabilità che, con un assetto più offensivo rispetto all’abituale 3-4-2-1, rischiava di andar persa.

Le gare contro Inter e Fiorentina, entrambe vinte di “corto muso”, ma meritando i tre punti finali, hanno, quindi, dimostrato che, anche al cospetto di avversarie pericolose offensivamente, la Roma può tranquillamente giocarsela in maniera più spregiudicata, senza rinunciare ad uno dei due centravanti a sua disposizione.

Ecco che, dunque, in vista della trasferta in casa della squadra probabilmente più temibile in zona gol, il mister di Testaccio potrebbe scegliere di continuare a cavalcare questo assetto tattico, fidandosi dell’ambivalenza di Soulé e Angelino sulle due fasce, oltreché del prezioso lavoro di pressione esercitato dall’attaccante uzbeko.

L’assenza di Pellegrini, che a San Siro era piaciuto nelle vesti di mezzala/trequartista, però, complica un po’ i piani di Claudio, che, di conseguenza, qualora volesse veramente scendere in campo con il 3-5-2, dovrebbe affidarsi alla verve di Pisilli, perdendo un po’ dell’estro del suo capitano.

Ciò cambierebbe, invece, se il mister di Testaccio scegliesse di tornare ad indossare il 3-4-2-1 che, da Novembre a metà Aprile, ha fatto la gran parte delle sue fortune.

… o ritorno alle origini?

Ad Aprile dello scorso anno, quando la Roma di DDR bloccò il Milan sia all’andata che al ritorno degli importantissimi quarti di finale di Europa League, il pericolo principale su cui i giallorossi si concentrarono di più era indubbiamente la fascia di competenza di Leao e Theo, dalla quale, solitamente, tendevano a provenire i pericoli più grande.

Scegliendo di snaturare in fase di non possesso il suo 4-3-3, l’allenatore di Ostia affidò i due corridori rossoneri alla cura di El Shaaraway e Celik, i quali, con grandissimo spirito di sacrificio, fecero un ottimo lavoro su entrambi, limitandoli clamorosamente.

Visto che l’Atalanta di Gasp, forte di uomini di gamba come Zappacosta, Bellanova, De Ketelaere e Lookman, punta molto sulle fasce laterali, riproporre, con le dovute variazioni, quell’assetto, potrebbe non essere assolutamente una follia.

Tornando a schierarsi con il 3-4-2-1, infatti, magari con El Shaarawy come trequartista di sinistra, la Roma, in fase difensiva, si trasformerebbe perfettamente in un 4-4-2 in cui Soulé sarebbe esentato da particolari compiti di ostruzione, risparmiando parte delle sue energie.

Angelino tornerebbe a fare il terzino puro, così come Celik, mentre Saelemakers e il Faraone ritornerebbero a schierarsi sulla linea mediana del campo, lasciando tra loro i soli Koné e Cristante, deputati di prendersi in carico in marcatura praticamente ad uomo i propri colleghi atalantini.

Parlare solo in maniera teorica e esternamente all’ambiente giallorosso è sicuramente troppo facile, ma, personalmente, questa idea, nonostante sia sicuramente più difensivista rispetto a quella enunciata nel primo paragrafo, potrebbe rappresentare davvero un’alternativa assai accattivante per la banda giallorossa.

Dalla Storia, infatti, non si può che imparare.

Foto: facebook AS Roma.

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