Milan, dopo una stagione a dir poco deludente non si placa la contestazione dei tifosi nei confronti di proprietà e dirigenza.

24 maggio 2025. Una data che per i tifosi del Milan era sinonimo di gloria, per la Champions League vinta a Barcellona nel 1989, oggi diventa il simbolo di una frattura profonda.

A Milano è andata in scena una delle proteste più massicce degli ultimi anni, con migliaia di tifosi rossoneri scesi in piazza a protestare contro la proprietà e la dirigenza del club.

Milan, clamorosa contestazione dei tifosi rossoneri: l’assedio a Casa Milan

Nel pomeriggio, oltre 5.000 tifosi si sono radunati sotto la sede di via Aldo Rossi, rispondendo alla chiamata della Curva Sud.

Cori, fumogeni e striscioni durissimi contro l’intera dirigenza: “Singer, Cardinale, Furlani, Scaroni, Ibra, Moncada: andate tutti via, liberate il Milan da questa agonia”.

L’aria era tesa, il messaggio inequivocabile: per i tifosi, chi guida oggi il club ha tradito lo spirito del Milan.

Terminata la prima fase della protesta, i tifosi hanno marciato in corteo verso San Siro, dove era in programma Milan-Monza, match valido per l’ultima giornata di Serie A.

Un atto simbolico e carico di significato: portare la contestazione dal cuore societario fino al tempio del tifo rossonero.

Milan, clamorosa contestazione dei tifosi rossoneri: la coreografia della rottura: “Go home”

All’interno dello stadio, la Curva Sud ha inscenato una coreografia senza precedenti: i tifosi si sono disposti in modo da formare con i seggiolini la scritta “Go home”, accendendo poi le torce dei telefoni per illuminarla.

Dopo i primi 15 minuti di partita, come annunciato, la curva è stata abbandonata in silenzio, lasciando i giocatori e la società da soli, in un San Siro surreale.

In mezzo a una pioggia di fischi e accuse, l’unico nome a ricevere applausi è stato quello di Paolo Maldini.

L’ex capitano e dirigente è diventato il simbolo della protesta: “Paolo Maldini olé” ha risuonato forte, accompagnato da maglie con il numero 3 e cartelli che ne chiedevano il ritorno.

Il contrasto con l’attuale gestione non potrebbe essere più netto.

Milan, clamorosa contestazione dei tifosi rossoneri: Furlani e Cardinale nel mirino

Cori durissimi sono stati rivolti anche a Gerry Cardinale e Giorgio Furlani, ritenuti responsabili di una gestione fredda, aziendalista e disconnessa dal “milanismo”.

Le accuse sono chiare: mancanza di competenza, scelte tecniche errate, mercato fallimentare ed una comunicazione distante dalla passione del tifo.

Nel tentativo di calmare le acque, l’amministratore delegato Giorgio Furlani ha parlato ai microfoni di DAZN prima della gara: “Anche noi siamo delusi. Ripartiremo subito. Gli errori ci sono stati, ma lavoreremo per correggerli”.

Parole accolte con scetticismo da una tifoseria che non si sente più rappresentata.

Un’identità smarrita ed un futuro da ricostruire

Tra le accuse, anche il tentativo della società di trasformare il Milan in un brand globale scollegato dalle proprie radici: dallo storico logo modificato, alle terze maglie poco tradizionali, fino all’assenza di figure carismatiche in ruoli chiave.

I tifosi rivendicano la propria identità: il Milan non è un’azienda, non ha clienti, ma tifosi.

E il legame emotivo non può essere tradotto in bilancio.

La stagione 2024/25 si chiude così, con una vittoria di Pirro sul Monza ed una frattura apertissima con la piazza.

Il messaggio dei tifosi è chiaro: servono cambiamenti veri, servono dirigenti capaci e milanisti, serve rispetto per la storia e la passione.

Il Milan ha perso l’anima – dicono – ora deve ritrovarla.

Foto: Instagram Milan.