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Immobile, ritorno in Italia dopo un anno: i pro e i contro dell’affare

Immobile, pro e contro del suo ritorno in Italia.

Dopo aver salutato la Lazio appena un anno fa, Ciro Immobile ha scelto di tornare in Serie A, abbracciando il progetto felsineo.

Il “come back”, nella cultura americana, rappresenta un grandissimo punto di interesse, capace di richiamare l’attenzione di milioni di tifosi, tutti incuriositi dalla scelta di un grande giocatore di tornare in una determinata squadra o, nel nostro caso, nel paese che, qualche tempo prima, aveva lasciato qualche tempo prima.

Il ritorno in patria di un attaccante come Ciro Immobile, capace di scrivere, nel bene e nel male, pagine importanti della storia recente del nostro calcio, non può assolutamente passare, dunque, inosservato, nonostante il centravanti campano non sia più, senza dubbio, un crack di livello continentale.

L’ex goleador della Lazio, infatti, non dispone più, soprattutto a causa dell’età e dei conseguenti problemi fisici, della velocità e della scaltrezza su cui poteva contare prima, quando, con la maglia biancoceleste, riuscì a conseguire traguardi importantissimi, a partire dalla Scarpa d’Oro 2020, arrivata in coda ad un’annata impressionante dal punto di vista realizzativo..

L’Immobile che, tra qualche ora, arriverà, stando a ciò che affermano i più fidati insiders, a Bologna, quindi, non è più il calciatore che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, ma, sicuramente, porta con sé, nel suo metaforico bagaglio, un arsenale di colpi formidabile, in grado, potenzialmente, di fare molto comodo alla squadra di Vincenzo Italiano.

Quest’ultima, tuttavia, ha sorpreso tutti scegliendo di puntare sul nativo di Torre Annunziata, se è vero che, optando per un veterano come lui, ha scelto, insolitamente rispetto alle sue abitudini, di prediligere l’esperienza alla gioventù, sconfessando in parte quanto fatto nell’ultimo periodo.

Quello di Ciro, dunque, è un acquisto particolare, di cui, sebbene sia ancora molto presto, sono già rintracciabili i cosiddetti “pro” e “contro”.

Perché Immobile sì…

Il Bologna di Vincenzo Italiano, fin dalla prima partita della stagione, ha sempre dimostrato di prediligere un calcio di natura offensiva, mirato, ossia, più a chiudere gli avversari nella loro metacampo che a rintanarsi con timore nella propria, tentando di proteggere spietatamente la porta difesa da Skorupski.

I rossoblù, però, non si sono tanto imposti con il tiki-taka di Guardiola, ma, al contrario, hanno preferito di gran lunga, spesso, cedere il pallone ai propri rivali, provando, con una pressione quasi “kamikaze”, a rubarglielo prima che esso potesse uscire dalla loro metacampo.

E’ naturale, di conseguenza, che molte reti della banda felsinea siano nate da azioni di ripartenza, derivate dal già citato recupero palla molto alto e concretizzate con abilità dai vari calciatori offensivi a disposizione del tecnico siciliano ex Spezia.

Tra questi, però, un rapace della transizione vero e proprio come Immobile tende a mancare e, di conseguenza, Ciro potrebbe integrarsi molto bene in questa situazione tecnico-tattica, se è vero che, alla Lazio, assai frequentemente Inzaghi e Sarri si trovarono ad esultare per le sue reti in contropiede.

Come se non bastasse, poi, il campano è abituato anche lui a pressare alto e, nonostante la già citata veneranda età, secondo il parere di chi scrive, potrebbe svolgere il ruolo di “primo pressante” in maniera molto funzionale, forse anche più dei colleghi Dallinga e Castro.

Proprio questi due, inoltre, potrebbero giovare dell’esperienza di Immobile, il quale ha di sicuro le capacità per recitare il ruolo di “chioccia” per entrambi, tutti e due bisognosi di un mentore che li aiuti nel loro processo di crescita.

…e perché no

Come già spiegato nel paragrafo introduttivo di questo pezzo, il Bologna, andando ad acquistare Ciro Immobile, ha scelto di non seguire la linea verde mantenuta negli ultimi anni sotto la direzione tecnica di Giovanni Sartori e, in tutta onestà, la mossa è parsa abbastanza in contrapposizione con la direzione del progetto intrapresa da Italiano.

Quest’ultimo, infatti, nell’ultima stagione ha dimostrato di riporre molta fiducia sia in Castro, sbocciato sotto la sua gestione e ora richiesto da moltissime squadre, che in Dallinga, arrivato in Emilia come sicuro titolare e poi quasi declassato a riserva dell’argentino.

Entrambi i ragazzi, nonostante l’olandese sia costato maggiormente a Joey Saputo, rappresentano degli investimenti importanti, su cui, senza alcun dubbio, i rossoblù devono lavorare per tentare di non sprecare il grande patrimonio tecnico che si trovano ad avere per le mani.

L’arrivo di un centravanti come Immobile, dunque, che, almeno di incredibili sorprese, non è sicuramente tornato in Italia per recitare il ruolo della comparsa, rischia di togliere tanto importante spazio ai due ragazzi, i quali, al contrario, ne avrebbero disperatamente bisogno per prendere fiducia nei propri mezzi.

Siccome l’intenzione dei rossoblù non sembra quella di cedere uno fra l’argentino e l’olandese, di conseguenza, Italiano dovrà essere bravo a gestire tutti e tre questi attaccanti, facendo in modo che nessuno oscuri gli altri, garantendo il giusto spazio ad ognuno: un’impresa non facile…

Foto: facebook Bologna FC.

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