Ripercorriamo la carriera dell’ex golden boy statunitense Freddy Adu e capire le ragioni per cui non ha atteso le numerose aspettative.
Quante volte vi è capitato, magari in qualche chiacchierata con i vostri amici, di porvi questa fatidica domanda: ma che fine ha fatto X? E Y?
E quante volte, cercando in rete il nome del vostro calciatore, vi siete stupiti del motivo per cui sia uscito fuori dai radar, della carriera intrapresa oppure di un ritiro prematuro?
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Freddy Adu: i primi passi del Nuovo Pelè
Nato il 2 giugno 1989 a Tema (Ghana), Freddy Adu è probabilmente uno degli emblemi di questa categoria di calciatori: una grande stella che non è mai riuscita a splendere del tutto.
Centrocampista di qualità, all’occorrenza seconda punta, il ghanese si è fatto conoscere più per fattori fuori dal terreno di gioco che per le partite giocate (solamente 206 in quasi 17 anni di carriera professionistica).
Nel 1997 vince alla lotteria una “green card” per l’intera famiglia e si trasferisce negli Stati Uniti d’America, precisamente nella capitale Washington.
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La nascita di una stella
Nel giro di qualche anno la sua vita viene stravolta: da un adolescente come tutti gli altri diventa una star sulla quale si concentrano i riflettori di tutto il paese.
Da quel momento si susseguiranno una serie continua di eventi, sponsorizzazioni, collaborazioni, spot commerciali, offerte di club prestigiosi e programmi televisivi.
Nel 2000 il talento di Adu strega l’allora direttore sportivo dell’Inter Piero Ausilio il quale si reca negli Stati Uniti per contrattare con il fuoriclasse.
Purtroppo, l’accordo sfuma come quello con il Manchester United di Sir Alex Ferguson nel 2003, nonostante il prestigio oltreoceano dei “Red Devils” in quel periodo.
Nello stesso anno firma un contratto di sponsorizzazione con la Nike dal valore di 500.000 dollari annui e percepirà fino al 2009 un simile stipendio da parte della federazione calcistica americana.
Inoltre, sempre nel medesimo periodo, ottiene il passaporto statunitense grazie al quale disputerà 17 gare con gli “Yanks” tra il 2006 e il 2011.
Partecipa come ospite a vari programmi televisivi quali 60 minutes e il David Letterman Show e appare nelle copertine di Vanity Fair, Sports Illustrated e Washington Post.
Infine, diventa l’uomo copertina dell’edizione nordamericana del videogioco calcistico FIFA 06 insieme al brasiliano Ronaldinho e il messicano Omar Bravo.
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Una carriera mai decollata
Fuoriclasse con una tecnica rara e ipnotica è stato paragonato da molti al nigeriano Obafemi Martins e da altri è stato soprannominato il “Nuovo Pelè”.
Purtroppo, nonostante le prime promettenti 3 stagioni (dal 2004 al 2006), Freddy Adu non è riuscito a dimostrare il suo vero valore al mondo intero.
Si susseguono una serie di breve e anonime parentesi europee nelle successive annate tra Benfica, Monaco, Belenenses, Aris Salonicco e Çaykur Rizespor.
Nella stagione positiva 2011-2012 ritrova l’aria di casa e, in patria, colleziona ben 35 presenze, condite da 7 goal, con i Philadelphia Union.
Sfortunatamente quell’esperienza risulterà a posteriori solamente un gigantesco abbaglio; infatti, dalla stagione 2012-2013 a quella 2015-2016 giocherà complessivamente 20 partite tra Bahia (Brasile), Jagodina (Serbia), KuPS (Finlandia) e Tampa Bay Rowdies (USA).
Da ricordare, o forse dimenticare, le ultime parentesi accertate di Freddy Adu al Las Vegas Lights (2018) e alla società svedese Österlen FF (2021).
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Cos’è stato e che fine ha fatto Freddy Adu?
Freddy Adu è stato un calciatore emblematico della generazione Millennial, di tutti quei ragazzi e quelle ragazze che si appassionavano al mondo del pallone.
In quel periodo era la prova vivente di come il talento potesse essere notato, nonostante si provenisse da paesi con una minima tradizione calcistica, grazie alle nuove risorse tecnologiche.
La raffinatezza e l’unicità del suo gioco erano tali che tutti gli amanti di questo sport avrebbero voluto sbocciassero definitivamente per poterle ammirare negli anni e nelle più prestigiose competizioni.
Purtroppo, l’eccessiva pressione e le innumerevoli collaborazioni non gli hanno permesso di intraprendere un percorso equilibrato di crescita personale e sportiva.
A causa dell’esposizione mediatica precoce e pervasiva agli occhi di tutto il mondo non è riuscito a godersi quello che alla base è un gioco spensierato.
Così, a 31 anni, con una carriera deludente e colma di rammarichi, Freddy Adu appende prematuramente gli scarpini al chiodo il 16 febbraio 2021.
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Questo è stato Freddy Adu: un ex golden boy che ha illuminato il terreno di gioco, anche se non ha potuto calcare quelli più importanti d’Europa.