Sette mesi dopo il malore ci sono buone notizie per Edoardo Bove, anche se la permanenza in Serie A è complicata

L’1 dicembre 2024, al 14’minuto di Fiorentina-Inter, Edoardo Bove si accasciava al suolo, colto, si scoprirà poco dopo, da un arresto cardiaco.

Portato al Careggi viene messo in salvo e il 13 dicembre viene dimesso, solo dopo aver subito l’innesto di un defibrillatore sottocutaneo (ICD).

Da quel giorno, passata la paura, solo incertezza sul suo futuro, attendendo con speranza nuove che lo riavvicinassero ai campi e non come parte dello staff o della dirigenza del club.

In questi giorni il ragazzo, riporta La Gazzetta dello Sport, ha svolto accertamenti che, previa un’abilitazione che dovrebbe essere una formalità, autorizzano il prosieguo della sua carriera da calciatore.

E adesso? Le possibilità per Edoardo Bove

Dal 1° luglio Edoardo farà ufficialmente ritorno alla Roma, dal momento che con la Fiorentina non sono scattate le condizioni per l’obbligo di riscatto.

Tre le potenziali opzioni sul tavolo: restare a Roma, tornare a Firenze in prestito o provare una nuova esperienza all’estero.

Questo se le normative italiane attuali non rendessero obbligata la scelta estera, dove, diversamente dall’Italia, sarebbe consentito il ritorno in campo di Bove anche con il defibrillatore sottocutaneo, come accaduto a suo tempo con Eriksen.

Tuttavia qualcosa si sta muovendo anche in Serie A.

Negli ultimi mesi si è aperto un confronto istituzionale: il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha avviato un dialogo con Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, per rivedere le regole.

L’obiettivo? Allinearsi al modello inglese, dove un calciatore può scendere in campo anche con un dispositivo salvavita, firmando una liberatoria e assumendosi ogni responsabilità.

Uno spiraglio normativo, forse, per il sogno di Edoardo di tornare a vestire giallorosso.

Foto: Instagram@edo_bove