Dopo un’ottima prima stagione in Serie A, il Como di Mirwan Suwarso sogna di approdare già in una competizione europea.
Che quella del Como non sarebbe stata solo una “comparsata” all’interno dell’ultima Serie A lo si sapeva da prima dell’inizio del campionato, quando, con una campagna acquisti molto superiore alle possibilità medie di una neopromossa, il club di proprietà dei fratelli Hartono era andato a comporre una rosa già più che competitiva.
Alla guida di questo organico, poi, sedeva, e, per fortuna dei lariani, siede ancora oggi, un tecnico molto, per usare un’espressione straniera, à la page, il quale prometteva, in breve tempo, di dotare la sua squadra, che aveva già convinto nel precedente torneo cadetto, di un’identità di gioco ben precisa, difficilmente aperta a mediazioni.
Essendo giunti alla fine del campionato e avendo preso atto dell’ottima decima posizione conquistata dai biancoblù, è assolutamente doveroso constatare come l’ex calciatore spagnolo abbia senza alcun dubbio mantenuto fede alle promesse fatte all’inizio.
Il Como, difatti, anche nei momenti più complicati dell’annata, non ha mai rinunciato a giocare secondo il suo stile, costituito dalla ferrea volontà di non regalare mai agli avversari il possesso del pallone, considerato un bene inestimabile e da proteggere ad ogni costo.
La società ha dato fiducia alle idee innovative e offensive di Cesc e, senza fare molta ostruzione, gli ha regalato anche a Gennaio dei giocatori di assoluto livello e, soprattutto, adatti al suo sistema, che, da quel momento, oltre che bello, si è rivelato persino estremamente efficace.
In vista della prossima annata, dunque, il club presieduto da Mirwan Suwarso non può che essere ottimista e sognare, di conseguenza, di migliorare il piazzamento ottenuto qualche settimana, provando, addirittura, ad acciuffare un pass per una competizione europea.
La rosa del Como ad oggi
Uno dei grandi limiti dei club italiani, in questo momento, è quello di non disporre delle capacità economiche necessarie per resistere alle proposte delle grandi società straniere, decisamente più forti da questo punto di vista e, per questo, in grado di strappare quasi sempre i migliori calciatori alle nostre squadre.
Un esempio recente è quello del Milan, il quale, ritenendo irrinunciabile l’offerta del Manchester City per Reijnders, non ci ha messo molto a spedire il centrocampista olandese in Inghilterra, incassando tutti i milioni donategli da Pep.
Il Como, tuttavia, si pone in netta controtendenza rispetto a questa situazione, forte di un patrimonio assai elevato, in grado di garantirle solidità e credibilità al tavolo delle trattative.
Gli acquisti di Perrone e Valle, entrambi giovani e reduci da un’ottima annata in prestito con i lariani, non rappresentano, quindi, un problema per la società degli Hartono, la quale, allo stesso tempo, non sembra assolutamente intenzionata a cedere i due baby gioielli del proprio attacco.
Paz e Diao, difatti, rappresentano un capitale importantissimo su cui fondare le prossime stagioni e, sebbene moltissime nobili d’Europa si siano interessate a loro, Suwarso e soci non appaiono per nulla determinati a lasciarli partire.
Al contrario, la dirigenza lariana si sta muovendo per rinforzare la propria rosa, andando a migliorarla nei reparti ritenuti più deboli. La difesa, per esempio, vedrà, con ogni probabilità, l’arrivo di qualche nuovo calciatore, dall’identikit sempre e comunque consono alla filosofia del club, il quale ha intenzione di puntare su profili giovani e dalla grande futuribilità.
In questo senso piace molto il ventunenne inglese Charlie Cresswell, reduce da un’ottima stagione con il Tolosa e, per questo, valutato ben venticinque milioni. L’offerta appare alta, ma il Como proverà sicuramente ad affondare il colpo.
“E voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo più”
Come lasciato intuire nei paragrafi precedenti, la sensazione che si ha nei confronti del Como è quella di trovarsi al cospetto di un progetto di ampio respiro, destinato a durare non solo qualche stagione, ma tramite scelte giuste e avvedute, anche più di un decennio.
Proprio come il “principe”, come lo definì Federico Buffa, De Gregori e la sua donna cannone, allora, la società lariana spera di aver appena iniziato un volo verso l’alto da cui non ha intenzione di tornare più indietro, desiderosa di iniziare frequentare stabilmente i pregiati salotti del piano di sopra, lasciandosi alle spalle quelli modesti in cui ha albergato fino ad ora.
Già dalla prossima stagione, quindi, il club degli Hartono punta a rendersi competitivo per un piazzamento europeo, valido, cioè, a conquistare il pass per una delle tre competizioni continentali a cui le migliori squadre del nostro campionato ambiscono ogni stagione.
Per riuscire in questa missione, la quale, nonostante il già citato oneroso budget della squadra lombarda, rappresenterebbe comunque un’impresa di primissimo piano, è fondamentale che il Como riparta dalle fondamenta costruite abilmente fino a questo momento.
E’ dal suo stile di gioco offensivo e avvolgente, dalla sicurezza pressoché assoluta, anche eccessiva a volte, nei suoi mezzi che la squadra di Cesc Fabregas deve ripartire ad Agosto, forte, sicuramente, anche di qualche acquisto in più, utile ad alzare il livello della rosa.
Le premesse ci sono tutte e se il tecnico spagnolo, in maniera, secondo il parere del sottoscritto, molto avveduta, ha rinunciato al grande salto sulla panchina dell’Inter, vuol dire che il primo a crederci davvero è proprio lui, che questo progetto lo ha sposato fin dalla sua nascita.
Non resta, allora, che attendere e vedere quanto in alto si spingerà il volo di questo Como.
Foto: facebook Como 1907.