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Roma-Inter 0-1: la Lupa ferita ringhia ma non morde

Roma-Inter 0-1
Foto: Shutterstock

Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo Er Punto – Tutto l’accaduto e quel che resta da capire fra le mura giallorosse

Roma-Inter 0-1. Questo il risultato maturato all’Olimpico dopo una partita divertente e dai ritmi galoppanti, nonostante l’esito non sorrida ai giallorossi. Le scelte iniziali di Gasperini, insieme al primo tempo e al gol ceduti ai nerazzurri, insidiano del malcontento tra i romanisti che vedono soccombere la propria squadra ogniqualvolta è chiamata a un salto di mentalità. Ma non è tutto così semplice e lineare e, dopo l’assenza, ci pensa Famo Er Punto a rimettere ordine.

Il sunto della partita

All’Olimpico l’atmosfera era quella delle romantiche notti italiane, con le canzoni di Antonello Venditti a scandire l’avvicinamento progressivo all’inizio del match.

L’incantesimo si spezza bruscamente al 6′ minuto, quando Barella fende la linea difensiva romanista, imbucando Bonny che imbocca l’autostrada che lo porterà al vantaggio nerazzurro.

Chiaro il cortocircuito giallorosso: il piano partita prevedeva che Konè si occupasse della prima pressione su Calhanoglu e Hermoso si staccasse dalla linea difensiva per schermare, di volta in volta, le avanzate degli altri centrocampisti, Barella in particolare.

In questa occasione Hermoso è in netto ritardo sul sardo, il quale ha il tutto il tempo di apparecchiare il gol, sfruttando lo spazio svuotatosi alle spalle dello spagnolo. Sulla linea difensiva Ndicka, e di conseguenza Celik, tentano tardivamente di mettere Bonny in fuorigioco, anziché assorbire e accompagnare il suo attacco all’area.

A concludere la sequela di errori l’intervento di Svilar, comunque non semplice, ma goffo per il livello a cui ci ha abituati.

La Roma riuscirà a reagire e imporsi definitivamente solo nel secondo tempo, nel quale schiaccerà l’Inter nella propria aria, cosa alla quale non è avvezza, non riuscendo però a trovare il gol.

Nonostante ai punti il pareggio parrebbe il risultato più giusto, nel finale i nerazzurri legittimano il vantaggio con un palo di Mkhitaryan e un paio di ripartenze sciupate.

Le scelte iniziali e le critiche

Tantissime le critiche dei tifosi romanisti e degli addetti ai lavori per la formazione iniziale schierata da Gasperini.

Infatti, l’assenza forzata di Angelino per alcuni avrebbe innescato un domino di scelte sbagliate nell’11 scelto dal tecnico.

Hermoso torna a sinistra sul proprio piede, Ndicka finisce a destra, Celik gioca esterno destro, Wesley a sorpresa è sulla fascia sinistra, mentre Dybala agisce da falso nueve.

Sembrerebbe tutto frutto di un miraggio di Gasperini nell’inseguire delle scelte ideologiche forzatamente ricercate per una partita troppo importante per gli esperimenti.

Tuttavia l’allenatore, in virtù del comunque ottimo e carismatico secondo tempo, nel post partita non rinnega le proprie scelte e imputa la sconfitta a cause altre:

“Abbiamo preso un bruttissimo gol dopo pochi minuti, ha messo l’Inter nelle condizioni migliori per fare la gara che voleva e noi in quelle peggiori per fare la nostra […] Per puntare in alto una squadra, quando le partite si mettono male, deve avere nelle sue corde la capacità di raddrizzare la partita e almeno non perderla, perché oggi non ci stava di perderla ed è un peccato. Questa è una cosa che dobbiamo migliorare, su cui crescere e lo possiamo fare”.

L’inversione Hermoso-Ndicka

Sullo slittamento di Hermoso e Ndicka, rispettivamente a sinistra e a destra, e sull’uscita in pressione dello spagnolo, il mister ha risposto così:

Ndicka e Hermoso sono due mancini e preferivo fosse Hermoso a uscire alto; uno doveva giocare da quella parte, ma non c’entra niente nel gol e il resto“.

Nelle ultime partite Hermoso aveva giocato bene a destra, ma in realtà Gasperini contro l’Inter non ha fatto altro che riportarlo nel suo ruolo originale con una specifica richiesta, come per tutti gli altri giocatori in campo. Nulla di troppo cervellotico.

La scelta di Ndicka è effettivamente originale, ma probabilmente nelle intenzioni era ritenuto, per caratteristiche, maggiormente in grado di assorbire le avanzate di Dimarco & Co. sulla fascia sinistra.

Sulla difesa e sul gol subito

G: Ha funzionato bene la difesa, anche Celik e Wesley […] Non abbiamo mai fatto il fuorigioco in questo modo, probabilmente a inizio partita non c’era la misura giusta“.

Dybala falso nove

Gasperini ha giustificato la scelta lasciando intendere di aver preferito in primis i giocatori con cui ha potuto lavorare da vicino in queste settimane; secondariamente la decisione è stata puramente tecnico-tattica, spiegando come ritenesse che tre palleggiatori come Dybala, Pellegrini e Soulè potessero mettere in difficoltà l’Inter.

Credo che la differenza sia stata nelle conclusioni, nel tiro; ci siamo arrivati vicino diverse volte, ci è mancata la forza, la precisione, perché l’inerzia della gara era molto buona”.

A riguardo le statistiche inverano le parole del Gasp. Ben 11 tiri da dentro l’area per la Roma, ma solo 5 nello specchio della porta.

I giallorossi sono riusciti anche a stanziarsi nella metà campo nerazzurra con coraggio e sostanza: 87 % di passaggi riusciti rispetto ai tentati, 77 quelli riusciti nell‘ultimo terzo di campo e 212 i palloni giocati in avanti rispetto ai 129 dell’Inter.

Il possesso palla, poi, è dei giallorossi (56 %) e sono 5 le parate di Sommer rispetto alle 2 di Svilar.

12, in totale, le occasioni create. Forse trovato, allora, il motivo per cui Gasperini ha snobbato l’appuntamento col patibolo capitolino.

Riflessioni sui singoli

Ndicka

La prestazione di Ndicka è stata la più discussa.

Sul gol non assorbe il movimento, ma tenta la trappola dell’offside. Riesce effettivamente a mettere in fuorigioco il diretto avversario, Bonny, ma non considera chi sta alle sue spalle, ovvero Celik, il quale, pur ritraendosi più celermente possibile in reazione al movimento del compagno, non fa in tempo a tagliar fuori l’attaccante.

Oltre a questa scelta discutibile tanti i passaggi sbagliati e un giallo che contribuirà nella decisione di Gasperini di sostituirlo al 55′ minuto.

Quella di Ndicka non è certo una bella prova, ma a sua discolpa bisogna considerare la continuità che il ragazzo ha avuto in questi anni e il fatto che il 14 ottobre fosse a Ebimpé in Costa d’Avorio per giocare Costa d’Avorio – Kenya ed è comprensibile un po’ di stanchezza mentale.

Svilar

L’asticella che il portiere ha portato in altissimo fa leggere il suo intervento a tu per tu con Bonny come un errore, quando per un altro portiere sarebbe ammissibile quel tiro ravvicinatissimo che gli scivola sotto il braccio.

Nel resto della partita è il solito Svilar e nel secondo tempo su una conclusione simile, forse memore del gol subito, copre bene il proprio palo sul tentativo di Dumfries.

Dybala

La scelta di Paulo dal primo minuto non ha premiato del tutto, non avendo, per l’ennesima volta, portato l’argentino a incidere in un big match.

Ritenuto più in condizione di Ferguson e Dovbyk, entrambi impegnati con le nazionali nella sosta, è ancora a quota zero gol segnati in stagione.

Persiste quindi la sensazione che possa essere decisivo subentrando piuttosto che cominciando dall’inizio. I discorsi per il rinnovo del contratto auspicato dall’agente oggi sembrano molto lontani.

Hermoso

Mario è stato aspramente criticato per la sua apparizione di sabato sera, ma il giudizio è probabilmente inquinato dall’occasione del gol.

In realtà è uno dei più fedeli e devoti interpreti del gioco di Gasperini: non si spaventa degli spazi vuoti alle spalle e di quelli da riempire con lunghe corse; ha il coraggio, la tempra e l’atletismo giusto e la sua applicazione e voglia di rinnovarsi non sono scontate per un classe 1995.

Le controindicazioni ci sono, e anche se la sua avanzata su Barella era fuori tempo, l’errore è di sistema, non del singolo.

Al termine della partita, infatti, Gasperini difende lo spagnolo:

Hermoso ha fatto bene a uscire così alto. Non bisognava fare il fuorigioco, non avevamo preso le misure”.

Celik

Anche la posizione di Celik nei quattro di centrocampo è stata contestata, ma anche in questo caso ci si scorda facilmente come, qualora abbia senso parlare ancora di posizioni definite, quello di terzino/quinto fosse il ruolo a cui era sempre stato maggiormente predisposto e per il quale è stato acquistato.

Sul gol è forse il meno responsabile e per il resto la sua partita è in linea con le ultime apparizioni. Tanta corsa (11.610 Km, come sempre secondo solo a Cristante) e sostanza.

Manca ancora la rifinitura, ma dei miglioramenti persistono a rivelarsi: 13 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo, 4 cross effettuati e 40 i passaggi totali riusciti.

Wesley

Scetticismo anche per la scelta di Wesley come esterno sinistro, ma in realtà la mossa ha mostrato dei risultati e la prestazione del brasiliano è stata anche migliore di quelle viste sulla fascia destra, pur permanendo le medesime deficienze.

Puntuale, si propone sempre con forte inerzia sulla sinistra, potendo anche rientrare nel campo e usare il piede forte, situazione tanto agoniata e alla quale questa trovata potrebbe sopperire.

Mancano ancora il coraggio nei dribbling e la precisone nei servizi, ma la sua gara è stata convincente: 4 cross, 10.933 Km percorsi e perpetua proposizione per raccogliere i passaggi dei propri compagni.

Ziolkowsky

Subentrato a Ndicka al 55′, gioca il suo spezzone più lungo da inizio stagione. Il cliente è uno scomodo e altrettanto giovane Pio Esposito.

Un giallo evitabile, una tracotanza fisica ancora da incanalare al meglio e una massa muscolare da incrementare, ma le apparizioni del ragazzo lasciano pensare che prima o poi possa anche guadagnarsi una maglia da titolare.

Grande tempismo e forza negli interventi, a cui aggiunge una prestanza e una cattiveria il limite delle quali può essere solo il loro abuso.

Bailey

Nessuno si aspettava di veder giocare Leon: Gasperini in conferenza aveva detto che sarebbero state necessarie una o due settimane.

Invece, a sorpresa, Gasp lo butta in campo al 74′, senza che abbia mai ancora svolto un intero allenamento con la squadra.

Subito frizzante, accende un piccolo brilluccichio negli occhi dei romanisti che non hanno più memoria di un giocatore di questa gamba e questo estro funambolico.

Dopo pochi secondi intraprende una danza tra le maglie interiste, tra cui sguscia innescando un boato spontaneo dell’Olimpico.

Nulla di fatto alla fine, ma Bailey, agendo prima sul fronte sinistro e spostandosi poi sulla destra, ha fatto intravedere le ricercate variabili che potrà immettere.

Così il mister su di lui:

Bailey ha avuto ieri il placet dei medici, penso abbia fatto due mezzi allenamenti. Lo dovremo scoprire…è tanto tempo che non gioca una partita, però degli spezzoni può farli sicuramente e credo che le sue caratteristiche ci torneranno molto utili“.

Equilibrio

Forse le tante critiche ricevute si sarebbero tramutate in elogi se il risultato, probabilmente meritato, fosse stato un pareggio o una vittoria.

La Roma ha da migliorare e i difetti sono noti, non era necessaria la partita con l’Inter per evidenziarli e probabilmente si slegano dalla formazione iniziale, anche se l’allenatore deve essere giudicato come tutti.

Sabato i tifosi hanno accusato una sconfitta, ma a differenza di molti precedenti contro i nerazzurri, hanno potuto assistere innanzitutto a una partita di calcio, divertente e nella quale entrambe le squadre hanno provato a farsi del male, dimostrandosi non così disparate l’una dall’altra.

Soprattutto la reazione e il carisma della squadra del secondo tempo devono essere interpretati come sintomi salutari, poiché problemi atavici della Roma sono la fragilità mentale e la propensione a sfaldarsi quando passa in svantaggio.

Gli orizzonti

Gasperini non nasconde il rammarico, che però non è delusione, ma consapevolezza che probabilmente si sarebbe potuto ottenere qualcosa in più.

L’orizzonte che, grazie all’ottimismo che il lavoro gli infonde, vede stagliarsi davanti a lui, non è grigio e tempestoso, ma verde e florido.

G: “Esco da questa partita molto dispiaciuto per il risultato, perché sinceramente non ci sta, però anche molto fiducioso che faremo bene, perché abbiamo varietà, stiamo recuperando più giocatori, soprattutto in attacco possiamo avere più soluzioni. […] Usciamo con più convinzione perché ci siamo misurati contro una delle migliori squadre in Italia e in Europa. Quando finiscono i 90 minuti e la prestazione è questa significa che puoi ripeterla, anzi forse come qualità la puoi migliorare, Intensità, forza, carattere e personalità sono tutte componenti che i giocatori hanno messo, e se le metti in questa partita vuol dire che le hai e le puoi replicare“.

In attesa di Roma-Viktoria Plzeň di giovedì e del nostro prossimo appuntamento, questi tutti i topoi del weekend giallorosso, sezionati e dispiegati su Famo Er punto, la rubrica romanista di Calciosport.com.

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