Ormai è diventata la trattativa dell’estate, ma siamo sicuri che Jashari avrebbe un buon impatto sul nuovo Milan di Allegri?
Per chi si fosse perso qualcosa, riavvolgiamo il nastro. Siamo a giugno e il Milan, dopo aver accumulato un tesoretto dalla cessione di Reijnders al Manchester City, mette gli occhi su Ardon Jashari, centrocampista svizzero di proprietà del Bruges. È questa la prima puntata di una telenovela, che a fine luglio non ha ancora conosciuto il suo epilogo.
Il motivo? Il Club Belga chiede 40 milioni per l’MVP dell’ultima Jupiter League. Cifra importante, che Igli Tare ha provato ad abbassare, facendo leva sulla volontà del giocatore, che al momento non si allena con la squadra e ha già le valigie pronte per volare a Milano. Alle figure apicali del Bruges però poco importa, non si fanno sconti a nessuno e dunque tutte le offerte rossonere sono state rispedite al mittente.
L’asse Milano-Bruges ora tocca temperature artiche. Tare però non molla e coltiva ancora le speranze di poter abbracciare Ardon e di consegnarli la tanto bramata sciarpa rossonera. Al momento però nulla di nuovo dal fronte occdidentale.
Le caratteristiche di Jashari
Ma allora perché il Milan si ostina a partecipare a un braccio di ferro, da cui difficilmente potrà uscire vincitore, e non vira su altri profili raggiungibili più facilmente? Domanda più che lecita. A Milanello tutti sono stati stregati dal talento dello svizzero. Mediano dinamico, mancino, dotato di un’ottima tecnica e di un buon tiro da fuori, abile nell’orchestrare la manovra ma capace anche di inserirsi. Questo è l’identikit del gioiello classe 2002, il cui valore è indiscutibile.
Il Milan secondo Max
Ma il primo assaggio del nuovo Milan di Allegri fornisce degli spunti di riflessione interessanti. Nelle due amichevoli contro Arsenal e Liverpool l’allenatore livornese ha disegnato una sorta di 3-5-2, che in fase di non possesso cambiava volta e diventava un un 5-4-1. Moduli che rispecchiano lo stile di gioco di Max, che fin da quando ha fatto ritorno a Milanello ha battuto sull’importanza della fase difensiva: ” I campionati li vincono le migliori difese, sarà dunque fondamentale subire meno gol possibile”. Queste le parole rilasciate durante la conferenza stampa di presentazione. Parole che sembrano essere già diventate un comandamento tra le mura dello spogliatoio rossonero.
Con un Loftus Cheek ritrovato, Jashari è indispensabile?
Anche in fase offensiva Allegri ha le idee chiare: recupero palla e ricerca immediata della verticalità per sfruttare la velocità di Leao e compagnia cantante. Questi sono gli ingredienti del piatto che Max ha messo sul tavolo. E a beneficiarne più di tutti sembra essere Loftus Cheek, che potrebbe tornare a vestire i panni del centrocampista bomber. Le sue caratteristiche si sposano alla perfezione con lo stile di gioco proposto dal tecnico rossonero e quest’anno potrebbe vivere una stagione da protagonista. Occhio però, perché se arriva Jashari, meno straripante dal punto di vista fisico, Ruben sprofonderebbe nelle gerarchie di Allegri e difficilmente lo potremmo vedere all’opera dal primo minuto. Anche perché lì in mezzo ci sono Ricci, Fofana e Modric. Una concorrenza difficile da spodestare.
Alla luce di ciò, investire 40 milioni per un centrocampista abituato a toccare tanti palloni e che farebbe fatica nel contesto rossonero progettato da Max, non sembra essere una mossa vincente. Soprattutto se puoi avvalerti della facoltà di pescare direttamente in casa e schierare un giocatore, che se valorizzato, può prendersi sulle spalle i compagni e decidere le partite. E per ulteriori delucidazioni chiedere a Stefano Pioli e Maurizio Sarri.
