Il mancato accordo con Saelemaekers ha riportato a Roma l’inglese, la cui partenza, ad oggi, è tutto tranne che certa.

Quando, al termine del primo calciomercato della prima Roma di José Mourinho, Tammy Abraham sbarcò a Trigoria per poco più di quaranta milioni di euro, il giovane inglese era considerato uno dei prospetti più interessanti dell’intero continente.

Nella sua stagione d’esordio in Italia, l’ex Chelsea non deluse le aspettative, riuscendo ad imporsi, grazie alle venticinque reti stagionali, come una delle rivelazioni più interessanti di tutta la Serie A, la quale, per le annate successive, si aspettava di imparare a conoscerlo come un vero dominatore.

A causa di un rendimento altalenante, condizionato fortemente dal brutto infortunio al legamento crociato, l’esperienza di Abraham in Italia, invece, ha preso una direzione discendente, causando un profondo calo delle sue quotazioni, dovuto anche alla pesantezza del suo contratto.

In questa stagione, Tammy è divenuto addirittura una pedina di scambio per la Roma, la quale lo ha sfruttato per ottenere dal Milan i diritti annui su Alexis Saelemaekers, rivelatosi uno dei migliori interpreti a disposizione di Claudio Ranieri, che, appena finito il campionato, ha subito provato a negoziarne il riscatto.

Purtroppo per i giallorossi, Sor Claudio e l’ex Lazio Igli Tare, divenuto direttore sportivo dei rossoneri, non hanno trovato un accordo e, di conseguenza, con ogni probabilità il belga tornerà a Milano e l’inglese nella Capitale, pronto, almeno all’apparenza, per essere di nuovo girato ad un’altra squadra.

Ci ho tenuto a precisare “almeno all’apparenza” poiché, essendo la Roma sulle tracce di una punta, il nuovo arrivato Gasperini potrebbe seriamente pensare di mantenere l’ex Chelsea in rosa.

Perché Abraham può essere utile alla Roma

Nella sua fantastica epopea da allenatore dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini, pur snaturando raramente il suo modo di interpretare il calcio, spesso si è trovato a lavorare con calciatori dalle qualità e dalle caratteristiche molto diverse, non tutte complementari alla sua visione.

Nel ruolo di centravanti, per esempio, dal club orobico sono passati calciatori molto diversi come Petagna, Cornelius, Hojlund, Scamacca e, adesso, Retegui e, nonostante le loro diversità, l’allenatore di Grugliasco è riuscito sempre a farli rendere in maniera ottimale.

Non è scontato, quindi, che anche Tammy Abraham non possa beneficiare della cura del tecnico piemontese, il quale, evitando di andare a spendere soldi investendo su un altro centravanti, potrebbe tranquillamente lavorare con l’attaccante inglese, tentando, magari, di ricavargli un ruolo come vice-Dovbyk.

Che poi, a voler ben vedere, il britannico ha delle caratteristiche molto più, per usare un aggettivo che sta diventando di moda in quest’ultimo periodo, “gasperinabili” rispetto all’attaccante ucraino, di cui l’ex Atalanta potrebbe non apprezzare la staticità e la conseguente poca partecipazione al gioco della squadra.

L’inglese, infatti, è un calciatore sì molto potente fisicamente, ma anche assai veloce e in grado di giocare anche, all’occorrenza, dietro ad una punta, essendo dotato di qualità tecniche troppo sottovalutate.

Inoltre, Abraham non rinuncia mai a compiere il suo dispendioso lavoro di pressione sui portatori di palla avversari e, anche per questo, Gasp potrebbe seriamente pensare di mantenerlo all’interno dell’organico della sua nuova Roma, che sta già pensando come una squadra aggressiva anche nella metacampo rivale.

Non si deve dare, dunque, per scontato l’addio di Tammy, che ha sempre dimostrato di tenere alla tifoseria e alla società e che, probabilmente, non rinuncerebbe di tornare dove è già stato benissimo.

Foto: facebook AS Roma.