La stagione 2025-2026 si sta rivelando come una delle peggiori annate della storia della Fiorentina: analizziamo i motivi di questa crisi.
Probabilmente se qualcuno di voi chiedesse a un tifoso viola delle opinioni e delle sensazioni di fronte all’inizio controverso della Fiorentina probabilmente sentireste, con un tono malinconico e infelice, solamente parole colme di pessimismo e di rancore.
Come biasimarli: sono disparate e numerose le cause che hanno portato una delle società principali del movimento calcistico italiano ad annaspare tra gli ultimi posti in classifica.
In questo articolo si cercherà di delineare e di comprendere appieno come la Fiorentina sia arrivata a questo punto nonostante gli investimenti e le ambizioni di questa estate.
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Crisi Fiorentina: record su record… in negativo
La società dell’imprenditore Rocco Commisso, insieme all’Hellas Verona, ha stabilito un nuovo record nella Serie A Enilive: dopo 13 giornate non è ancora arrivata la gioia dei 3 punti.
Stando alle statistiche delle precedenti stagioni, nessuna squadra della massima serie è mai riuscita a evitare la zona retrocessione dopo un tale inizio di campionato.
La Fiorentina ha accumulato 6 pareggi e 7 sconfitte per un totale di 6 punti; il risultato è un penultimo posto, condiviso proprio con gli Scaligeri, con 10 reti segnate e 20 subite.
Inoltre, se consideriamo il rendimento dei Viola nell’arco di queste prime 13 giornate risalta in maniera evidente la scarsa lucidità e concretezza sottoporta: su un totale di 139 tiri effettuati solamente 10 hanno gonfiato la rete (una media allarmante del 7.19%).
Nonostante l’inizio di stagione disastroso, difficilmente la città di Firenze potrà infrangere un altro record: le 29 sconfitte in 38 gare del Benevento nella stagione 2017-2018.
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Crisi Fiorentina: la confusione della società viola
Il principale motivo per cui la Fiorentina sta concretamente rischiando di finire negli ultimi 3 posti della classifica è dovuto alle numerose decisioni societarie errate e abbastanza confuse.
Innanzitutto, la scelta di sollevare dall’incarico una figura come quella di Raffaele Palladino, un allenatore giovane che si era fatto notare sulla panchina del Monza (ora in forza all’Atalanta) e sul quale si era creato un progetto lungimirante, è stata l’inizio di un graduale declino.
Di conseguenza, una volta scartato un progetto che puntava sulla novità e sulla freschezza tattica, si è intrapresa la via esattamente opposta: quella dell’esperienza.
Sale, quindi, in cattedra, un veterano della Serie A ovvero Stefano Pioli, un tecnico che vanta nel proprio curriculum esperienze alla Lazio, al Milan, al Bologna, all’Inter e proprio alla stessa Fiorentina (tra il 2017 e il 2019).
Come la prima avventura a Firenze (un ottavo e un sedicesimo posto) anche il ritorno sulla panchina viola non si è distinto per i successi.
Il risultato è facilmente intuibile (e addirittura anticipato): esonerato alla 10ª giornata rispetto al 2019 quando era stato allontanato alla 31ª.
Ma come mai Stefano Pioli non è riuscito a incidere e a trasmettere la sua esperienza alla squadra?
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Diverse spese e acquisti poco mirati
Rocco Commisso ha voluto sognare in grande per cercare di riportare in auge il nome della Fiorentina: rivalorizzazione dell’Artemio Franchi e un mercato oculato.
Se il primo obiettivo sta procedendo, seppur a rilento, il secondo non si è dimostrato in linea con le necessità tattiche della rosa.
Fuori alcuni volti rilevanti come Kayode, Nico Gonzalez e Biraghi ceduti, per certi versi al ribasso, per un complessivo di 54 milioni e 500.000 euro.
Dentro nuove forze come Piccoli (27 milioni), Dzeko (svincolato), Sohm (15 milioni), Nicolussi Caviglia (5 milioni) e, in seguito al pagamento dei riscatti, anche Gosens, Gudmundsson e Fagioli.
Inoltre, la società si è trovato di fronte a una riduzione drastica nella rosa a causa dei mancati riscatti di Cataldi, Colpani Zaniolo, Folorunsho e alle cessioni di Brekalo, Nzola, Sottil e Terracciano.
Ed è proprio nella campagna acquisti che sorgono i problemi di questo inizio di stagione: un mercato sconclusionato e poco equilibrato.
Ciò si nota in particolar modo a centrocampo: un numero elevato di calciatori con simili qualità e poco inclini all’adattamento.
Di conseguenza, la Fiorentina di Pioli ha sempre dato l’impressione di calpestarsi i piedi da sola: gioco sterile, scarso possesso palla e attaccanti isolati.
Probabilmente a causa di una difesa altalenante e un centrocampo poco coeso e amalgamabile, il reparto offensivo ne ha risentito fortemente.
Basti pensare al vice-capocannoniera della scorsa stagione Moise Kean: 2 goal in 13 giornate contro le 9 nello stesso arco temporale.
Pioli non ha saputo gestire neanche la sovrabbondanza di centravanti e di calciatori carismatici: molte turnazioni, tanti cambiamenti, nessuna certezza e stabilità.
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La soluzione della Fiorentina: Paolo Vanoli
Il 7 novembre 2025, in seguito all’esonero di Stefano Pioli e all’incarico ad interim ricoperto dall’allenatore della primavera Daniele Galloppa, è iniziata l’era di Paolo Vanoli.
L’ex Venezia e Torino potrebbe diventare la carta in grado di ribaltare le sorti della Fiorentina e porre fine a questo periodo di crisi grazie al suo approccio innovativo.
A differenza di Pioli, Vanoli è stato in grado, dopo poche gare, di far intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel puntando su una qualità intrinseca della Fiorentina, fino ad allora poco valorizzata: la grinta.
In un periodo tragico di tale portata, gli unici ingredienti, oltre all’identità tattica, imprescindibili per riscattare una stagione negativa sono l’agonismo, la combattività e la determinazione.
Nei pareggi contro Genoa e Juventus e nella sconfitta per 0-1 in Conference League, si è potuta vedere una Fiorentina incline all’attacco e leggermente ispirata.
Nonostante l’energia profusa, la squadra è risultata nuovamente disordinata, sbilanciata e notevolmente in difficoltà sia negli ultimi metri che nei momenti caldi della gara.
Per far sì che la mano di Vanoli possa agire perfettamente sulla squadra bisognerà aspettare qualche giornata.
Una volta che i calciatori viola riusciranno ad assimilare i dettami dell’ex Venezia, la Fiorentina potrebbe essere in grado di ambire a una clamorosa rimonta.






