Stefano Okaka, attaccante ex Roma e Udinese tra le altre, ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport: ecco le sue parole.
Stefano Okaka ha parlato nel corso dell’intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport di tanti momenti importanti nel corso della sua carriera.
Dal gol ad appena 16 anni con la maglia della Roma, passando alle tappe alla Samp e all’Udinese, proseguendo con le varie esperienze all’estero.
L’attaccante italiano adesso gioca in Serie C, al Ravenna, ed è reduce dal gol vittoria all’ultimo minuto contro la Pianese.
L’ex Roma può vantare 34 reti in Serie A e 7 in Premier League, oltre ad altre tra Serie B, Turchia e coppe europee.
Inoltre Stefano Okaka ha giocato anche con la maglia della nazionale italiana, in cui ha debuttato nel 2014, segnando anche una rete in azzurro.
Passiamo adesso all’intervista di Stefano Okaka, ripercorrendo le tappe più importanti della sua carriera.
Okaka: “Stavo firmando per il Milan, poi …”
Sul presente:
“In estate ero all’estero, mio fratello Carlo mi ha chiamato parlandomi del progetto Ravenna.
Ho incontrato il presidente Cipriani e il ds Davide Mandorlini, insieme abbiamo scelto di avviare la preparazione per provare a rientrare e direi che è andata bene.
Ora da neopromossi siamo terzi nel girone B a -1 dall’Arezzo in vetta..
Sul Milan:
“Stavo firmando per i rossoneri, poi Bruno Conti portò me e mio padre a Trigoria.
Rimasi impressionato dal centro sportivo, così ho scelto i giallorossi”.
Sulla Roma e su Spalletti:
“Spalletti è come un secondo padre; a 16 anni, nel 2005, mi ha voluto in prima squadra e ho subito segnato in Coppa Italia contro il Napoli.
Nel 2007 alla Roma giocavo poco e Spalletti mi mandò in campo negli ultimi minuti contro l’Atalanta.
Entrai tutt’altro che ispirato e al primo sguardo verso la panchina mi disse: ‘Ci vediamo dopo’: se n’era accorto.
A fine partita corsi negli spogliatoi, lui mi inseguiva.
Mi ha salvato l’antidoping: sono rimasto chiuso oltre tre ore in quella stanza per non farmi beccare.
Il giorno dopo ho preso una multa, ma meglio quella che un’altra sgridata del mister”.
Il rapporto con i compagni di squadra
“Ero affezionato a Francesco (Totti) e a Daniele (De Rossi).
L’esperienza in giallorosso resterà una parte fondamentale della mia vita.
Con loro ci sentiamo spesso, il nostro rapporto va oltre l’amicizia.”.
Cassano mi ha scritto subito dopo il gol per farmi i complimenti.
Mi è stato vicino in un periodo complicato della carriera, quando al Parma litigai con la società perché volevano cedermi.”
Sulla pressione da giovane:
“Non è stato facile reggere la pressione.
Devi sempre dimostrare di essere più maturo dell’età che hai, anche se sei appena maggiorenne.
Ancora oggi, in giallorosso, tanti giocatori più esperti fanno fatica a ingranare subito”.
Il Fulham:
“Pure lì ho segnato due gol, ma far male alle squadre inglesi è complicato.
Kompany è senza dubbio il difensore più forte che abbia mai affrontato.”
Sulla Sampdoria e sull’Udinese:
“In blucerchiato ho lasciato il cuore.
All’Udinese, insieme al presidente Pozzo e al direttore tecnico Marino, abbiamo riportato l’entusiasmo tra i tifosi.”
Su Conte:
“Un fuoriclasse assoluto del nostro calcio, è un grandissimo allenatore, lavorare con lui mi ha aiutato tanto.
Giocare per l’Italia è stato un altro sogno avverato.
Peccato per la mancata convocazione a Euro 2016”.
Sul Milan e sull’Inter nel 2015:
“Nel 2015 avevo già chiuso con i rossoneri, poi si inserì nella trattativa l’Inter di Mancini.
Il presidente Ferrero bloccò l’affare e mi impedì di trasferirmi in nerazzurro.
Sugli obiettivi per il futuro:
“Continuare a divertirmi in campo e fare gol, pure vincere con il Ravenna non mi dispiacerebbe”.







