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Che fine ha fatto Jackson Martinez, colui che rifiutò il Milan?

La storia di Jackson Martinez: che fine ha fatto?
Foto: Shutterstock

Ripercorriamo le tappe della carriera di Jackson Martinez e i motivi del mancato successo dopo un inizio promettente.

Quante volte vi è capitato, magari in qualche chiacchierata con i vostri amici, di porvi questa fatidica domanda: ma che fine ha fatto X? E Y?

E quante volte, facendo una ricerca in rete sul vostro calciatore, vi siete stupiti della carriera intrapresa o talvolta di un ritiro prematuro?

Di conseguenza la domanda sorge spontanea: ma che fine ha fatto Jackson Martinez?

Jackson Martinez: i primi passi di Cha Cha Cha

Figlio del calciatore non professionista Orlando, Jackson Martinez nasce il 3 ottobre 1986 a Quibdó (Colombia) e muove i suoi primi passi nel settore giovanile dell‘Independiente Medellín con i quali troverà il debutto all’età di 18 anni.

Soprannominato Cha Cha Cha (come il padre) per la sua tendenza a disorientare le difese avversarie, dopo stagioni poco entusiasmanti, nel 2008 si fa notare particolarmente in patria grazie alle sue 10 reti in 23 presenze.

Diverse squadre si interessano a lui: dapprima i sudcoreani dell’Ulsan Hyundai tentano di portarlo in patria per valorizzare il proprio campionato ma il trasferimento non si concretizza; poi Jackson Martinez viene attrato e convinto a firmare per i messicani dei Jaguares.

Con quest’ultimi vince una coppa Mesoamericana e segnerà 29 reti in 58 presenze tra il 2009 e il 2012.

Arriva la prima grande occasione per poter coronare un sogno: il Porto decide di acquistarlo per 8.8 milioni di euro in seguito alla cessione di Hulk.

Così inizia la sua carriera nel Vecchio Continente, ma, sfortunatamente, anche il declino graduale del suo percorso calcistico.

Gli anni d’oro al Porto, i Mondiali 2014 e il Milan

La sua forte prestanza fisica, il suo incredibile fiuto del goal, la capacità di sostenere l’intero reparto offensivo, le grandi doti nel gioco aereo permettono a Jackson Martinez di esplodere definitivamente.

Tra il 2012 e il 2015 vince un campionato e 2 supercoppe con la maglia del Porto realizzando 67 goal in 90 presenze: una media di 0.74 reti per partita.

Nel mezzo della sua esperienza in Portogallo, il calciatore sfoggia le sue qualità con la nazionale colombiana nei Mondiali 2014 e nella Copa America 2015.

Sono gli anni di David Ospina, Radamel Falcao e soprattutto di James Rodriguez: la Colombia raggiunge i quarti di finale della competizione dopo il primo posto nel girone a punteggio pieno.

Jackson Martinez comincia a essere conteso da Mezza Europa, in particolar modo tra il Milan e l’Atletico Madrid.

I rossoneri sono fiduciosi e abbastanza convinti nell’accaparrarsi il calciatore tanto che quest’ultimo viene annunciato da Milan Channel.

È tutto pronto, ma improvvisamente Cha Cha Cha cambia idea: vuole solamente il Colchoneros.

Di conseguenza, il 26 giugno 2015, dopo la scottante eliminazione in Copa America, Jackson Martinez si trasferisce in Spagna alla corte dell’Atletico Madrid.

È la sua opportunità per consacrarsi definitivamente e affermarsi nel panorama calcistico europeo con la maglia di una delle squadre più dirompenti del momento.

I Colchoneros investono fortemente sul ragazzo versando nelle case del Porto una cifra notevole per l’epoca: ben 35 milioni di euro.

Purtroppo, le aspettative della dirigenza spagnola e dei tifosi non hanno avuto modo di essere ricompensate: 15 presenze e solamente 2 reti per lui.

Il rifiuto al Milan e la stagione estremamente deludente in Spagna segnano un drastico declino nella sua promettente carriera.

Gli ultimi anni di una carriera stroncata

Nonostante la precedente annata fortemente negativa, l’Atletico Madrid riesce a cedere per 42 milioni di euro Jackson Martinez al Guangzhou Evergrande in Cina

Il colombiano diventa il calciatore di punta e il volto di una squadra in forte crescita all’interno di un campionato che sta cercando di ritagliarsi uno spazio tra le principali competizioni: la Super League.

Nonostante le ingenti risorse investite (tra le quali un contratto triennale a 12.5 milioni all’anno), l’ex Porto non riesce a ripagare l’entusiamo locale.

Dopo 10 presenze (condite da 4 reti), viene girato in prestito al Portimonense (Portogallo), auspicandosi che un’aria familiare possa rimetterlo in carreggiata.

Sfortunatamente, anche in quest’occasione, nonostante il riscatto nel luglio 2019, Jackson Martinez non incide particolarmente: 11 reti in 50 presenze.

Il 7 dicembre 2020 annuncia definitivamente il ritiro dal calcio giocato e appende gli scarpini al chiodo.

Che fine ha fatto Jackson Martinez?

Jackson Martinez, a differenza di molti altri calciatori, prima della sua malaugurata caduta rapida, ha effettivamente mostrato a pieno le sue qualità.

Purtroppo, la decisione di compiere un passo importante e rischioso come quello di accettare l’offerta di un top club mondiale (un errore molto comune) ha stroncato drasticamente la sua carriera.

Dopo la parentesi opaca con la maglia dell’Atletico Madrid e dopo il precedente rifiuto al Milan (chissà cosa sarebbe accaduto in caso contrario!) il colombiano è sparito completamente dai radar.

Pochissime offerte potevano soddisfare le alte richieste dei Colchoneros per rientrare dall’investimento; di conseguenza Cha Cha Cha non ha potuto avere ulteriori chance per riconfermarsi.

Alcune volte, come si vuol dire, un passo più lungo della gamba può portare a conseguenze imprevedibili e, in questo caso, è stato il passare da un promettente attaccante di alta fascia a una meteora.

Dopo il ritiro Jackson Martinez ha deciso di non intraprendere un nuovo percorso nel mondo del calcio, ma in uno abbastanza insolito: la musica.

Nell’ottobre 2020 ha pubblicato due singoli, intitolati “Esperan en ti” ed “Escucha” in seguito al suo album hip-hop cristiano “No Temere” del 2018.

Inoltre, il calciatore è estremamente attivo nell’ambito della beneficenza tanto da creare una fondazione destinata ai bambini colombiani in difficoltà.

Infine, è sposato con la psicologa Tatiana Caicedo dalla quale ha avuto un figlio di nome Josué.

Così si conclude la storia di un potenziale incubo per le difese di tutto il mondo che, vuoi per le alte aspettative, vuoi per decisioni premature e azzardate, verrà ricordato e rimpianto come un gigantesco abbaglio.

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