Spolveriamo, rievocandole dai meandri della storia di uno dei club più importanti al mondo, le gesta degli italiani in blaugrana
La storia del Barcellona, con le dovute eccezioni, non è fondata sull’approdo di giocatori stranieri che abbiano militato per il club, in particolar modo italiani.
I blaugrana, da sempre, crescono i propri talenti in casa, formando i giovani nella Masia per poi introdurli in prima squadra e costruire così una solida identità catalana.
Per questo le storie di italiani al Barcellona sono più uniche che rare e si contano sulle dita di una mano.
Italiani al Barcellona
Giulia Dragoni – la bimba italiana che ha stregato il Camp Nou
Giulia Dragoni nasce a Milano nel 2006. Stella emergente del calcio femminile italiano da anni, oggi si è affermata e controlla il centrocampo dell’A.S. Roma Women .
Arriva a Barcellona nel gennaio 2023, appena diciassettenne, e, da subito, incanta per personalità e talento, tanto da riuscire a debuttare in prima squadra a novembre.
Giulia farà così parte di una rosa capace di vincere tutto nel 2024: campionato, coppa e Champions League femminile.
Diversi i suoi record e i riconoscimenti: prima straniera del vivaio blaugrana, esordio col Barça a 17 anni e 19 giorni (la più giovane straniera nella storia del club), Golden Girl 2024 e prima italiana a vincere la Champions League.
Francesco Coco – una stagione fugace
Estate 2001. Francesco Coco arriva in prestito al Barcellona dal Milan di Berlusconi. Terzino sinistro, all’epoca la sensazione attorno a lui e che pervadeva il calcio era che fosse destinato a una carriera di spessore.
In Catalogna gioca una sola stagione, collezionando 33 presenze ufficiali e 2 gol. Non basteranno, però, a farlo diventare un idolo blaugrana.
Era un Barça in ricostruzione il suo, ancora lontano dal livello al quale sarebbe arrivato con Rijkaard e Guardiola: Coco correva sulle fasce, generoso e impetuoso, un lampo italiano che però non lasciò il segno.
Rientrato a Milano, verrà venduto all’Inter, dove concluderà la sua carriera passando dai prestiti al Livorno e al Torino.
Thiago Motta – brasiliano di nascita, italiano di cuore, catalano di piede
Entrato ragazzino nella Masia, il destino gli ha consegnato una tripla identità: brasiliano di passaporto, italiano di cuore e di nazionale, catalano nel trattare il pallone.
Thiago Motta vestì la maglia del Barcellona dal 2001 al 2007, collezionando 158 presenze ufficiali e 11 gol tra tutte le competizioni.
Furono anni travagliati per Thiago, infortuni e rinascite si susseguivano; il talento, a tratti cristallino, faticava a trovare reale continuità.
Eppure, con lui in campo, il Barça conquistò due campionati spagnoli, due Supercoppe di Spagna e, soprattutto, la Champions League del 2006, vinta contro l’Arsenal.
Il suo viaggio scapigliato nel centrocampo blaugrana rimane uno scatto indelebile nei ricordi degli italiani, i quali, memori del suo talento, lo hanno accolto e apprezzato in Serie A e in nazionale.
Svincolato, arriva in Italia nel 2008, prima del Triplete con l’Inter nel 2010 e il finale di carriera al PSG.
Demetrio Albertini – l’ultimo ballo di un elegante regista
Il Barça del 2004/05 non era una squadra qualunque: Ronaldinho danzava, Eto’o segnava, Xavi e Iniesta dirigevano. In quell’orchestra trovò spazio, per un’ultima sinfonia, Demetrio Albertini.
Dopo una carriera leggendaria al Milan, terminate le parentesi con Atletico Madrid, Lazio e Atalanta, arrivò a Barcellona come uomo di esperienza e equilibratore.
Solo 6 presenze totali, nessun gol, ma un carisma che contava nello spogliatoio: Albertini mise la sua firma sul campionato spagnolo vinto dai blaugrana quell’anno, chiudendo così, con un titolo, la sua carriera da professionista.
Istantanea perfetta dell’eleganza a fine corsa: un artista che, prima di riporre pennelli e colori, decide di lasciare un ultimo tratto su una tela diversa.
Gianluca Zambrotta – treno Como-Barcellona
Campione del mondo nel 2006, Gianluca Zambrotta, nato a Como nel 1977, arrivò a Barcellona pochi giorni dopo aver sollevato la Coppa in Germania.
Per due stagioni (2006–2008) fu il titolare fisso delle corsie difensive, destra o sinistra che fosse, collezionando 85 presenze ufficiali e 3 gol.
Con lui il Barça vinse solo una Supercoppa di Spagna, ma mantenne alta la competitività in un periodo di transizione, quello che, di lì a poco, avrebbe portato all’era Guardiola.
Zambrotta era un simbolo di affidabilità, corsa e sacrificio. Non tornò nel bel paese (Milan) stringendo trofei da leggenda, ma il suo, col Barcellona, fu forse il matrimonio italiano più felice: professionista silenzioso, corridore instancabile, cuciva il gioco e incarnava a pieno lo spirito blaugrana.
Cinque nomi, cinque storie. Cinque gli italiani che hanno indossato la casacca, pesantissima, del Barcellona.
Il Barça non è mai stato terra di approdo per noi azzurri, ma in quelle fitte maglie blaugrana, per alcuni istanti, si è parlato anche la nostra lingua.
E’ proprio questa rarità, dunque, a rendere ancora più romantiche le loro storie: brevi, intense e, forse, irripetibili.