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Morata: “Insultato in Nazionale. Difficoltà mentali? Avevo paura”

Morata: "Non so se continuerò con la Nazionale Spagnola"

L’attaccante spagnolo, Alvaro Morata, ha raccontato il suo periodo più buio in un documentario su di lui disponibile su Movistar Plus

Alvaro Morata, che si è appena messo alle spalle la più difficile stagione della sua carriera, si è sfogato in un documentario che ha proprio lui come protagonista: “Morata: no sabéis quién soy”. Lo spagnolo, dopo sei mesi difficili al Milan, si è trasferito al Galatasaray a gennaio: in Turchia si è trovato sicuramente meglio di quanto si sia trovato in rossonero. L’ex Juve, però, a quanto pare ha dovuto lottare con la depressione nel corso degli ultimi mesi; così si spiegano anche le prestazioni altalenanti offerte nell’ultimo anno. Di seguito, alcune delle sue parole rilasciate nel documentario, prodotto proprio per sensibilizzare su un tema delicato come quello della salute mentale.

Morata: “Non vale la pena continuare con la Spagna”

L’attaccante di proprietà del club turco si è espresso riguardo al non voler continuare la sua esperienza con la Nazionale spagnola: “Vale la pena che ogni volta che vado in Spagna con la mia famiglia abbia episodi spiacevoli e che la gente mi prenda in giro, mi insulti e rida di me? Non so se ne valga la pena. Vale la pena continuare a venire in Nazionale solo per essere insultati e fischiati negli stadi dove giochi con la maglia della Nazionale? Non ne vale la pena. Dopo la vittoria di Euro 2024 pensavo che le persone sarebbero state più rispettose. Se ami qualcuno, e so che è calcio, lo ami anche quando è giù”.

“De La Fuente si sempre è fidato di me”

Morata, inoltre, si è spffermato sulle difficoltà affrontate dal punto di vista mentale e dal sostegno che ha ricevuto dal Ct della Spagna, Luis De La Fuente: Difficoltà mentali? Avevo paura di tutto. Avevo così tanti pensieri orribili e autodistruttivi. Ho persino pensato di fingere di essere ferita per non dover essere lì. La mente ti suggerisce ogni genere di cose per farti evitare ciò che ti fa soffrire. Era come se fossi in una stanza completamente buia, con tutti che mi fissavano. La mia testa mi inviava costantemente segnali, messaggi e voci che mi dicevano cose orribili. De la Fuente? Ero nel momento più buio in cui una persona possa trovarsi, e lui si è fidato di me. A livello personale, è stato il miglior allenatore che abbia mai avuto, perché ha saputo non solo capire il mio problema, ma anche condividerlo e viverlo come se fosse il suo”.

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