Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo er punto: quel che è successo, quel che resta da capire.
Perdere non può essere gradevole, soprattutto se in casa e se arrivi alla partita con la sensazione che il momento sia buono.
Roma-Torino, giocata nel mezzogiorno cocente della Città eterna, è sublimata in un 1-0 granata, lasciando tutto il mondo giallorosso con l’amaro in bocca.
Poche idee e scelte che non hanno pagato per Gasperini e i suoi, ma forse non è tutto da buttare. Anche questa settimana, Famo er punto su Calciosport.com.
Le scelte iniziali
Alle 11:30, con la divulgazione delle formazioni ufficiali, i tifosi giallorossi iniziano a interrogarsi sulle scelte di formazione di Gasperini.
Le decisioni optano per, come si suol dire, un attacco leggero: fuori Ferguson e Dovbyk, il tridente offensivo consta di Soulè, El Aynaoui e Dybala; gli ultimi due occuperanno alternativamente la posizione estrema dell’attacco.
Inoltre, Wesley parte titolare nonostante l’indecisione attorno a lui perpetuata sino all’ultimo minuto.
In molti avevano ritenuto questa fosse una pensata tattica del Gasp per bagnare il naso a Baroni, bestia nera degli ultimi anni.
Tuttavia, per ammissione dello stesso tecnico piemontese, le scelte sono state dovute alle condizioni precarie dei giocatori al rientro dalle nazionali.
Dunque, tentando di far necessità virtù, si era effettivamente virato su un attacco che non desse punti di riferimento ai centrali granata, inserendo un centrocampista in più per palleggiare in mezzo al campo.
L’infortunio di Dybala
Nella conferenza pre-partita era stato domandato a Giampiero se Dybala potesse giocare una partita intera: il mister aveva risposto che il ragazzo era in crescita, facendo comunque capire che non avesse i 90 minuti, ma glissando sulla possibilità di vederlo dall’inizio o in corsa.
Il campo, negli ultimi anni, ha dimostrato che la Joya, nel calcio moderno, può essere un dodicesimo di lusso, che può fare la differenza nei 30 minuti decisivi e finali di una partita, quando le squadre si stancano e le maglie si allargano.
Ci si aspettava, dunque, questo tipo di scelta, in virtù anche del dispendio fisico e aerobico che richiede il calcio del Gasp, che invece, decide di schierare Paulo dal 1° minuto.
La legge di Dybala, purtroppo, non perdona neanche Gasperini e l’argentino, sostituito da Ferguson, lascia il campo al termine del primo tempo, “per precauzione”: gli esami strumentali decretano la lesione muscolare alla coscia sinistra e le 2-3 settimane di stop.
A onor del vero, ci sono “cascati” anche Mourinho, De Rossi e lo stesso Ranieri, che sembrava aver trovato la formula magica e la complicità giusta per tenere Dybala lontano dagli infortuni.
Paulo salterà, nuovamente, il Derby e le partite contro Verona e Nizza.
La partita
Il copione è stato chiaro: il Torino ha fatto la propria gara, mantenendosi ordinato e sempre pronto a colpire, con un Simeone agguerritissimo.
La Roma, invece, ha cercato di tenere il pallino del gioco (73% di possesso palla), ma è sembrata meno lucida rispetto alle ultime uscite. Poche occasioni create, molti errori tecnici e un atteggiamento che a tratti è parso rinunciatario. Non la Roma che ci si aspettava dopo questo inizio.
Gasperini non dispera e, ai microfoni, si dice soddisfatto della prestazione dei ragazzi, non rinnegando alcuna scelta: il mister imputa la mancata brillantezza alle alte temperature.
I rimpianti maggiori del tecnico, ma anche dei tifosi, sembrano rivolgersi al primo tempo piuttosto che al secondo, dove i giallorossi hanno comunque reagito cercando di portare uomini e cross in area avversaria (31 a fine match).
Probabilmente, a differenza delle prime due gare in cui la Roma ha alzato sensibilmente i giri del motore nei secondi tempi, in questa partita, viste le temperature e il fatto che Giampiero, come ha fatto intendere, ritenesse difficile riprendere la partita da una situazione di svantaggio, il piano era quello di partire forte, mettere sotto il Torino e poi passare in gestione.
La scelta di Dybala dall’inizio andrebbe in questo senso. Tuttavia non si è riusciti in questo intendimento a causa dell’unico problema riconosciuto anche dall’allenatore, ovvero la mancanza di un buon ritmo e la necessità di velocizzare gli scambi rasoterra, anziché saltare un passaggio con una palla alta più difficile da rigiocare.
In conclusione, la partita contro il Torino suggerisce che mancano ancora fiato, lavoro e automatismi per vedere la Roma di Gasperini.
La panchina
Nelle rotazioni del mister sembrano ormai rientrare tutti: anche i meno coinvolti, come Celik e Baldanzi, hanno trovato spazio nel rettangolo di gioco, oltre al solito El Sharawy.
Si aspettano Ghilardi e Ziolkowski, per i quali non c’è fretta, mentre per Pellegrini, Tsimikas e Bailey si attende solo la condizione adeguata.
Meritano particolare attenzione, poi, le situazioni di Pisilli e Dovbyk.
Pisilli, infatti, era tra quelli più in basso nelle gerarchie di Gasperini, nonostante sembri uno dei più adatti al suo calcio: giovane, di gamba, predisposto alla riaggressione e agli inserimenti senza palla.
Ci si chiedeva allora il perché del suo mancato utilizzo, per taluni inspiegabile.
Ecco allora che ieri fa il suo ingresso in campo, ma non per sostituire un centrocampista offensivo come El Aynaoui, ma al posto del metronomo Cristante.
Il Gasp è stato chiaro sul suo modo di intendere i ruoli: per lui esistono solo difensori, centrocampisti e attaccanti e i buoni giocatori sono in grado di declinarsi in tutte le mezze posizioni.
Tuttavia ha comunque stupito vedere Pisilli, anziché votato all’area di rigore avversaria, agire da ultimo uomo e impostare l’azione, volgendosi, di volta in volta, alla sinistra e alla destra del campo, in cerca del compagno giusto per verticalizzare l’azione.
Il ragazzo non ha sfigurato e ha interpretato bene quanto gli è stato richiesto: siamo ancora lontani dalla miglior condizione, ma il suo coinvolgimento è stato certamente positivo e una prova di maturità.
Per quando riguarda Dovbyk il suo mancato ingresso sa di bocciatura e Gasperini, in conferenza, non ha nemmeno indorato troppo la pillola: l’ucraino sarà chiamato in causa quando avrà il giusto dinamismo.
Ennesimo imput rivolto all’attaccante, chiamato a tirare fuori gli artigli per ritagliarsi uno spazio in questa Roma.
Famo er punto – i bilanci dopo Roma-Torino
In conclusione, solo un pranzo indigesto per Gasperini e i suoi. Non è ancora tempo per il rigetto verso questo nuovo progetto sportivo.
Giampiero, seppur non soddisfatto della prova, vede la strada giusta e sembra avere le idee chiare sui difetti e sulle potenzialità della rosa, anche se ieri ha, evidentemente, fatto male i propri calcoli.
Tuttavia, è giusto che anche un allenatore sbagli e possa migliorarsi, soprattutto in una piazza come Roma che, nel bene e nel male, devi solo vivere per carpirne le pieghe.
Nonostante nessuno abbia brillato, è sempre più evidente come Soulè sia la gemma preziosa, Konè il pilastro e Svilar il Santino protettore di questa rosa, rimediando con parate decisive agli scricchiolii difensivi, anche se questa volta non sono bastate.
In ultimo, il vero problema che emerge chiaramente, è la sterilità offensiva, avendo la Roma siglato solo 2 reti in 3 partite; allora, ci si attende che lo stregone Gasperini trovi un antidoto o prepari una pozione efficace.
In vista del Derby il mister spera che questa sconfitta possa dare, se necessario, la carica giusta e motivare i giocatori nel lavoro giornaliero di questa settimana.
Nel frattanto, teniamo d’occhio i prossimi sviluppi, perché, anche settimana prossima, Famo er punto su calciosport.com.