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Lacrime all’Ethiad: il City saluta De Bruyne

De Bruyne saluta Manchester

Nella gara casalinga contro il Bournemouth l’Ethiad si tinge d’azzurro per dare l’ultimo saluto a Kevin De Bruyne.

Maledetta primavera

Arriva maggio, i fiori sbocciano, le temperature si alzano e come di consueto è tempo di addii. Quest’anno è il turno di Kevin De Bruyne.

Il centrocampista Belga, dopo 10 anni con la maglia del City, fa le valige e saluta Manchester.

L’annuncio della separazione era arrivato ad inizio aprile. Ieri l’ultima danza sul prato dell‘Ethiad.

L’ultimo saggio di De Bruyne

L’ultimo capitolo della storia tra il centrocampista Belga e il City ha il sapore di lieto fine:vittoria per 3-1 contro il Bournemouth e 3 punti chiave per la corsa Champions.

Dall’esterno si temeva che l’ennesima delusione stagionale avrebbe potuto rovinare il clima di festa.

Pericolo scampato: il City in versione rullo compressore dilaga e regala una serata coi fiocchi al 17 in maglia azzurra.

Gli ultimi 70 minuti di De Bruyne davanti al proprio pubblico riassumono perfettamente la sua esperienza a Manchester: centrocampista totale, in grado di fondere eleganza e pragmatismo in un unico ballo, senza però apparire come protagonista agli occhi altrui .

De Bruyne non ha mai peccato di incoerenza: è arrivato a vestire la maglia del City in punta di piedi e da quel momento ha sempre preferito valorizzare gli altri piuttosto che ergersi su un piedistallo.

Non a caso il belga è considerato l’assist man per antonomasia.

Pep come Re Mida

Il giovane Kevin, arrivato nella metropoli Inglese a 24 anni, non avrebbe mai potuto immaginare una parentesi così florida.

Ma alla guida del club non c’era un allenatore qualunque, ma Guardiola, che ha seminato con pazienza, rendendo il City una terra fertile e raccogliendo i suoi frutti.

Il classe 91′, alla corte del tecnico spagnolo, ha vinto 19 trofei. Mica male se consideriamo che sono di media due titoli a stagione

L’unico rammarico resta quello di non aver fatto conto tondo.

Rammarico

Kevin lascia il City dopo la stagione peggiore dell’era Guardiola. Stagione che qualcuno, passato per l’altra sponda di Manchester, definirebbe ironicamente da “zero tituli”.

Poco importa. Una macchia che non rovina la strepitosa tela composta da De Bruyne e compagni in questi anni di vittorie.

Il Palmares del Belga recita: 5 coppe di Lega, 6 Premier League, 3 Community Shield, 2 Fa Cup, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea e 1 Mondiale per Club.

Commozione collettiva

Il saluto finale, al centro di quella che è stata la sua casa, ha fatto sgorgare fiumi di lacrime dagli occhi dei tifosi. Ma non solo. Anche Pep Guardiola non ha trattenuto l’emozione.

Come un padre osserva malinconicamente il figlio lasciare casa, così Pep ha assistito all’addio di De Bruyne.

Alla fine lo spagnolo anche se non è il padre biologico, è pur sempre il padre calcistico del talento Belga. E il rapporto creatosi tra i due va al di là del rettangolo di gioco, racchiudendo in sé alcune dinamiche famigliari.

E dietro agli occhi lucidi per l’emozione, traspare lo sguardo fiero di un allenatore che ha visto il suo pupillo consacrarsi come il centrocampista più decisivo dell’ultima decade.

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