Inter, è caos totale dopo l’eliminazione al Mondiale per Club subita dal Fluminense: Lautaro al veleno, Marotta conferma e Calha…
Il Mondiale per Club si chiude nel peggiore dei modi per l’Inter, eliminata dal Fluminense ed affondata in una crisi che va ben oltre il campo.
Ad infiammare l’ambiente ci ha pensato il capitano Lautaro Martinez, che ha parlato con toni durissimi nel post-partita:
“Chi non vuole restare qui se ne deve andare, il mio messaggio è chiaro. Ho visto cose che non mi sono piaciute. Chiedo scusa ai tifosi venuti fin qui per starci vicino”.
Il numero 10 nerazzurro ha puntato il dito contro chi, a suo dire, non ha mostrato attaccamento alla maglia:
“In questa squadra devi volerci stare. Non faccio nomi, ma ho visto tante cose che non mi sono piaciute. Chi vuole restare, resti. Chi non vuole, deve andare via”.
Un messaggio diretto, forte, e che sembra indirizzato soprattutto ad Hakan Calhanoglu, apparso sempre più distante dal gruppo.
Inter, è caos totale, Marotta fa nomi: “Il riferimento è a…”
Le dichiarazioni del capitano sono state confermate con decisione dal presidente Beppe Marotta, che ha parlato apertamente della situazione:
“Le sue sono parole da capitano, condivise dalla società”.
E ha poi aggiunto senza giri di parole:
“Immagino si riferisse a Calhanoglu, con cui parleremo. Ha dato tanto e va ringraziato, ma è tempo di fare chiarezza. Il mercato è aperto, servono decisioni nette”.
Il centrocampista turco è da settimane al centro di voci che lo vorrebbero vicino al Galatasaray, ma ufficialmente non ha mai chiesto la cessione.
Marotta ha precisato: “Quando un giocatore dirà di voler andare via, la porta è spalancata. Non l’ha detto lui ma lo dico io: il discorso è riferito a Calhanoglu”.
Inter, è caos totale, la replica: “Mai tradito l’Inter”
Non si è fatta attendere la risposta di Calhanoglu, che ha affidato ai social un lungo post dal tono accorato:
“Non ho mai detto di non essere felice all’Inter. In passato ho ricevuto offerte anche molto importanti. Ma ho scelto di restare. Perché so cosa rappresenta per me questa maglia”.
Il turco ha spiegato anche le sue assenze per infortunio, sottolineando il proprio senso di appartenenza:
“Mi ha colpito leggere parole che dividono, non uniscono. Il rispetto non può essere a senso unico”.
Il post si chiude con un messaggio forte:
“Il futuro? Lo vedremo. Ma la storia ricorderà sempre chi è rimasto in piedi. Non chi ha alzato di più la voce”.
A rincarare la dose, è arrivata anche la moglie del giocatore, che su Instagram ha pubblicato una frase criptica ma eloquente:
“Alcuni non sono fedeli a te, ma al bisogno che hanno di te. Quando i bisogni cambiano, cambia anche la loro lealtà”.
Dal flop Mondiale al fantasma di Inzaghi
Il caso Calhanoglu si inserisce in un momento nerissimo per l’Inter.
La squadra ha chiuso una stagione con zero titoli su cinque fronti, culminata nella delusione più cocente: l’eliminazione dal Mondiale per Club per mano del Fluminense.
Una sconfitta che ha fatto emergere tutte le crepe di uno spogliatoio spaccato, scosso da nervosismi interni e polemiche pubbliche.
A rendere tutto più amaro, l’eco del successo dell’ex allenatore Simone Inzaghi, esonerato con freddezza ed ora capace di eliminare nientemeno che il Manchester City di Guardiola con il suo Al Hilal.
Una beffa difficile da digerire, che riapre anche il dibattito sulla gestione societaria degli ultimi mesi.
Nel frattempo Cristian Chivu, promosso in panchina senza alcuna esperienza ad alto livello, ha provato a ricompattare il gruppo:
“Siamo stati un po’ presuntuosi, ma abbiamo dato tutto. Le parole di Lautaro? Lui è entrato a gamba tesa, ma il messaggio vale per tutti”.
Parole concilianti, ma che sembrano poco sufficienti a sanare le profonde fratture emerse.
L’Inter si affaccia così alla stagione 2025/26 con più dubbi che certezze: un allenatore da testare, un mercato da affrontare con lucidità ed un’identità di squadra da ritrovare.
Il rischio concreto è che l’onda lunga di questa crisi possa condizionare pesantemente anche l’inizio del nuovo anno.
Servirà una strategia chiara da parte della dirigenza, che dovrà decidere se proseguire con questo gruppo o se iniziare un vero e proprio rinnovamento.
La sensazione, però, è che servano più dei semplici innesti di mercato: serviranno uomini, prima ancora che calciatori, pronti a raccogliere la sfida del riscatto.
Lautaro Martinez ha tracciato una linea netta, mettendoci la faccia ed indicando una direzione.
Ora tocca alla società e al resto della squadra decidere se seguirlo o voltargli le spalle.
Perché una cosa è certa: senza unità, senza fame e senza identità, l’Inter non tornerà a vincere.
Ed il rischio di disperdere quanto costruito negli ultimi anni è più reale che mai.
Foto: Instagram Lautaro Martinez.