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Julio Sergio: “Il terzo miglior portiere del mondo”

Julio Sergio
Foto: Shutterstock

La carriera e la vita di Julio Sergio, ex portiere brasiliano della Roma, nell’articolo scritto da Emanuele Grilli.

Immaginate di essere un giovane portiere brasiliano che passa la sua carriera in patria girando una squadra all’anno senza una meta precisa.

All’improvviso, su segnalazione di un ex giocatore, arrivi in Italia e pensi che la tua carriera può effettivamente avere una svolta.

I sogni e le speranze però si scontrano ben presto con la dura realtà: per anni resti nelle retrovie senza riuscire a giocare nemmeno un minuto in una singola partita ufficiale, tant’è che ti domandi se sia stata effettivamente la scelta giusta o no.

Poi, un giorno di fine agosto, giochi titolare contro una big come la Juventus, con i tifosi che a malapena sanno della tua presenza in rosa giallorossa.

E da qui, l’inizio di una meravigliosa avventura che tuttora viene ricordata dai tifosi giallorossi con rispetto e ammirazione.

Questa è la storia di Julio Sergio Bertagnoli o come soprannominato da Luciano Spalletti, “il terzo miglior portiere del mondo”.

La carriera di Julio Sergio

Julio Sergio nasce l’8 novembre 1978 a Ribeirão Preto, città brasiliana dello stato di San Paolo.

Inizia la carriera professionistica a 17 anni con la maglia del Botafogo.

Nonostante la scelta di diventare un estremo difensore Julio Sergio non è mai stato un gigante, arrivando a un metro e 84 che per gli standard dei portieri non era certamente il massimo.

Dopo tre anni nelle giovanili del club rossonero Julio Sergio esordisce in prima squadra nel 1998, salvo poi essere ceduto dopo sole due presenze al Sertãozinho, altro club brasiliano.

Questo sarà solo l’inizio di una prima parte di carriera vissuta rimbalzando da una squadra all’altra senza una meta precisa. Nel 2000 si sposta all’Inter de Bebedouro, la stagione dopo al Francana, nel 2001 al Malutrom e la stagione dopo al Comercial-Sp.

Il primo accenno di stabilità arriva nel 2002 quando Julio Sergio viene acquistato dal Santos.

Col club bianconero il portiere resta per due anni totalizzando 41 presenze ufficiali in tutte le competizioni.

Nel 2004 cambia nuovamente squadra andando dai biancoverdi dello Juventude, un’esperienza breve di sole 7 presenze prima di essere ceduto nuovamente all’America-SP.

E qui, dopo una sola stagione e 18 presenza, arriva la prima svolta della carriera.

L’approdo alla Roma e le prime difficoltà

Su segnalazione dell’ex difensore giallorosso Antonio Carlos Zago infatti Julio Sergio vola in Europa per un provino con la maglia della Roma, al tempo allenata da Luciano Spalletti e reduce da un secondo posto conquistato dopo i famosi eventi di Calciopoli.

Il provino è positivo, il giocatore sembra convincere e viene tesserato con un contratto fino al 30 giugno 2010.

Tutto sembra volgere per il meglio, ma fin da subito si capisce quale sarà il ruolo di Julio Sergio nella rosa giallorossa: terzo portiere alle spalle di Doni e il giovane Gianluca Curci, davanti solo al rientrante Carlo Zotti.

Il brasiliano capisce fin da subito che le occasioni per farsi valere in partite ufficiali saranno a dir poco limitate e nelle prime stagioni andrà esattamente così.

Fino al 2009 infatti Julio Sergio non riesce a giocare neanche una partita ufficiale, limitandosi a qualche sporadica apparizione in amichevoli precampionato senza convincere più di tanto.

Tutto però fino al 31 agosto 2009, quando la carriera del brasiliano subisce una svolta inaspettata. 

L’incredibile stagione 2009/2010

La situazione in casa Roma è a dir poco problematica.

Il club di Rosella Sensi vive un periodo di grandi difficoltà economiche che porta a un calciomercato estivo ai limiti dell’elemosina: partono Aquilani e Panucci, arrivano i soli Guberti e Lobont a parametro zero, Burdisso in prestito secco e il giovane Zamblera per la Primavera.

A questo si aggiunge la precaria situazione di Luciano Spalletti, rimasto a sorpresa dopo la faticosa stagione precedente ma ormai sempre più distante mentalmente dalla squadra giallorossa.

L’esordio in campionato poi non fu certamente dei migliori: sconfitta per 3-2 in casa del Genoa nonostante il vantaggio nella ripresa firmato da Totti e Taddei.

La sfida contro la Juventus diventa quindi un crocevia importante per capire il futuro della squadra giallorossa e nella scelta delle formazioni ufficiali il tecnico di Certaldo stupisce tutti: fuori Doni e Arthur, dentro a sorpresa Julio Sergio all’esordio ufficiale in prima squadra.

Una scelta che non sa tanto di fiducia improvvisa quanto più come una provocazione nei confronti di un club che non lo ha supportato a livello di mercato.

Alla fine la Juventus vince 1-3 gelando i tifosi dell’Olimpico, trascinata dai brasiliani Diego e Felipe Melo che rendono inutile il temporaneo pareggio di Daniele De Rossi.

Una delle poche note positive però fu proprio la prestazione di Julio Sergio, capace nonostante i tre gol subiti di salvare la porta in più di un’occasione.

L’arrivo di Claudio Ranieri

Poche ore dopo arrivano le dimissioni di Spalletti e l’arrivo in panchina dell’ex bianconero Claudio Ranieri, col tecnico che decide di confermare la fiducia al brasiliano schierandolo titolare anche nelle partite successive.

La squadra ritrova fiducia e ottiene i primi risultati positivi, con 8 punti nelle successive 4 partite che riportano la Roma in posizioni più adeguate.

Il tutto fino alla sfida interna contro il Napoli, vinta con la doppietta di uno strepitoso Francesco Totti ma con gli infortuni proprio del Capitano e di Julio Sergio.

In porta torna quindi il connazionale Doni ma i risultati cambiano drasticamente.

Col brasiliano infatti arrivano tre sconfitte consecutive in campionato contro Milan, Livorno e Udinese, che riportano la Roma a pochi punti dal baratro della retrocessione.

I giallorossi ritrovano il successo tra i fischi in casa contro il Bologna e una settimana dopo sono di scena a San Siro contro la capolista Inter.

Julio Sergio torna titolare dall’infortunio e si rende subito protagonista di almeno tre interventi clamorosi che salvano il risultato e permettono alla Roma di uscire da Milano con un punto molto importante.

Da qui in poi il portiere brasiliano diventa a tutti gli effetti un intoccabile degli undici titolari.

Nonostante l’altezza non elevata infatti, almeno per gli standard moderni dei portieri, Julio Sergio dimostra un’eccezionale reattività tra i pali, oltre che una bravura nel dialogare con i compagni e nell’uscire tempestivamente in area di rigore per recuperare il possesso del pallone.

Le parata incredibili di Julio Sergio al Derby

Nel girone d’andata poi il brasiliano si rende protagonista di un altro episodio a dir poco importante per consolidare il suo posto da titolare.

Siamo a metà della ripresa di un derby ancora bloccato sullo 0-0 quando a un certo punto la Lazio arriva pericolosamente in area.

Zarate colpisce con il destro e centra il palo, Julio Sergio si abbassa e rimane a terra: la palla va sui piedi di Mauri che colpisce a botta sicura, ma il portiere si rialza come un gatto e manda la palla sopra la traversa.

Pochi minuti dopo Cassetti segna il gol decisivo e la Roma ottiene un’importantissima vittoria nel derby che rilancia ulteriormente le speranze della squadra giallorossa.

Il percorso in campionato diventa sempre più entusiasmante, la squadra vince e convince e in poco tempo entra prepotentemente nella lotta scudetto tra Inter e Milan.

Qualche sconfitta inaspettata allontana i rossoneri di Leonardo e rilancia ulteriormente la squadra giallorossa che dopo aver battuto l’Inter nello scontro diretto sfrutta il passo falso dei nerazzurri a Firenze e l’11 aprile 2010, battendo l’Atalanta in casa, sale a sorpresa al primo posto in solitaria.

Una settimana più tardi arriva la Lazio e la sfida si fa fin da subito in salita, con Rocchi che porta in vantaggio i biancocelesti e Ranieri che a sorpresa toglie a fine primo tempo Totti e De Rossi per Taddei e Menez.

Passano una manciata di minuti e Cassetti stende in area Kolarov, calcio di rigore e occasione clamorosa per la squadra biancoceleste.

Sul dischetto si presenta Floccari ma Julio Sergio compie un’altra parata strepitosa e salva il risultato.

Come nel girone d’andata questo diventa l’episodio che cambia la partita, con la Roma che rimonta con una doppietta straordinaria di Vucinic e si conferma al primo posto in solitaria.

La delusione per lo scudetto sfiorato

Purtroppo il sogno scudetto svanisce sul più bello, con la Sampdoria che batte 1-2 la Roma all’Olimpico e permette all’Inter il sorpasso definitivo che porterà poi allo scudetto nerazzurro.

Questo però non cambia quella che si può considerare una delle stagioni più belle ed emozionanti della recente storia giallorossa, grazie anche alle prestazioni del giocatore più improbabile che si potesse immaginare a inizio stagione.

Le difficoltà delle stagioni 2010/2011

La stagione successiva però, nata sotto i migliori auspici, diventa fin da subito traumatica.

La squadra perde subito il passo delle rivali, pareggiando con Cesena e Bologna e perdendo con Cagliari e Brescia nelle prime quattro partite di campionato.

Il rendimento è a dir poco altalenante e a sorpresa anche Julio Sergio ne risente: tanti gol presi, poche parate importanti e una solidità difensiva che si sgretola col passare delle settimane.

Proprio a Brescia però il portiere brasiliano si rese protagonista di un altro episodio tuttora ricordato dai tifosi con ammirazione ed emozione.

Nel finale della sfida infatti Julio Sergio si infortuna gravemente e subisce una distorsione alla caviglia destra, decidendo però di restare in piedi tra lacrime e sofferenza per non lasciare la sua squadra in inferiorità numerica.

Da lì in avanti la stagione vivrà di pochi alti e tanti bassi, con Ranieri che decide di dimettersi dopo un clamoroso 4-3 in casa del Genoa e Montella che decide subito di rimettere Doni al suo posto relegando Julio Sergio al ruolo di prima alternativa.

A fine stagione, dopo 61 presenze in tutte le competizioni e l’arrivo dell’olandese Stekelenburg, Julio Sergio lascia la Roma in prestito e si accasa al Lecce. 

Ultime esperienze e ritiro di Julio Sergio

La sfortuna e gli infortuni però non sembrano lasciarlo in pace neanche in terra salentina.

Dopo le prime prestazioni infatti Benassi gli prende subito il posto da titolare e qualche settimana dopo Julio Sergio rimedia la rottura del legamento crociato anteriore che gli fa concludere in largo anticipo la stagione in giallorosso.

Nei successivi due anni torna alla Roma senza riuscire a disputare più neanche un minuto, svincolandosi nel 2013 e tornando poi in Brasile al Comercial-SP a gennaio 2014.

Sei mesi più tardi, a 36 anni, Julio Sergio decide di appendere i guantoni al chiodo e iniziare la carriera da allenatore in patria, girando numerose squadre senza però ottenere risultati particolarmente importanti. 

Conclusione

Siamo giunti così alla fine del racconto della carriera di Julio Sergio Bertagnoli e cosa si può dire in conclusione?

E’ stato senza dubbio un professionista esemplare, sempre corretto e con un atteggiamento da grande campione.

La carriera è stata complessivamente modesta ma quella stagione 2009/10 rimarrà scolpita nel cuore di tutti, quando una squadra con poche aspettative e un terzo portiere come titolare stava per battere la gigantesca Inter di José Mourinho.

La vita purtroppo lo ha messo di fronte a una situazione a dir poco tremenda, con la prematura scomparsa del figlio Enzo a causa di una lunga malattia, e con questo articolo ho voluto regalargli un tributo e mostrargli anch’io la mia vicinanza in un momento difficile come questo.

Tutta Roma era, è e sarà sempre con te, Julione.

Scritto da Emanuele Grilli

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