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Crisi Svezia: Ultima nel girone, ma l’incubo per l’Italia può tornare

Spunta l'alternativa a Gyokeres per la Juventus
Foto: Shutterstock

Svezia: un solo punto nelle qualificazioni ai Mondiali 2026. Tomasson esonerato, Under 21 a picco. Ma un’ancora di salvezza arriva… dalla Nations League


Non bastano quasi 300 milioni di euro di talento offensivo.
Non bastano i gol di Isak e Gyökeres, né una rosa valutata quasi mezzo miliardo di euro.
La Svezia è ufficialmente in crisi profonda. Ultima nel Gruppo B delle qualificazioni ai Mondiali 2026, dietro a Svizzera, Kosovo e Slovenia, con appena un punto in quattro partite.
Un disastro tecnico e psicologico che ha travolto il ct Jon Dahl Tomasson, esonerato dopo l’ennesima sconfitta.

Un crollo inspiegabile

Un pareggio (2-2 in Slovenia, firmato Elanga e Ayari) e poi il buio totale:

  • 0-2 in Kosovo,
  • 0-2 e 0-1 in casa contro Svizzera e di nuovo Kosovo.

Cinque gol subiti, nessuno segnato.
Numeri che raccontano il peggior momento della Svezia moderna, un’ombra lontana da quella squadra capace di eliminare l’Italia ai playoff di San Siro nel 2017.

Tomasson — il primo ct straniero della storia svedese — ha pagato non solo i risultati, ma anche un rapporto teso con lo spogliatoio. Alcuni giocatori, si vocifera, non hanno gradito il suo approccio “continentale”, poco in linea con la tradizione pragmatica nordica.

Un declino iniziato dopo il Covid

Dal post-pandemia, la Svezia sembra aver smarrito identità e continuità:

  • Fuori dal Mondiale 2022, nonostante una vittoria contro la Spagna;
  • Retrocessa in Lega C di Nations League 2023, con una sola vittoria in sei gare;
  • Eliminata dall’Europeo 2024, chiudendo terza dietro Austria e Belgio.

Un ciclo logoro, nonostante la generazione più talentuosa dai tempi di Ibrahimovic.

Talento sprecato

Il paradosso è tutto qui: una nazionale da 470 milioni di euro, ma incapace di vincere.
Difensori come Hien (Atalanta) e Lindelöf (Manchester United), giovani di prospettiva come Hugo Larsson, Bergvall, Ayari, Elanga e il baby talento del Barça Bardghji.
Senza dimenticare l’infortunato Kulusevski.

Eppure, nulla funziona.

“Siamo in crisi profonda”, ha ammesso Isak.
“Un fiasco totale”, ha rincarato Gyökeres dopo lo 0-1 interno col Kosovo.

Una fotografia impietosa di una squadra in rottura tecnica, emotiva e culturale.

Under 21 nel baratro

Nemmeno i giovani sorridono.
La Svezia Under 21, inserita nel Girone E di qualificazione agli Europei (quello dell’Italia di Baldini), è penultima con 3 punti in 4 partite.
Tre gol fatti, 12 subiti, e la figuraccia dello 0-6 casalingo contro la Polonia.

Eppure, i nomi non mancano:

  • Williot Swedberg (Celta Vigo),
  • Alieu Njie (Torino),
  • Kusi-Asare (Fulham).

Una generazione potenzialmente brillante, ma priva di struttura e identità.

E se la Svezia tornasse l’incubo dell’Italia?

Eppure — come spesso accade nel calcio — non tutto è perduto.
Grazie al percorso in Nations League, la Svezia ha ancora il jolly dei playoff: uno dei posti supplementari per qualificarsi al Mondiale.

Un paracadute che, ironia del destino, potrebbe riportarla sulla strada dell’Italia.
Infatti, al momento del sorteggio, gli svedesi saranno nell’urna 4, destinata a incrociare le teste di serie dell’urna 1, tra cui quasi certamente ci sarà proprio la Nazionale di Gattuso.

Uno scenario da brividi: come nel 2017, ma questa volta in semifinale playoff.
La Svezia in crisi, ma con l’occasione perfetta per tornare a essere l’incubo azzurro.

L’incubo dormiente

La Svezia oggi è un gigante addormentato: ricca, talentuosa, ma svuotata.
Ritrovarla ai playoff significherebbe affrontare una squadra ferita, ma pericolosa, una bestia ferita che sogna vendetta sportiva.

Per l’Italia, un déjà vu da evitare.
Per la Svezia, l’ultima occasione per dimostrare di essere ancora quella squadra capace, nel 2017, di zittire San Siro e riscrivere la storia.

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