Ospiti a Doppiopasso Podcast, I. Zazzaroni e il suo ego, in un affascinante dietro le quinte del calcio e dei media italiani
Il direttore del Corriere dello Sport ha rilasciato un’interessante intervista al podcast di Sickwolf e del Boss del Freestyle, caricato sulla piattaforma Youtube sotto il nome di Doppiopasso Podcast.
Raccolti nell’intimità della sede della nota rivista romana e del Guerin Sportivo, i tre hanno sostenuto una chiaccherata di circa un’ora, a tratti seriosa, a tratti informale.
L’orgoglioso giornalista bolognese ha raccontato la sua scalata al successo, condendo la narrazione con aneddoti e con le sue visioni del calcio, spesso divisive.
I. Zazzaroni: “Gli allenatori che io amo…”
Particolarmente interessante un passaggio specifico dell’intervista in cui il Direttore ha disegnato il volto del suo calcio, prendendo posizione nella diatriba in voga tra “giochisti” e “risultatisti“:
Z: “Il calcio è organizzazione difensiva e poi grande libertà davanti. Io amo quel tipo di allenatore che non deve insegnare molti movimenti, perché quando hai grandi calciatori non puoi insegnargli niente.
Gli allenatori che io amo si chiamano Ancelotti, Max Allegri, Mourinho, Lippi, Capello. Questi sono i miei allenatori, che non devono raccontare che Cristo è morto dal freddo, che vincono soprattutto[…], che sanno allenare, che vuol dire soprattutto gestire“.
D’ altronde Zazzaroni non ha mai nascosto, durante la sua carriera, le sue simpatie ad personam e il suo essere fazioso qualora si parli di un suo amico allenatore.
Il calcio “zazzaronizzato”
Nel salotto di Doppiopasso, Zazzaroni ha offerto uno spaccato sincero e disincantato del suo mondo, tra passioni calcistiche e visioni sul futuro dell’informazione sportiva. Un’intervista che conferma come, nel bene e nel male, il suo sguardo sul calcio resti unico e difficilmente omologabile.
Foto: Instagram@doppiopasso_podcast