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Disastro Milan, rossoneri fuori dalle coppe: cosa non ha funzionato

Disastro Milan, rossoneri fuori dalle coppe: cosa non ha funzionato

Disastro Milan, rossoneri ufficialmente fuori dalle coppe europee per la prossima stagione: ecco cosa non ha funzionato.

Com’è possibile che il Milan, campione d’Italia solo tre stagioni fa, semifinalista di Champions due anni fa, oggi chiuda la stagione fuori da tutte le competizioni europee? È la domanda che rimbalza da San Siro a Milanello, passando per le scrivanie della dirigenza ed i cuori dei tifosi.

Eppure è accaduto: con la sconfitta per 3-1 contro la Roma, i rossoneri sono ufficialmente fuori dalle coppe europee per la stagione 2025-26.

Un epilogo amarissimo che fotografa con precisione il fallimento sportivo di un’annata iniziata male e finita peggio.

La gara contro il Monza, ultimo atto di un campionato disastroso, sarà priva di significato se non quello di fissare la peggior posizione in classifica dalla stagione 2014-15.

Una notizia che sa di sentenza definitiva, maturata al termine di una delle settimane più nere della storia recente del club.

In cinque giorni il Milan ha perso la finale di Coppa Italia contro il Bologna, ha visto retrocedere la propria Under 23 e ha detto addio all’Europa. Una caduta verticale, improvvisa e fragorosa.

Disastro Milan, rossoneri fuori dalle coppe: Roma-Milan, simbolo del tracollo

La partita dell’Olimpico è lo specchio fedele di una stagione fallimentare.

Gol subito da Mancini dopo appena 2 minuti, espulsione ingenua di Gimenez al 21’ e inferiorità numerica fatale nonostante il momentaneo pareggio di Joao Felix.

Nella ripresa, Paredes e Cristante hanno chiuso i giochi.

A completare il quadro, l’espulsione di Sergio Conceiçao: una cartolina d’addio malinconica.

La cronaca di una stagione disastrosa

Eppure, il Milan non era partito con ambizioni modeste.

Dopo l’addio di Pioli, ci si aspettava una guida tecnica forte, una strategia chiara.

Invece, il club ha oscillato tra la suggestione Lopetegui e Fonseca, poi scelto.

La mancanza di una figura guida in dirigenza ha pesato come un macigno.

Il “gruppo di lavoro” voluto dalla proprietà non ha prodotto coerenza né visione la confusione ha regnato sovrana.

Sul mercato, le occasioni sprecate e le scommesse sbagliate hanno fatto il resto.

Gli arrivi di Pavlovic, Emerson Royal e Morata non danno l’apporto sperato, tre ruoli chiave in cui sarebbe servito il salto di qualità.

Da qui altri tentennamenti, fino ad arrivare alla gestione Conceicao dove la società ha provato a rimediare dopo l’uscita dalla Champions ed un campionato anonimo, ma senza ottenere importanti risultati.

Disastro Milan, rossoneri fuori dalle coppe: un danno che va oltre il risultato

L’assenza dalle coppe, per il Milan, non è solo un colpo d’immagine, è anche un danno economico enorme.

La mancata qualificazione alla Champions League costerà circa 100 milioni di euro tra premi UEFA, incassi da stadio e sponsorizzazioni.

Una voragine che potrebbe costringere il club a cessioni eccellenti.

Disastro Milan, rossoneri fuori dalle coppe: urge una rivoluzione

Ora che l’ultima speranza di rendere meno disastrosa la stagione rossonera è evaporata, a Casa Milan i venti di rivoluzione spirano forti.
Adesso la parola d’ordine è “ripartire”. Ma come?

La società dovrà prendere decisioni cruciali riguardo alla guida tecnica, con l’addio ormai certo di Conceiçao, e alla composizione della rosa, con diversi giocatori in bilico.

Servirebbe una visione chiara, una leadership forte. Ma ad oggi, tutto appare nebuloso.

La sensazione è che si voglia cambiare molto, ma senza la forza o il coraggio di cambiare davvero ciò che serve: le fondamenta del progetto.

I giocatori in bilico

Vada come vada la ricerca del nuovo ds e del nuovo tecnico, sono in corso le manovre per ristrutturare la rosa, separando il grano dal loglio.

L’addio quasi certo di Conceiçao si tradurrà quasi sicuramente nella fine degli esperimenti a lui più graditi, che si sono rivelati del tutto fallimentari.

Le probabilità che il contratto del suo favorito, Joao Felix, venga riscattato sono al lumicino ed anche l’esperienza dell’ex Fiorentina Sottil, mai efficace con la maglia del Milan, sembra al capolinea.

Altrettanto certo è l’addio di Kyle Walker, sbarcato a Milano a gennaio con il compito di rafforzare la retroguardia rossonera.

L’ex Man City è svanito dal campo, passando nel giro di un paio di mesi da titolare fisso a panchinaro.

A giocare contro al nazionale inglese non solo la carta d’identità ma anche il suo contratto importante: 4 milioni all’anno per un 35enne sembrano un po’ troppi per le casse del Milan.

A preoccupare la dirigenza rossonera l’interesse molto forte di alcune squadre inglesi per uno dei pochi protagonisti della stagione del MilanTijjani Reijnders.

L’olandese è fermamente nel mirino del Manchester City, che starebbero per presentare un’offerta indecente alla dirigenza rossonera: non è dato sapere se la destinazione sia più o meno gradita al giocatore, che a Milano è riuscito a fare il famoso salto di qualità.

Altrettanto confusa la situazione lato rinnovi con Maignan e Theo Hernandez: fino a pochi giorni fa sembrava quasi certo che il terzino francese fosse vicino ai saluti ma non sembrano arrivate offerte importanti, senza le quali il Milan potrebbe considerare un rinnovo al ribasso.

Il Milan chiude nel modo peggiore una stagione nata sotto cattivi presagi e finita con un tracollo senza appello.

Fuori dalle coppe europee, con un progetto tecnico mai decollato, scelte di mercato sbagliate e una dirigenza apparsa spesso priva di direzione, il club rossonero si trova ora davanti a un bivio.

Non basteranno interventi di facciata o cambi tattici: serve un ripensamento profondo dell’identità e dell’organizzazione societaria.

Solo così il Milan potrà tornare a essere competitivo, riconquistare credibilità e ridare ai tifosi una squadra degna della sua storia.

Perché l’errore più grande, adesso, sarebbe credere che sia sufficiente cambiare qualche volto per cambiare davvero.

Foto: Instagram Milan.

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