Dalla gloria alla delusione: il bilancio della stagione
La stagione 2024/25 della Serie A si è conclusa con emozioni, sorprese e delusioni. Dalle squadre che hanno dominato il campionato a quelle che hanno deluso le aspettative, ecco il Pagellone definitivo con voti e analisi approfondite.
Napoli – voto: 9, TRIONFALE
Il Napoli di Antonio Conte ha ridefinito la stagione con una straordinaria affermazione, trasformando dubbi e incertezze in un trionfo memorabile. Con grinta, strategia e un’identità precisa, gli azzurri hanno saputo superare ogni ostacolo per aggiungere il quarto Scudetto alla loro storia.
Pur non partendo come favoriti, il Napoli ha costruito la sua vittoria su una squadra solida e disciplinata, dove ogni giocatore ha espresso il massimo potenziale. Scott McTominay, vero trascinatore del centrocampo, ha dimostrato leadership e determinazione, siglando 12 reti fondamentali e diventando l’anima tattica della squadra.
Il lavoro di Antonio Conte è stato impeccabile: ha plasmato un gruppo competitivo, esaltandone le qualità e trasformando ogni difficoltà in motivazione. La difesa si è rivelata una delle più impenetrabili d’Europa, mentre la compattezza del collettivo ha permesso al Napoli di mantenere una straordinaria costanza di rendimento.
Questo trionfo non è solo una vittoria, ma una dichiarazione di forza e ambizione. Conte ha confermato ancora una volta il suo status di vincente, portando il Napoli ai vertici del calcio italiano con la sua mentalità e il suo carattere inconfondibile.
Inter – voto: 6.5, AGRODOLCE
L’Inter di Simone Inzaghi ha vissuto una stagione di alti e bassi, passando dall’euforia del trionfo precedente alla frustrazione di un’annata che ha visto il Napoli di Antonio Conte prendersi lo scettro. I nerazzurri hanno alternato momenti di grande qualità a cali preoccupanti, con un avvio promettente e una fase centrale solida, ma la fragilità nei big match ha compromesso la corsa al titolo.
La squadra ha mantenuto una buona organizzazione tattica, ma ha faticato a trovare continuità offensiva nei momenti chiave. Pareggi beffardi, sconfitte pesanti e rimonte subite hanno evidenziato limiti strutturali e mentali, con partite come il 4-4 contro la Juventus e le sconfitte contro Bologna, Milan e Roma che hanno definitivamente compromesso le ambizioni nerazzurre. La difficoltà negli scontri diretti ha pesato enormemente sul bilancio finale, con l’Inter incapace di imporsi nei momenti cruciali.
La stagione si chiude con rimpianti, ma anche con la consapevolezza di avere una base solida su cui ripartire. Ora, però, resta ancora una battaglia da combattere: la finale di Champions League contro il PSG, l’ultima occasione per trasformare un’annata altalenante in un successo memorabile.
Atalanta – voto: 8, AUDACE
Ci sono squadre che giocano per vincere, altre che giocano per stupire. L’Atalanta fa entrambe le cose. In un campionato dominato dalle corazzate, la squadra di Gian Piero Gasperini ha dimostrato che il calcio è ancora fatto di idee, coraggio e ambizione. Terzo posto, 74 punti, qualificazione alla Champions League per la quinta volta in sette anni: numeri che certificano una realtà ormai consolidata nel panorama europeo.
La difesa, da tallone d’Achille a fortezza impenetrabile, ha sorpreso tutti con una compattezza da grande squadra: 15 clean sheet, numeri da élite del calcio italiano. In mezzo al campo, Ederson e De Roon hanno incarnato la grinta bergamasca, mentre Retegui, con i suoi gol, ha fatto sognare un popolo intero. Lookman e De Ketelaere, poesia in movimento, hanno illuminato la manovra offensiva fino al calo del belga.
E poi c’è Carnesecchi, sentinella silenziosa, ultimo baluardo di una squadra che non ha mai smesso di lottare. Il suo record di 13 clean sheet è il sigillo su una stagione in cui l’Atalanta ha giocato non solo per vincere, ma per dimostrare che la sua presenza nell’élite non è un’eccezione, ma una regola.
Alla fine, il podio è stato più di un traguardo: è stata la conferma che questa squadra non è solo una sorpresa, ma una certezza. Il sogno Scudetto è sfuggito, ma l’eredità di questa stagione è chiara: l’Atalanta non è più una favola.
Juventus – voto: 6, ENIGMATICA
La Juventus è stata un enigma calcistico, un viaggio tra speranze e delusioni, tra ambizioni e realtà. Un’annata che ha visto i bianconeri oscillare tra la voglia di tornare grandi e la difficoltà di trovare una vera identità. Un quarto posto sudato, una qualificazione alla Champions League conquistata con più fatica del previsto, ma senza mai dare l’impressione di poter competere per il titolo.
L’inizio sotto la guida di Thiago Motta sembrava promettente: un gioco più fluido, una squadra che cercava di imporre il proprio ritmo. Ma con il passare delle giornate, le crepe sono diventate voragini. L’attacco sterile, con Dusan Vlahović fermo a 10 gol, ha lasciato la Juventus spesso senza soluzioni offensive. La difesa, solida a tratti, non è bastata a compensare le difficoltà in fase di costruzione.
Il cambio in panchina, con Igor Tudor subentrato nelle ultime giornate, ha portato qualche scossa, ma non abbastanza per cambiare il destino della stagione. Troppi punti persi contro avversari diretti, troppe occasioni sprecate. La sensazione finale è quella di un potenziale non pienamente sfruttato, di una squadra che ha bisogno di una rifondazione per tornare a competere ai massimi livelli.
La Juventus chiude il campionato con più domande che risposte. Il futuro è incerto, ma una cosa è chiara: Torino non può permettersi un altro anno di mediocrità.
Roma – Voto: 7.5, RESILIENTE
La Roma di Claudio Ranieri ha vissuto una stagione che sembrava destinata a scivolare nell’ombra, ma che si è trasformata in una straordinaria rimonta. Il quinto posto è il sigillo di un percorso sorprendente, che ha riportato i giallorossi a competere con le migliori squadre del campionato.
Dopo un avvio incerto e una prima parte di stagione segnata da risultati altalenanti, la squadra ha trovato la sua vera anima nel girone di ritorno. Ranieri, con la sua esperienza e il suo carisma, ha saputo plasmare il gruppo, trasmettendo fiducia e determinazione. La Roma ha chiuso la stagione con una serie di vittorie decisive, tra cui il 2-0 contro il Torino nell’ultima giornata, che ha garantito la qualificazione in Europa League.
La Roma chiude con qualche rimpianto, soprattutto per la mancata qualificazione in Champions League, ma con la certezza di aver gettato le basi per un futuro ambizioso. Ranieri, all’ultima panchina della sua carriera, lascia un’eredità importante e una squadra pronta a crescere.
Fiorentina – voto: 7, GRINTOSA
La Fiorentina è stata un viaggio tra sogni e realtà, una stagione che ha alternato illusioni e riscatti, ma che alla fine ha regalato ai tifosi viola un posto in Conference League. Un’annata vissuta sulle montagne russe, con momenti di pura esaltazione e fasi di difficoltà che hanno messo alla prova la squadra.
L’inizio è stato incerto, con risultati altalenanti e una squadra che sembrava smarrita. Ma poi è arrivata la svolta: Raffaele Palladino, alla sua prima stagione sulla panchina viola, ha saputo trasformare il gruppo, puntando su un gioco offensivo e una difesa finalmente solida. La Fiorentina ha trovato la sua identità nel girone di ritorno, mostrando carattere e determinazione.
I protagonisti di questa cavalcata sono stati Moise Kean, autore di 19 gol, un bomber ritrovato che ha trascinato la squadra nei momenti cruciali, e David De Gea, che con le sue parate ha blindato punti pesanti e garantito la qualificazione europea.
La Fiorentina chiude con qualche rimpianto, soprattutto per la mancata qualificazione in Europa League, ma con la consapevolezza di aver costruito una base solida per il futuro. Il ritorno in Conference League non è solo un premio, ma un’opportunità per crescere e consolidarsi a livello internazionale.
Lazio – voto: 5, FRAGILE
La Lazio ha vissuto una stagione di alti e bassi, un percorso che ha alimentato sogni per poi infrangerli con un epilogo amaro. L’esclusione dalle coppe europee è un verdetto inatteso, ma che riflette perfettamente l’instabilità vissuta dai biancocelesti.
L’avvio di campionato aveva acceso l’entusiasmo, con vittorie che sembravano tracciare la strada verso un piazzamento europeo. Marco Baroni, incaricato di dare continuità al progetto, ha cercato di mantenere la squadra competitiva, ma la mancanza di costanza nei risultati ha compromesso la corsa. La sconfitta contro il Lecce nell’ultima giornata ha rappresentato il colpo di grazia, con la Fiorentina che ha sorpassato la Lazio grazie alla classifica avulsa.
La Lazio chiude con una delusione cocente, fuori dall’Europa per la prima volta dopo nove anni. Il club ha già chiesto scusa ai tifosi per il finale di stagione e ora si prepara a una rifondazione necessaria per tornare a competere ai massimi livelli.
Milan – Voto: 4, IRRICONOSCIBILE
Il Milan 2024/25 è stato un enigma calcistico, un viaggio tra illusioni e disillusioni, tra sogni di gloria e bruschi risvegli. Fuori dalle competizioni europee, con un’ottava posizione che pesa come un macigno sulla storia rossonera, la squadra ha vissuto una stagione che ha lasciato più dubbi che certezze, più rimpianti che soddisfazioni.
L’inizio sembrava promettente, con qualche vittoria che aveva acceso la speranza di un campionato competitivo. Ma poi è arrivato il crollo, una spirale di risultati negativi che ha trascinato il Milan fuori dalla lotta per i vertici. Tammy Abraham e Joao Felix, arrivati per dare qualità al reparto offensivo, si sono rivelati fantasmi in campo, incapaci di incidere nei momenti decisivi. La difesa ha mostrato fragilità preoccupanti, mentre il centrocampo ha faticato a trovare equilibrio.
Il fallimento definitivo è arrivato con la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Bologna, l’ultima occasione per salvare una stagione da dimenticare. La dirigenza ha ammesso gli errori, ma ora serve più di una semplice presa di coscienza: serve una rivoluzione. Il Milan non può permettersi un altro anno di mediocrità, perché San Siro non è fatto per guardare gli altri vincere.
Bologna – voto: 7.5, EROICO
Il Bologna 2024/25 ha scritto una pagina indelebile nella sua storia, trasformando una stagione di ambizioni in un trionfo che ha fatto esplodere di gioia la città. La vittoria in Coppa Italia, arrivata con un successo epico contro il Milan, ha consacrato i rossoblù tra le realtà più solide del calcio italiano, dimostrando che il progetto di Vincenzo Italiano non era solo una promessa, ma una certezza.
La squadra ha mantenuto un livello alto per gran parte della stagione, mostrando un calcio propositivo e una mentalità vincente. Riccardo Orsolini, leader tecnico e trascinatore, ha illuminato il gioco con gol pesanti e giocate decisive. Giovanni Fabbian, rivelazione assoluta, ha impressionato con prestazioni di alto livello, mentre Ndoye, eroe della finale di Coppa Italia, ha dimostrato di essere un elemento chiave per il futuro.
Nonostante un calo nel finale, il Bologna ha chiuso la stagione con la qualificazione in Europa League, un traguardo che certifica la crescita del club e lo proietta verso nuove ambizioni. Non è più una sorpresa, ma una realtà consolidata, pronta a sfidare le grandi con la consapevolezza di poter continuare a stupire.
Como – voto: 8, VISIONARIO
Il Como è stato molto più di una semplice rivelazione: ha incarnato coraggio e ambizione, sfidando le logiche del calcio e dimostrando che il talento, se guidato con visione, può ribaltare ogni pronostico.
Sotto la guida di Cesc Fàbregas, il Como ha chiuso nella top-10, imponendosi con un calcio spettacolare e una gestione tattica brillante. Una neopromossa che ha giocato senza paura, affrontando le grandi con la mentalità di chi non si accontenta di essere una comparsa.
La rivoluzione di Fàbregas ha portato una mentalità fresca e moderna, con un 4-2-3-1 fluido, capace di valorizzare il centrocampo e di esaltare la qualità offensiva della squadra. Il Como ha costruito il suo successo su un gioco basato sulla circolazione del pallone e transizioni rapide, sfruttando la tecnica dei suoi giovani talenti e l’esperienza dei veterani.
I protagonisti della stagione sono stati Nico Paz, arrivato dal Real Madrid, che ha illuminato la manovra con 6 gol e 6 assist, e Assane Diao, talento esploso con 8 reti, decisivo nel 3-0 contro il Lecce. La combinazione tra giovani promesse e giocatori esperti ha reso il Como una squadra solida e ambiziosa, capace di competere con le grandi senza timori.
Nonostante le voci di mercato che lo accostavano al Bayer Leverkusen, Fàbregas ha scelto di restare, convinto dal progetto e dalle prospettive di crescita del club. Il Como non è più solo una sorpresa: è una realtà che guarda al futuro con ambizione e determinazione, pronta a scrivere nuove pagine di storia.
Torino – voto: 6, STAGNANTE
Il Torino ha scritto un altro capitolo di una storia che sembra immobile nel tempo: una stagione senza acuti, vissuta nel limbo della zona Cairo, lontana sia dalle ambizioni europee che dai timori della retrocessione. Un’annata che ha lasciato frustrazione tra i tifosi, segnata da prestazioni altalenanti e una mancanza di continuità che ha impedito alla squadra di puntare più in alto.
Dopo il nono posto della stagione precedente, il club ha scelto di voltare pagina, affidando la panchina a Paolo Vanoli, reduce dalla promozione con il Venezia. L’inizio sembrava promettente, con qualche vittoria incoraggiante, ma con il passare delle giornate la squadra ha perso brillantezza, finendo per ristagnare nella solita metà classifica, senza mai trovare una vera identità di gioco.
La stagione si chiude con un undicesimo posto, un risultato che certifica la necessità di una rifondazione per tornare a competere ai massimi livelli. Il Torino deve ora decidere se continuare su questa strada o cambiare radicalmente per uscire dalla mediocrità.
Udinese – Voto: 6, TRANSITORIO
L’Udinese ha vissuto un’annata altalenante, un percorso che ha oscillato tra illusioni e rimpianti, lasciando più dubbi che certezze. Il 12° posto in classifica certifica una squadra che non ha mai trovato il giusto equilibrio, troppo solida per rischiare la retrocessione, ma ancora troppo fragile per ambire a traguardi più prestigiosi.
L’arrivo di Kosta Runjaic in panchina ha portato una ventata di novità, con un 3-5-2 che ha cercato di dare stabilità alla squadra. Tuttavia, la mancanza di esterni incisivi ha penalizzato il gioco, con Ehizibue e Rui Modesto che non hanno garantito la spinta necessaria. Anche in attacco, l’assenza di Florian Thauvin nelle ultime giornate ha pesato, lasciando Lorenzo Lucca spesso isolato.
Nonostante le difficoltà, la società si è detta soddisfatta del lavoro di Runjaic, sottolineando i progressi rispetto alla stagione precedente. Tuttavia, per fare il salto di qualità, sarà necessario intervenire sul mercato, soprattutto per rinforzare le corsie esterne e dare maggiore incisività offensiva.
L’Udinese chiude una stagione di transizione, con la necessità di rinforzare la rosa e trovare maggiore continuità per tornare a competere ai livelli che merita. Il futuro con Runjaic è ancora da definire, ma una cosa è chiara: serve una svolta per evitare un altro anno anonimo.
Genoa – voto: 7, SOLIDO
Il Genoa è stato un viaggio tra illusioni e conferme, una stagione che ha visto i rossoblù consolidarsi in Serie A senza particolari patemi, ma senza mai riuscire a spiccare il volo verso obiettivi più ambiziosi. Il 13° posto certifica una squadra solida, ma ancora lontana dal poter competere stabilmente per qualcosa di più.
L’annata era iniziata sotto la guida di Alberto Gilardino, che aveva portato avanti il progetto con l’obiettivo di dare continuità alla crescita del club. Tuttavia, dopo un avvio complicato, con soli 10 punti nelle prime 12 giornate, la società ha deciso di cambiare rotta, affidando la panchina a Patrick Vieira. Il tecnico francese ha saputo rivitalizzare la squadra, garantendo una salvezza tranquilla e mostrando sprazzi di un calcio più ambizioso, con un gioco più verticale e aggressivo.
Il Genoa chiude una stagione di consolidamento, con la consapevolezza di poter puntare a qualcosa di più nelle prossime annate. La squadra ha dimostrato di avere una base solida su cui costruire, ma serviranno rinforzi mirati per ambire a posizioni più alte.
Hellas Verona – voto: 6,5, BATTAGLIERO
L’Hellas Verona è stato un viaggio sulle montagne russe, una stagione vissuta sul filo del rasoio, tra speranze e paure, fino all’ultimo respiro. Il 14° posto certifica una squadra che ha lottato con le unghie e con i denti per mantenere la categoria, conquistando la salvezza all’ultima giornata dopo un duello serrato con Empoli e Lecce.
L’annata è stata segnata da cambiamenti societari, difficoltà tattiche e una corsa salvezza da brividi, con momenti di grande tensione e partite che sembravano già scritte prima del fischio finale. Paolo Zanetti, chiamato a guidare la squadra dopo l’addio di Marco Baroni, ha cercato di dare stabilità, ma il Verona ha faticato a trovare continuità, alternando prestazioni incoraggianti a blackout preoccupanti.
I protagonisti della stagione sono stati Tengstedt, miglior marcatore con 6 gol, spesso decisivo nei momenti chiave, e Montipò, leader tra i pali con interventi che hanno salvato punti pesanti. Duda e Suslov hanno garantito equilibrio a centrocampo, mentre la difesa ha vissuto alti e bassi, con qualche errore di troppo nei momenti cruciali.
L’Hellas Verona chiude una stagione sofferta, con la consapevolezza che serve una svolta per evitare un’altra annata di ansia e tensione. La società, ora sotto la guida di Paolo Zanetti, dovrà lavorare sul mercato per garantire maggiore qualità alla rosa e costruire una squadra più competitiva. Il futuro è incerto, ma una cosa è chiara: Verona non può permettersi di vivere un’altra stagione al limite.
Cagliari – voto: 7, EQUILIBRATO
Il Cagliari ha vissuto una stagione tra illusioni e realtà, senza particolari acuti ma con la certezza di aver mantenuto la categoria. Nonostante l’assenza di grandi squilli, la squadra ha conquistato la salvezza senza troppi patemi. Il 15° posto certifica una squadra solida, ma ancora lontana dal poter competere stabilmente per qualcosa di più.
L’annata è stata segnata da alti e bassi, con momenti di speranza alternati a periodi di difficoltà. La squadra ha mostrato una difesa compatta, ma ha faticato a trovare continuità offensiva, con un gioco spesso troppo prudente e poco incisivo. Davide Nicola, arrivato per dare stabilità, ha garantito una salvezza tranquilla, ma senza mai riuscire a dare una vera identità alla squadra.
I protagonisti della stagione sono stati Roberto Piccoli, miglior marcatore con 10 gol, spesso decisivo nei momenti chiave, e Nadir Zortea, che ha garantito spinta e qualità sulla fascia. Makoumbou ha dato equilibrio al centrocampo, mentre Deiola, capitano e leader, ha trascinato la squadra nei momenti difficili.
Il Cagliari chiude una stagione senza grandi squilli, con la consapevolezza che serve una svolta per evitare un’altra annata anonima. La società dovrà lavorare sul mercato per garantire maggiore qualità alla rosa e costruire una squadra più competitiva. Il futuro è incerto, ma una cosa è chiara: Cagliari non può permettersi di vivere un’altra stagione senza ambizioni.
Parma – voto: 7, DETERMINATO
Il Parma ha attraversato una stagione tra paure e speranze, lottando fino all’ultimo per mantenere la categoria. Alla fine, con una rimonta emozionante, ha conquistato la salvezza con il cuore in gola. Il 16° posto certifica una squadra che ha lottato fino all’ultimo, alternando momenti di grande sofferenza a imprese inattese.
L’annata è stata segnata da difficoltà tattiche, problemi difensivi e una lotta salvezza senza respiro, ma alla fine i crociati hanno mantenuto la categoria. Fabio Pecchia, partito con grandi ambizioni, ha pagato un girone di ritorno disastroso, venendo sostituito da Cristian Chivu, che ha dato nuova linfa alla squadra nel momento più critico.
Pur tra mille difficoltà, il Parma ha saputo imporsi contro avversari di prestigio al Tardini, fermando squadre come Inter, Fiorentina e Napoli. La qualità non è mai mancata, ma è stata la continuità a fare la differenza. Adrián Bernabé, faro del centrocampo, ha regalato giocate di qualità, mentre Dennis Man ha alternato lampi di classe a lunghi periodi di anonimato. Bonny, miglior marcatore con 6 gol, ha spesso tolto le castagne dal fuoco.
Il Parma chiude una stagione sofferta, con la necessità di rinforzare la rosa e trovare maggiore continuità per tornare a competere ai livelli che merita.
Lecce – voto: 6,5, EMOTIVO
Il Lecce ha attraversato un’altalena di emozioni, una stagione giocata sul filo del rasoio, con una salvezza strappata in extremis. Il 17° posto certifica una squadra che ha combattuto fino alla fine, alternando momenti di grande difficoltà a imprese sorprendenti.
La stagione del Lecce è stata caratterizzata da problemi tattici e un’inefficacia offensiva che hanno reso la lotta salvezza estremamente tesa fino all’ultimo. Nonostante le difficoltà, i giallorossi sono riusciti a mantenere la categoria per il quarto anno consecutivo in Serie A. Il finale al cardiopalma ha visto il Lecce giocarsi tutto contro la Lazio, in una sfida che ha deciso il destino della squadra.
La svolta della stagione del Lecce è arrivata fuori dal campo con la scomparsa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista del club. La sua morte ha profondamente segnato squadra e tifosi, trasformando il dolore in forza e motivazione per la lotta salvezza. Il suo ricordo è stato il motore emotivo nei momenti decisivi, con la vittoria contro la Lazio vissuta come un tributo alla sua memoria.
Il Lecce ha mostrato sprazzi di qualità ma poca continuità. Krstovic, miglior marcatore, è stato decisivo nei momenti chiave.
Empoli – voto: 4,5, DISORIENTATO
L’Empoli chiude un ciclo e apre un capitolo amaro della sua storia: dopo quattro stagioni consecutive in Serie A, la squadra toscana torna in Serie B, vittima di una stagione disastrosa e senza appelli. Un’annata che aveva illuso nelle prime giornate, con un sorprendente 10° posto temporaneo, ma che si è trasformata in un incubo nel girone di ritorno, con una serie di sconfitte che hanno trascinato la squadra nel baratro.
L’ultima giornata ha segnato il tramonto delle speranze dell’Empoli. La sconfitta contro l’Hellas Verona ha chiuso ogni possibilità di salvezza, condannando i toscani alla retrocessione senza appelli. Una partita che ha rappresentato lo specchio fedele di un’annata segnata da errori tecnici, infortuni e una fragilità mentale evidente.
L’Empoli chiude una stagione deludente, con la consapevolezza che servirà una profonda rifondazione per tornare subito in Serie A. La società dovrà cambiare strategia, investire sul mercato e ricostruire una squadra competitiva. Il futuro è incerto, ma una cosa è chiara: serve una svolta per evitare un lungo purgatorio in Serie B.
Venezia – voto: 6, AMARO
Il Venezia ha attraversato una stagione tra illusioni e delusioni, coltivando la speranza di una salvezza alla portata. Tuttavia, il sogno si è infranto, trasformandosi in un ritorno amaro in Serie B. Il 19° posto certifica una squadra che ha lottato, ma che ha pagato a caro prezzo errori difensivi, difficoltà offensive e una gestione tecnica incerta.
L’inizio di stagione aveva acceso l’entusiasmo: il Venezia raccoglieva punti preziosi, alimentando la speranza di una permanenza tranquilla. Tuttavia, il girone di ritorno ha segnato il crollo definitivo, con una serie di sconfitte che hanno trascinato la squadra nel baratro. L’ultima giornata, con la sconfitta contro la Juventus, ha chiuso ogni possibilità di salvezza, condannando i lagunari alla retrocessione.
Ora il club si trova davanti a una sfida cruciale: ricostruire dalle macerie e ripartire con un progetto solido.
Monza – voto: 3,5, PRECARIO
Il Monza ha vissuto un’annata da incubo, un viaggio senza ritorno che ha portato i brianzoli dritti in Serie B dopo un campionato disastroso. L’ultimo posto con appena 18 punti conferma il totale disorientamento della squadra, incapace di trovare stabilità durante la stagione. Gli errori tecnici, una difesa vulnerabile e un attacco sterile hanno affossato definitivamente le speranze di salvezza.
L’inizio di stagione è stato un disastro annunciato, con una serie di sconfitte che hanno subito compromesso il cammino. A differenza di altre squadre in difficoltà, il Monza non ha mai trovato una vera svolta, rimanendo costantemente sul fondo della classifica. Il ritorno di Alessandro Nesta in panchina non ha cambiato le sorti della squadra, che ha continuato a collezionare risultati negativi fino alla retrocessione matematica.
Ora il club si trova davanti a una sfida cruciale: ricostruire dalle macerie e ripartire.