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Fiorentina, non è tutto da buttare: quali sono le basi da cui ripartire

Fiorentina, non è tutto da buttare.

Arrivati ad una giornata dal termine, la Fiorentina di Palladino deve trovare l’ottimismo di guardare ai lati positivi di questa annata.

Fin da piccino, quando per le prime volte mi approcciai ai film di Leonardo Pieraccioni e ai video su YouTube del Palio di Siena, che sentivo particolarmente vicino per una serie di somiglianze con il millenario rito della mia città natale, ebbi la fortuna di conoscere una delle “genti italiche” maggiormente particolare: i toscani.

Quest’ultimi, orgogliosi abitanti della regione, sia a livello naturale che culturale, probabilmente più bella di tutta la Penisola, dispongono di alcune caratteristiche ben peculiari e, avendo la possibilità di vivere tra loro da quattro anni a questa parte, ho potuto approfondire con grande piacere pregi e difetti di “codesta”, per l’appunto, comunità, sempre scossa da continui contrasti interni.

Se c’è una cosa, infatti, per cui i toscani sono famosi è il loro estremo campanilismo, ereditato dal fiorente periodo medioevale durante cui quello che sarebbe divenuto il “Granducato” era pieno di fieri liberi comuni, ognuno desideroso di affermare il proprio dominio sulle rivali.

E’ evidente, dunque, come questa gente disponga di una spiccata vena polemica, incapace di essere taciuta anche nelle situazioni nella quale essa risulta maggiormente fastidiosa e, se alle volte ciò può rappresentare una caratteristica positiva, in molte altre occasioni questo atteggiamento così critico può divenire un grosso problema.

Qualora, poi, si aggiunga al tutto la pericolosissima “sindrome del pesce rosso”, la quale affligge tutte le popolazioni italiche, allora si comprende come i tifosi della Fiorentina, squadra che, paradossalmente, rappresenta ormai da anni praticamente tutta la regione, siano tra i più complicati da accontentare.

Ecco, allora, che appare lampante il motivo per il quale, nonostante il buon campionato portato a termine, in riva all’Arno ben pochi siano soddisfatti della stagione degli uomini di Palladino.

I risultati (non ottenuti) dalla Fiorentina

Precisando che, ovviamente, il discorso condotto per tutta la prima parte di questo articolo si diverte in maniera innocua e generalizzata a scherzare con gli stereotipi che animano da sempre il nostro Paese, la rabbia dei tifosi della Fiorentina, aldilà della loro vena polemica, risulta motivata dalla scarsità dei risultati ottenuti in questa stagione dal club di Commisso.

Quest’ultimo, prima dell’avvio dell’annata, si era detto assolutamente fiducioso non solo riguardo all’insperata conquista della Conference League, già sfuggita all’ultimo atto nei precedenti due anni, ma anche nei confronti di una possibile qualificazione alla Champions.

La Coppa Italia, poi, è sempre stato un obiettivo abbastanza gradito alla Viola, la quale, specialmente nelle annate in cui si è ritrovata impegnata su altri fronti, l’ha vista come un’occasione importante per aggiungere un trofeo alla propria bacheca.

Arrivati praticamente alla fine del campionato, con l’accesso alla Conference aggrappato praticamente ad un filo, la Fiorentina, dunque, è rimasta con un pugno di mosche in mano, destinata con grandissima probabilità a non disputare alcuna competizione europea durante la prossima stagione.

La rabbia dei sostenitori gigliati, di conseguenza, è sicuramente comprensibile, visto che, sebbene negli anni la dirigenza non abbia mai avuto troppa paura nel lanciare proclami di vario tipo, nella città di Dante non è ancora tornata nessuna coppa, lasciando tutti a bocca asciutta.

Prima di dare libero sfogo all’istinto, di permettere alla pancia di fagocitare anche laa testa, il sottoscritto ritiene che sarebbe necessario guardare con una maggiore obiettività all’interezza dell’annata, la quale, nonostante tutto, rischia di aver posto in maniera molto solida delle basi da cui ripartire.

No, non è assolutamente tutto da buttare.

Da chi e da che cosa ripartire

Quando manca ancora una gara al termine dell’annata, la prima Fiorentina di Raffaele Palladino ha già superato il punteggio che aveva ottenuto una stagione fa, migliorando, almeno per adesso, anche il piazzamento ottenuto, il quale, a causa della perdita del quinto posto Champions da parte del nostro campionato, ha smesso di valere la qualificazione all’Europa League.

Già questo primo aspetto, dunque, potrebbe tranquillamente rappresentare una valida scusa per giustificare la possibile assenza gigliata dalle competizioni UEFA del prossimo anno, visto che rende evidente la maggiore competitività di questa Serie A.

Scendendo, poi, nel dettaglio tecnico, appare “lapalissiano”, per citare Aldo, Giovanni e Giacomo, come la Viola abbia finalmente trovato degli interpreti in grado di garantirle l’avvio di una solida progettualità, fondata su delle ottime prestazioni.

I vari De Gea, Dodò, Comuzzo, Adli, Fagioli, Gudmundsson (quando non frenato da problemi fisici), Mandragora, Gosens sono tuti calciatori su cui poter tranquillamente fondare anche la squadra per il prossimo anno, rinforzata a dovere per colmare certe lacune.

Anche giocatori come Ranieri, Parisi, Richardson o Beltran non sono di certo da sottovalutare, ma è indubbio come la vera rivelazione dell’annata dei toscani sia stato senza dubbio Moise Kean, il quale, dall’alto dei suoi ventiquattro gol stagionali, si è imposto come il trascinatore della banda di Palladino.

Proprio quest’ultimo, poi, si è dimostrato un allenatore tatticamente flessibile, capace di sopperire alle numerosissime assenze venutesi ad originare durante tutta la stagione, così impattanti da rischiare di far precipitare del tutto l’avanzata della banda viola.

Non si deve assolutamente, dunque, sputare su tutto ciò che è stato elencato in questo paragrafo, se è vero che rappresenta un tesoretto difficilmente rintracciabile nella maggior parte delle altre società della Serie A.

“Aspettiamo senza avere paura, domani”

Così concludeva uno dei suoi capolavori Lucio Dalla, artista che, qualche giorno fa, sarebbe stato probabilmente tra i protagonisti principali del tifo felsineo allo Stadio Olimpico, in occasione della riconquista della Coppa Italia da parte dello “Squadrone che tutto il mondo fa tremare”.

Le sue canzoni, pardon, le sue poesie sono spesso un contenitore dal quale pescare frasi come quella che si presta al ruolo di titolo di questo paragrafo conclusivo, visto che, nella loro estrema artisticità, riescono ugualmente ad essere spendibili nella vita di tutti i giorni.

Sarebbero piaciute, per fare una metafora un po’ più acculturata, ad un poeta di un’altra terra e di un altro secolo, William Wordsworth, il quale, nel suo “Manifesto”, si prefisse l’obiettivo di narrare degli eventi straordinari con un linguaggio semplice, comprensibile a tutti.

Sì, il titolo di questo paragrafo vuole realmente essere un consiglio per tutto il popolo gigliato: è ben noto che la vostra attesa dura ormai da anni, ma mai come in questa situazione ci sono i margini per convincersi ad aspettare ancora pazientemente, per restare sopra a questo carro che, nonostante tutto, promette molto bene.

Abbiate pazienza fiorentini, sostenete una squadra giovane e talentuosa, bisognosa come nessun altra d’affetto e di calore da parte vostra. Solo così si potrà raggiungere il Paradiso, “colà dove”, citando il più grande poeta della nobile e gloriosa città del Marzocco, “si puote ciò che si vuole”.

Foto: facebook ACF Fiorentina.

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