La Fiorentina naviga in acque pericolose: ultima in Serie A con soli 6 punti in 14 partite, la squadra viola sembra aver perso identità e morale.
In questo scenario, spicca il nome di Vittorio Cecchi Gori, ex presidente dal 1993 al 2002, che ha recentemente dichiarato a La Volta Buona: “Solo io potrei salvare la Fiorentina”.
Le sue parole, tra ironia e determinazione, ricordano un’epoca in cui la Fiorentina tornava protagonista in Serie A e sulle scene europee, tra grandi giocatori e trionfi indimenticabili.
L’ex patron non parla di acquistare il club, ma di poter guidare il percorso verso la rinascita attraverso esperienza, strategia e visione storica.
Dalle origini della famiglia al mito viola
La storia della Fiorentina sotto la famiglia Cecchi Gori inizia con Mario, celebre produttore cinematografico, che nel 1990 acquisì il club.
Gli inizi furono complessi: il piazzamento del 12° posto non cambiò fino alla stagione successiva, ma il club iniziò a costruire le basi per una squadra di grande livello.
L’arrivo di Gabriel Omar Batistuta, affiancato da campioni come Brian Laudrup, Mazinho e Stefan Effenberg, segnò una nuova era, sebbene culminata con la retrocessione in Serie B nel 1992-93, un trauma dopo 55 anni di permanenza in A.
Il 5 novembre 1993, alla morte di Mario, Vittorio prese le redini del club. Sotto la sua gestione, con Claudio Ranieri in panchina, arrivò subito la promozione in Serie A.
Ma la vera svolta fu l’acquisto di Rui Costa, destinato a diventare uno dei più grandi trequartisti della storia viola.
Batistuta e Rui Costa formarono una delle coppie più temute del calcio europeo, simbolo di un club che tornava a lottare con le grandi del campionato.
Tra trionfi e delusioni: Coppa Italia, Supercoppa e scudetti sfiorati
Gli anni successivi videro la Fiorentina crescere costantemente.
Nel 1995-96 la squadra conquistò il primo trofeo dell’era Cecchi Gori: la Coppa Italia, battendo l’Atalanta in finale, con Batistuta ancora protagonista.
La stagione 1996-97 portò un altro trofeo: la Supercoppa Italiana vinta contro il Milan a San Siro, mentre in campionato i viola chiusero al nono posto.
Il sogno dello scudetto, però, restò sempre vivo.
Nel 1997-98 arrivò l’esonero di Ranieri e l’arrivo di Alberto Malesani, con un avvio brillante ma conclusione solo al quinto posto.
L’anno successivo, con Trapattoni in panchina, la Fiorentina guidò il campionato fino all’infortunio di Batistuta e alla partenza di Edmundo: pur arrivando terza, la squadra conquistò la qualificazione in Champions League, confermando la competitività internazionale dei viola.
Il declino e il fallimento: lezioni per il presente
Il 2000-2002 segnò l’inizio della fine.
La cessione di Batistuta alla Roma e l’esonero di Trapattoni portarono a un periodo di instabilità tecnica e finanziaria, con allenatori come Fatih Terim e Roberto Mancini incapaci di restituire continuità.
Nel 2001 arrivò il fallimento: debiti enormi e gestione discutibile portarono alla vendita di colonne come Toldo e Rui Costa e al rinvio a giudizio di Vittorio per falso in bilancio.
La Fiorentina fu dichiarata fallita nel settembre 2002, per poi rinascere come Florentia Viola sotto la famiglia Della Valle.
Come Cecchi Gori potrebbe salvare la Fiorentina oggi
Oggi, le parole di Cecchi Gori non indicano un ritorno alla proprietà, ma una possibilità di intervento strategico e consulenziale.
La sua esperienza potrebbe servire a:
- Guidare la scelta di dirigenti e allenatori, individuando figure capaci di valorizzare giovani e rinforzi senza sprecare risorse.
- Definire strategie di mercato mirate, suggerendo acquisti funzionali alla squadra invece di nomi altisonanti privi di efficacia.
- Migliorare l’organizzazione interna, dalla gestione dello staff tecnico alla supervisione dei programmi di allenamento e sviluppo dei giocatori.
- Recuperare il rapporto con i tifosi, trasmettendo credibilità e memoria storica del club, elementi fondamentali in momenti di crisi.
Cecchi Gori rappresenterebbe quindi un ponte tra passato e presente: la Fiorentina ha bisogno di esperienza, leadership e visione storica per evitare errori simili a quelli che portarono al fallimento, e solo uno come lui che possiede la conoscenza e il carisma potrebbe servire a questa Fiorentina per intervenire in maniera incisiva.
Cecchi Gori tornerà a guidare la Fiorentina?
No, il suo ruolo potrebbe essere solo strategico e di consulenza.
Quali strumenti potrebbe usare per salvare la squadra?
Guidare dirigenza e mercato, migliorare organizzazione e gestire i rapporti con tifosi.
La Fiorentina può uscire dalla crisi senza il suo intervento?
Sì, ma l’esperienza storica di Cecchi Gori potrebbe accelerare la rinascita e ridurre i rischi di nuovi errori.







