Lautaro Martinez, capitano dell’Inter, ha parlato ai microfoni di France Football, ecco le parole dell’attaccante argentino.
Tanti gli argomenti toccati da Lautaro Martinez nella sua intervista a France Football.
Dalla Champions alla “lite” con Calhanoglu, passando per Inzaghi
Sulla Champions:
“Abbiamo giocato due finali di Champions in tre anni.
Abbiamo sempre fatto un ottimo percorso, ma ci è sempre mancato quel qualcosa in più nell’ultima partita.
Quella col Psg mi è costata molto, ho fatto fatica ad accettarlo, eravamo preparati e fiduciosi.
Non siamo riusciti a mettere in pratica quello che avevamo preparato, facendoci arrabbiare.
Era il loro giorno, hanno meritato, ho fatto i complimenti ad Hakimi e Donnarumma”.
Sul post 5-0 con il PSG:
C’è stata una settimana in cui il dolore è stato fortissimo, difficile da digerire.
Per cinque giorni dopo la finale non ho parlato con nessuno, ero bloccato.
Ero un po’ ansioso e triste perché è stato un duro colpo.
Avevamo la possibilità di vincere tre titoli e alla fine ci ritroviamo così, senza niente.
È il dolore più profondo che abbia mai provato”.
Su Simone Inzaghi:
“È difficile da spiegare quanto successo a Monaco, il Napoli che ha vinto lo Scudetto, ha giocato solo in campionato.
Si è riposato, si è preparato per la partita ogni settimana.
Per noi, dall’anno scorso, è stato un accumulo di partite, stanchezza, infortuni, giocatori indisponibili nei momenti importanti. Si è fatto sentire davvero.
Il futuro di Inzaghi non ha influito in modo negativo.
Ognuno è libero di fare le scelte che preferisce.
All’epoca, l’allenatore non ci disse che aveva delle offerte, che se ne sarebbe andato e tutto il resto.
Il suo staff ha sempre dimostrato professionalità, ha sempre preparato le cose nel miglior modo possibile.
Ci siamo sentiti molto a nostro agio con lui, era la nostra testa pensante”.
Inter, Lautaro Martinez: “Sono tra i primi 5 attaccanti al mondo”
Sullo scontro con Calhanoglu:
“È stato un malinteso, alcune cose non mi sono piaciute, ma le mie affermazioni erano generiche e non erano rivolte a lui.
Da capitano, è quello che mi è venuto in mente in quel momento.
Poi ne abbiamo discusso con la squadra, l’allenatore e la dirigenza.
E tutto va bene, tutto è stato chiarito.”
Sul pallone d’oro:
Cerco di raggiungere i miei obiettivi per essere in pace con me stesso.
A 28 anni, sono molto contento della mia carriera.
Aspiro ad essere più riconosciuto, ma soprattutto io vorrei essere riconosciuto come una persona buona, educata e che si è sempre comportata correttamente.
“Mi colloco tra i primi cinque attaccanti al mondo,non voglio fare nomi.
Quello che ho fatto negli ultimi anni mi permette di essere tra i primi cinque”.
Nel 2024 mjaspettavo di finire più in alto.
Rispetto la scelta dei giudici, mi hanno chiesto cosa pensassi e l’ho detto.
Sono fatto così, non sono mai stato in mezzo alle cose”.