Amir Rrhamani, centrale kosovaro, ha parlato nell’incontro i tifosi del Napoli nel ritiro di Castel di Sangro, ecco le sue parole.
Sul rapporto con il tempo libero:
“E’ stato un anno duro, ho dovuto sfruttare il tempo libero”.
Sulle persone più importanti della sua vita:
“Famiglia e il mio primo allenatore”.
Sui momenti più iconici dei due scudetti vinti:
“Nel 2023 ricordo sicuramente quando eravamo in vantaggio di molti punti, però era la prima volta che stavamo per vincere quindi anche a +15 avevamo paura di perderlo!
Per il secondo, sicuramente la partita contro il Parma è stato un dramma, poi con il Cagliari e la vittoria finale”.
Sul complimento più bello ricevuto:
“Non ricordo chi ma mi dissero che avevo vinto due scudetti come Maradona, ed è una cosa importante”.
Sul sogno calcistico:
“Sognavo la Premier League, da bambino per me era il campionato migliore del mondo.
Però ormai sono qui, e sono concentrato sul Napoli”.
Napoli, Rrhamani:”Idolo? Thierry Henry”
Sulla chiamata del Napoli e sulle emozioni:
“Ero arrivato al Verona da poco, Cristiano Giuntoli dopo due-tre partite chiamò il mio agente e disse che mi voleva al Napoli.
Aveva già deciso di acquistarmi.
Ma io ero arrivato da pochissimo e non ci credevo, poi a gennaio venne confermato tutto”.
Su chi è il “Dj” nello spogliatoio del Napoli:
“Da quando è arrivato ci pensa Spinazzola, dipende da chi mette la musica bella.
Penso che Leo scelga la migliore, le hit di qualche anno fa, old but gold”.
Su Napoli e la città:
“I ragazzi ancora non hanno visto la città! Io sono arrivato al tempo del Covid, ma riuscivamo comunque a vedere la città che è molto bella”.
Quando ha capito che sarebbe diventato calciatore:
“A 17 anni ho capito che sarei diventato un professionista, quando giocavo in Albania”.
Sul ompagno con cui ha legato di più:
“Prima passavo molto tempo con Eljif Elmas”.
Sul apporto con i social network:
“Mi piacciono ma purtroppo c’è tanta gente che commenta senza sapersi controllare, ormai non si possono usare troppo”.
Su cosa lo rilassa dopo una partita:
“Difficile, hai tanta adrenalina, soprattutto quando giochi la sera poi vai a dormire non prima delle cinque di mattina”.
Sul omento più bello della carriera:
“Quando abbiamo vinto il secondo scudetto”.
Sull’idolo da piccolo:
“Thierry Henry e Thomas Vermaelen che sicuramente conoscerete”.
Sul Fantacalcio:
“Non mi piace, sono troppo concentrato sul campo”.
Su qualche rituale abituale prima delle partite:
“Quando entro nello spogliatoio faccio mobilità con i fisioterapisti, poi faccio stretching da solo senza parlare con gli altri”.