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Milan, Leao: “Vestire questa maglia è un sogno. Ibra e CR7 il top”

Milan, Leao: "Un sogno essere al Milan"

L’esterno del Milan, Rafa Leao, ha rilasciato un’intervista a l’Officiel nella quale ha parlato della sua carriera e della sua vita privata

L’attaccante portoghese, al Milan ormai dal 2019, viene da una delle stagioni più difficili della sua carriera. Prima con Fonseca e poi con Conceição , il feeling non è mai scattato. Sia dal punto di vista delle prestazioni che per i numeri, tra gol e assist, per Leao non è stata l’annata che si aspettava. Ora, con l’arrivo di Allegri e un entusiasmo ritrovato, sembra voler tornare al top offrendo al Milan la miglior versione di sé stesso. Di seguito, le parole del portoghese nell’intervista rilasciata a l’Officiel, nella quale ha toccato diversi temi importanti.

Leao: “Contento di essere d’esempio per i bambini”

Il numero dieci rossonero, Rafael Leao, ha dichiarato il suo amore per il Milan: “Ho sempre seguito il Milan, anche prima di entrare in squadra. È uno dei club più importanti al mondo, vestire questa maglia è un sogno. La mia partita più bella? Sassuolo-Milan del 2022 (la gara dello scudetto vinto ndr)”. Leao ha poi rivelato chi sono i giocatori più forti con cui ha giocato: “Il calciatore più grande con cui ho giocato? Non uno ma due: Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo“.

Poi su come si sente in relazione alle sue qualità, se si sente un campione e cosa significa esserlo: “Cosa significa essere un fuoriclasse? Non saprei dirti se lo sono o meno. Ho 25 anni e mi trovo nel pieno della mia carriera. So che molti bambini mi guardano come un esempio, e questo per me è meglio di definirmi un fuoriclasse. A che età vorrei ritirarmi dal calcio? Non lo so, voglio giocare il più a lungo possibile. Quando smetterò vorrei passare più tempo possibile con la mia famiglia e vivere in modo tranquillo”.

“La famiglia molto importante. La musica? Mi dà emozione”

Leao, inoltre, si è soffermato sull’importanza che ha avuto la sua famiglia nel suo percorso di crescita sia umana che professionale: “Sono nato e cresciuto in un quartiere difficilissimo, in una parte di Lisbona dove c’è gente con tante difficoltà. Ho sempre vissuto accanto a persone umili, ma nonostante tutto, da lì è arrivata sempre un’energia positiva. Anche in mezzo a quella realtà, e forse proprio perché l’ho vissuta, ho imparato che si può arrivare ovunque. La mia famiglia è stata, ed è, fondamentale per me. Mi è sempre rimasta accanto nei momenti più difficili, e per questo non smetterò mai di ringraziarla. Se ho fatto tanti sacrifici per arrivare a questi livelli? Sì, ovviamente, ma credo come in tutti i lavori. Mio padre e mia madre mi hanno insegnato che per fare grandi cose bisogna fare sacrifici altrettanto grandi. Più volontà o talento? All’inizio talento, ovviamente. Poi arriva il punto in cui il talento non basta più, serve altro. Serve davvero tanto lavoro per arrivare a certi livelli”.

Il portoghese, infine, ha parlato della sua grande passione per la musica: “La musica esprime le cose che ho passato. Il calcio è la gioia di vivere quello che ho sempre sognato. Com’è nato il mio amore per la musica? Da mio padre e mio zio, che faceva il DJ. Ho iniziato seriamente a 19 anni in Francia quando giocavo al Lille. Quando giocavo in Portogallo ero vicino a casa, lì mi sono ritrovato da solo. E la musica è diventata una buona compagnia. Prima di una partita ascolto di tutto. Cerco energia ovunque. Una parola per calcio e una per la musica? Calcio: gioia. Musica: emozione“.

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