Riuscendo ad abbassare la cifra del riscatto, la Fiorentina ha mantenuto l’islandese all’interno della sua rosa, battendo i rivali felsinei.
In un anno, in un mondo fragile e assolutamente interlocutorio come quello del calcio, tutto può cambiare, soprattutto la percezione del talento di certi calciatori, i quali un giorno sembrano, per citare l’intramontabile Paolo Villaggio, “discendenti diretti” di Maradona e, improvvisamente, l’indomani appaiono del tutto mediocri.
La verità, ovviamente, risiede nel mezzo e, di conseguenza, trascorsi praticamente dodici mesi dal suo arrivo nella città di Dante Alighieri, è possibile affermare come Albert Gudmundsson non sia la stella polare che la maggior parte degli appassionati ritenevano fosse.
Allo stesso modo, però, è del tutto fuori luogo ritenere l’islandese un giocatore scarso, a cui manca il talento e l’inventiva per illuminare l’attacco della Fiorentina, la quale, quando gli infortuni glielo hanno concesso, ha dimostrato di avere molto bisogno delle giocate del trequartista islandese.
La macchina offensiva ideata da Raffaele Palladino, difatti, necessitava assolutamente di un profilo come lui, in grado di esercitare il fondamentale ruolo di raccordo fra il centrocampo e l’attacco, dipendenti entrambi dalla sua regia e dalla sua capacità di creare preziosi vantaggi.
Secondo il parere di chi scrive, quindi, era abbastanza inspiegabile il disprezzo di numerosi tifosi fiorentini, i quali bramavano ardentemente la cessione di Albert, ritenuto discontinuo ed incline agli infortuni, troppi per poterci continuare ad investire.
La nuova Fiorentina di Pioli, invece, ha valutato che fosse corretto continuare a dargli fiducia e, di conseguenza, è andata a riscattarlo dal Genoa, riuscendo, per altro, ad ottenere un fondamentale sconto sul prezzo del cartellino, concordato inizialmente durante la scorsa sessione estiva di calciomercato.
La trattativa
Quando la Fiorentina dell’allora mister Raffaele Palladino prelevò Albert Gudmundsson dal Genoa, l’islandese rappresentava uno dei pezzi maggiormente pregiati del mercato e, di conseguenza, era inevitabile che il suo costo fosse abbastanza alto.
I viola, dunque, essendo reduci da altri acquisti abbastanza onerosi, scelsero di optare per un prestito con diritto di riscatto, fissato dai rossoblù a diciassette milioni, all’epoca ritenuti anche abbastanza pochi rispetto al valore del promettente ragazzo islandese.
Conclusa questa stagione, che Albert ha terminato collezionando sei gol e due assist, la Fiorentina ha, invece, tentato in tutti i modi di limare la somma pattuita per il suo riscatto, ritenendo la cifra di cui sopra eccessivamente alta per l’acquisto di Gudmundsson.
Il Genoa, dopo vari giorni di attesa, ha deciso di accettare la proposta gigliata e, di conseguenza, ha lasciato partire definitivamente il ragazzo verso Firenze per “soli” tredici milioni di euro.
L’islandese, dunque, da oggi è definitivamente un giocatore della Viola e, ora, non resta che comprendere come Stefano Pioli, il quale deve aver spinto abbastanza perché il suo riscatto fosse portato a termine, sceglierà di integrarlo nella sua nuova squadra.
La Fiorentina con Gud
Come già analizzato nell’articolo dedicato all’acquisto di Jacopo Fazzini, la nuova Fiorentina di Stefano Pioli, al ritorno sulla panchina gigliata dopo le esperienze con Milan e Al Nassr, sembra abbastanza indirizzata verso l’impiego di un sistema particolarmente caro al tecnico ducale, vale a dire il 4-3-3.
Qualora l’ex calciatore della Juventus decidesse veramente di puntare su questo assetto, già proposto in numerose realtà, Albert tornerebbe a posizionarsi sull’out di sinistra, come faceva con Gilardino ai tempi del Genoa e come, in alcune situazioni, Palladino ha scelto di schierarlo quest’anno.
Collocato sulla fascia, Gudmundsson potrebbe sfruttare al massimo la fantasia di cui dispone nei dribbling, oltreché la velocità che, spesso, lo ha reso, e lo rende ancora adesso, imprendibile per i marcatori avversari.
Senza dubbio, però, nel caso in cui l’islandese fosse veramente schierato lì, la Fiorentina perderebbe di sicuro un po’ delle sue qualità di regista avanzato, le quali, se Albert si posizionasse fra il centravanti e la mediana, verrebbero maggiormente sfruttate per costruire gioco.
Secondo il parere di chi scrive, infatti, l’islandese si esalta di più quando libero di muoversi tra le linee in una posizione più centrale, perfetta anche per saziare la sua fame di gol, da sempre sua caratteristica peculiare.
Il passaggio al 4-2-3-1, dunque, favorirebbe senza alcun dubbio l’ex Genoa, il quale, nella stagione che inizierà ufficialmente ad Agosto, vuole assolutamente dimostrare quale sia il suo valore reale, mettendosi alle spalle un’annata complicata non solo per colpe sue.
Foto: facebook ACF Fiorentina.