Italia, Il rifiuto del tecnico romano accentua il vuoto in Figc. Ora serve carisma: lo Special One è il profilo adatto per uscire dal tunnel
Doveva essere Claudio Ranieri l’uomo della provvidenza per la Nazionale, l’unico in grado – per esperienza, stile e senso del dovere – di restituire ordine e credibilità al progetto Azzurro.
Ma la realtà ha smentito le prime pagine: Ranieri ha detto no, non per capriccio, ma per rispetto di un impegno già preso con la nuova Roma di Gasperini, dove ricoprirà un ruolo fondamentale nella transizione tecnica e ambientale.
Non è stato un rifiuto in senso stretto, quanto piuttosto un atto di responsabilità e coerenza, qualità rare nel mondo del calcio.
Ma ora che l’unico nome condiviso e credibile è sfumato, il vuoto in Figc si fa imbarazzante. E il presidente Gabriele Gravina pare privo di alternative chiare.
Italia, Pioli, Cannavaro, Mancini-bis? Ipotesi che non scaldano
Tra le ipotesi circolate nelle ultime ore, si fanno i nomi di:
- Stefano Pioli, vicino alla Fiorentina, che però non entusiasma
- Un improbabile ritorno di Mancini, oggi lontano dalla Federazione
- Fabio Cannavaro, il cui percorso da allenatore è stato fin qui deludente
Tutti profili che sembrano inadeguati al momento storico che vive la Nazionale: una squadra debole tecnicamente, senza personalità e afflitta da una crisi d’identità ormai cronica.
Italia, serve un uomo forte
In un simile contesto, più che un tattico serve un leader carismatico, capace di farsi scudo davanti a un gruppo fragile e dare un’identità emotiva prima ancora che tecnica.
Ed è qui che entra in gioco un nome pesante: José Mourinho.
Attualmente legato al Fenerbahce, ma libero a giugno 2026, lo Special One conosce l’Italia meglio di molti italiani, ha già gestito piazze difficili, sa muoversi nel caos mediatico e, soprattutto, sa vincere quando conta.
Perché Mourinho avrebbe senso
- Conosce il contesto italiano, i suoi vizi e le sue pressioni
- Ha il carisma per tenere unito un gruppo fragile
- È maestro nel creare un clima “noi contro il mondo”
- Ha già dimostrato di saper gestire tornei brevi, come richiesto in un Mondiale
- In un’Italia che deve prima “non prenderle”, l’approccio pragmatico di Mou potrebbe rivelarsi perfetto
Non prometterebbe calcio champagne, certo, ma oggi chi può davvero garantirlo con il materiale umano a disposizione?
Conclusione: una scelta che servirebbe, ma che (forse) non si farà
In un momento in cui la Nazionale sembra senza rotta e senza idee, Mourinho rappresenterebbe la scelta coraggiosa e di rottura.
Una decisione forte, all’altezza della storia di una squadra quattro volte campione del mondo.
Proprio per questo, forse, non accadrà. Ma se Gravina cerca una soluzione che dia un senso al futuro Azzurro, oggi più che mai dovrebbe chiamare lo Special One. Prima che il buio diventi definitivo.