Dopo il grande finale di stagione di Soulé, per la Roma è tempo di capire se sarà possibile riproporre la coppia “albicelestial”.
La stagione della Roma, come abbiamo detto più volte in questo sito negli articoli dedicati alla compagine giallorossa, ha vissuto una profondissima discesa agli Inferi e, dopo l’arrivo di Ranieri, un’altrettanto ripida risalita verso i piani alti della classifica, così tanto vertiginosa da sfiorare anche il traguardo di inizio campionato, ossia la qualificazione alla Champions League.
Una logica conseguenza di tutto ciò, che, per dirla alla Kant, rappresenta un giudizio sintetico a priori, in grado, cioè, di non aggiungere niente rispetto a quanto detto, è come i protagonisti di questa rapida inversione di marcia siano stati gli stessi calciatori, capaci di migliorare improvvisamente la propria stagione, fino a quel momento fallimentare.
L’annata di Matias Soulé è una perfetta dimostrazione di tutto ciò: partito con enormi attese sulla propria schiena, nella prima parte di campionato finì per deluderle, non riuscendo a trovare lo spazio che pensava di ottenere, prima di, sotto la guida di Ranieri, tornare a giocare un calcio di altissimo livello, prendendo sulle spalle l’intera squadra in assenza di Paulo Dybala.
Se il talento di Mar del Plata è riuscito in questa impresa, chiaramente, oltre alle sue doti naturali, lo si deve alla bravura del Sor Claudio, che ha saputo fargli comprendere come fosse del tutto necessaria anche una maggiore applicazione in difesa, utile a rendere l’argentino schierabile anche come esterno destro a tutta fascia.
Grazie a ciò e alla necessaria applicazione di Mati, la Roma ha potuto proporre un assetto più offensivo, risultato decisivo in varie gare, andando a risolvere la controversia tattica che aveva animato l’inizio della stagione giallorossa.
L’iniziale dilemma della Roma
L’avvio di stagione della Roma, come ricordato anche sopra, non è stato assolutamente positivo, se è vero che, in poche partite, tutte le certezze, costruite con grande fatica dai giallorossi durante la stagione precedente e l’estate appena trascorsa, caddero di colpo, lasciando un vuoto che solo Ranieri è stato in grado di colmare.
Una di queste colonne, completamente abbattuta, fu la coesistenza fra gli argentini Dybala e Soulé, la quale, in fase di pre-campionato, era data per assodata all’interno del già rodato 4-3-3 di Daniele De Rossi, all’interno di cui i due connazionali si sarebbero andati a piazzare sulle fasce.
La convivenza durò appena quattro partite, prima che DDR fosse esonerato e Ivan Juric’ scegliesse di non tentare più questa giocata, osservando come, schierata in quella maniera, la squadra fosse estremamente sbilanciata in avanti, essendo sia Paulo che Mati due calciatori abbastanza restii al sacrificio difensivo.
Coperto dal carisma, dall’esperienza e dal talento assoluto di Dybala, Soulé, pagando anche la giovane età, finì, dunque, in panchina, rimanendoci così tanto a lungo da diventare uno dei papabili calciatori in uscita durante la fase di calciomercato invernale.
Nemmeno Ranieri, infatti, arrivati a Gennaio, aveva saputo decifrare questa specie di Codice Da Vinci e, di conseguenza, l’ex Frosinone era ad un passo dall’addio dalla Capitale, che, dopo la grande infatuazione estiva, sembrava avergli voltato le spalle quasi del tutto.
La pazienza, però, come ben ricorda il famigerato detto, è la virtù dei forti.
Nunc est … saltandum
Dalla punizione contro il Parma, Matias Soulé, che già a fine Gennaio aveva mandato in gol contro l’Eintracht Shomurodov con una splendida pennellata, si è letteralmente preso sulle spalle la Roma, siglando reti importanti e servendo assist a valanga, utili ad issare la sua squadra fino al quinto posto.
Come detto nella parte iniziale dell’articolo, una chiave di questa elevazione di rendimento è di sicuro rintracciabile nella grande predisposizione al sacrificio che l’argentino ha dimostrato nel momento in cui ha accettato di giocare anche come esterno a tutta fascia, andando a sacrificarsi molto di più in fase difensiva.
In vista della prossima stagione, quando, con ogni probabilità, Gasp sceglierà di riproporre il suo dogmatico 3-4-2-1, la convivenza di Dybala e Soulé sulla trequarti non è più una controversia dalla difficile risoluzione, ma rischia di diventare un’ipotesi più che intrigante e, soprattutto, realizzabile.
Secondo il parere di chi scrive, difatti, l’evoluzione tattica e caratteriale di Matias, al momento, garantisce l’equilibrio che inizialmente tendeva a minare, se è vero che, con la nuova e fondamentale attitudine difensiva sviluppata, l’ex Frosinone permetterebbe a Paulo di non affaticarsi eccessivamente in fase di non possesso.
Anche qualora i due fossero schierati contemporaneamente sul terreno di gioco, dunque, la Roma godrebbe ugualmente di un discreto equilibrio, garantito anche dalla presumibile presenza di due mediani prestanti a livello fisico e in grado di offrire copertura all’intera squadra.
L’impressione, quindi, è che sia finalmente arrivato non tanto il momento di bere, come suggeriva il latino Orazio, ma quantopiù di ballare, se è vero che, dopo tanto tempo, l’attacco dei giallorossi potrebbe davvero muoversi a passi di tango.
Foto: facebook AS Roma.