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Napoli, il pagellone scudetto dei campioni d’Italia

Napoli, il pagellone scudetto dei campioni d’Italia

Napoli, con il 2-0 sul Cagliari, ieri sera, i partenopei si sono laureati campioni d’Italia: ecco il pagellone scudetto degli azzurri.

Dopo una stagione iniziata tra dubbi e speranze, il Napoli si è risollevato dalle ceneri del decimo posto per tornare sul trono.

Un capolavoro firmato Antonio Conte. Una cavalcata leggendaria che ha riscritto la storia azzurra: 24 vittorie, 10 pareggi, 4 sconfitte.

Nessuna coppa europea, nessun riflettore internazionale: solo un obiettivo, lo Scudetto.

E i partenopei, da guerrieri, lo hanno conquistato. Con sudore, orgoglio ed una fame che ha spezzato la resistenza dell’Inter e delle altre pretendenti.

Ecco, allora, il Pagellone dei partenopei: i voti dei nuovi campioni d’Italia.

Napoli, il pagellone scudetto dei campioni d’Italia: i portieri

MERET 8:
Il portiere della miglior difesa d’Europa. Decisivo nei momenti chiave, glaciale nel parare i rigori che hanno cambiato il corso della stagione. Due rigori parati, a Thauvin il primo, a Santiago Gimenez, ben più importante, il secondo. Se il Napoli ha costruito la sua roccaforte, lo deve anche ai suoi guantoni.

SCUFFET 6,5:
Una sola partita, un solo urlo: quello di Bologna. Parate salva-punto che, col senno di poi, valgono oro. Un ingresso silenzioso, ma da protagonista. Quando chiamato in causa, ha risposto presente.

CAPRILE 6:
Solo quattro presenze, ma tutte convincenti. Ha onorato la maglia prima di spiccare il volo verso Cagliari. Un pezzetto di tricolore è anche suo.

I difensori

DI LORENZO 8:
Il capitano che non ha abbandonato la nave. È rimasto, ha lottato, ha guidato. Con il carisma dei condottieri e la versatilità dei veterani. Tre gol, due assist, ma soprattutto un’anima incollata alla fascia destra, quella che grazie all’intesa con Politano, si è rivelata essenziale per sbloccare anche le partite più complicate. Cuore e acciaio.

RRAHMANI 8:
Il baluardo silenzioso. Sempre presente, sempre lucido. Ha tenuto in piedi il castello anche nelle tempeste. Un difensore completo, maturo, cresciuto nella fornace contiana. Guerriero silenzioso, ma imprescindibile.

BUONGIORNO 7:
Partenza travolgente, poi la sfortuna. Ma la sua forza è rimasta nella memoria. Ogni presenza una trincea, ogni duello un inno alla grinta. Tornerà, e sarà ancora colonna di questa difesa imperiale.

JUAN JESUS 7:
Rigenerato come un’araba fenice. Doveva partire, è rimasto e ha lottato. Si è tolto la soddisfazione di sostituire Buongiorno in modo più che dignitoso, facendosi preferire da Conte a Rafa Marin. Un esempio per tutti.

OLIVERA 7,5:
Granitico, inscalfibile, sempre presente, un’autentica certezza. Terzino o centrale, non ha mai tremato. Ha vestito l’armatura e difeso l’onore della squadra con ogni goccia di sudore. Meritato il rinnovo di contratto.

SPINAZZOLA 7:
Esperienza e classe, il suo arrivo tra i dubbi si è trasformato in certezza. Esterno a tutta fascia, terzino e addirittura attaccante ha saputo adattarsi ad ogni ruolo, portando fiato e qualità. Rinascita.

MAZZOCCHI 6:
L’anima napoletana del gruppo. Non ha brillato per minuti, ma per spirito. Ogni intervento una preghiera esaudita dal popolo partenopeo.

RAFA MARIN SV:
Appena quattro presenze, di cui una da titolare. Conte lo ha praticamente bocciato in estate e non gli ha dato fiducia nemmeno quando dietro c’erano due o tre assenti. Praticamente non utilizzato.

ZERBIN SV:
Ha collezionato giusto qualche minuto nel Napoli, è stato ceduto a gennaio al Venezia, dove ha dimostrato il suo valore perché Di Francesco gli ha dato spazio.

Napoli, il pagellone scudetto dei campioni d’Italia: i centrocampisti

MCTOMINAY 10:
Dalla Scozia, con ardore. MVP del Napoli 24/25 e anche dell’intero campionato. Dodici gol, quattro assist, ma soprattutto una presenza titanica in mezzo al campo. Guerriero, incursore, trascinatore. Ha incendiato ogni partita con la sua forza sovrumana. È nato un idolo a Napoli: McFratm.

ANGUISSA 8,5:
Rinato come un leone africano. Sei gol, quattro assist, una potenza straripante che ha travolto chiunque. Mezz’ala, leader: la sua miglior versione è sbocciata sotto la guida di Conte. Monumentale.

LOBOTKA 7,5:
La mente che ha orchestrato il capolavoro. Quando c’era, il Napoli era sinfonia. Quando mancava, il silenzio. Cuore pulsante, cervello tattico, gran giocatore.

GILMOUR 7:
Jolly prezioso, ha saputo farsi trovare pronto nei momenti più caldi. Classe ed ordine, ha già scritto il suo nome tra i protagonisti di domani.

BILLING 6,5:
Poco spazio, ma un solo gesto che ha ribaltato la storia: il gol all’Inter. In quel lampo, c’era tutta la sua stagione. E quel lampo ha acceso la fiamma tricolore.

Gli attaccanti

LUKAKU 9:
Il gigante buono, il terminale letale. La sua simbiosi con Conte sta diventando un caso da studiare. Il classico “case history” giocatore ideale per allenatore esigente.
Quattordici reti, dieci assist ed un’anima al servizio della squadra. Conte gli ha restituito grandezza, lui ha ripagato con sudore, gol e sacrificio. Lukaku è tornato Re.

POLITANO 8,5:
Il martello di destra. Ha corso, rincorso, segnato, difeso. Uomo ovunque, simbolo perfetto dello spirito contiano. Non si è mai risparmiato. Mai.

NERES 7,5:
Scheggia impazzita, talento brasiliano, creatività allo stato puro. Ha colmato il vuoto di Kvara con fantasia e coraggio. Ha acceso la miccia, prima che gli infortuni la spegnessero.

RASPADORI 8:
L’eroe inatteso. Doveva partire, è rimasto. Ha segnato gol decisivi, ha interpretato il ruolo della seconda punta con maestria. Cuore e tecnica al servizio del sogno.

KVARATSKHELIA 6,5:
L’addio era nell’aria, il cuore forse già a Parigi. Ha fatto il suo, senza fuochi d’artificio. Ma con professionalità.

SIMEONE 6:
Poco spazio, poca gloria. Ma mai un passo indietro. Chiude con un gol e tanta dedizione. Deludente nei numeri, generoso nello spirito.

OKAFOR SV:
Arrivato per caso, mai entrato davvero nel progetto.

NGONGE SV:
Minutaggio irrilevante. Non ha avuto modo di mostrare le sue qualità.

Napoli, il pagellone scudetto dei campioni d’Italia: l’allenatore

ANTONIO CONTE 10:
Il Generale. Il Visionario. Il Vincente. Arrivato tra mille dubbi, ha trasformato un gruppo confuso in un’armata affamata. Ha ridato orgoglio ad una città, identità ad una squadra, ambizione ad un club, vinto il quinto Scudetto personale, il primo con il Napoli, entrando nella leggenda.
Ha esaltato McTominay, valorizzato ogni risorsa, cambiato moduli, rivoluzionato schemi, e soprattutto: ha fatto innamorare una città del suo calcio feroce. Un capolavoro, senza se e senza ma.

Foto: Instagram SSC Napoli.

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