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Cagliari, Pisacane: “Mina? Brutta la gogna mediatica “

Pisacane, le parole del tecnico del Cagliari
Foto: Shutterstock

Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport, ecco le sue parole.

In questa Serie A ci sono stati due debutti “tra i grandi”, per quanto riguarda gli allenatori.

Si tratta di Carlos Cuesta, tecnico del Parma e Fabio Pisacane, allenatore del Cagliari.

Il secondo, che ha concesso un’intervista al Corriere dello Sport, sta disputando un campionato in linea con le aspettative, con 10 punti raccolti.

Certo, per garantirsi una salvezza tranquilla il suo Cagliari dovrà accelerare un po’, ma il suo debutto in A è fino ad ora positivo.

Ai sardi manca una vittoria in campionato da 7 partite, l’ultima è stata quella di Lecce, con la doppietta di Belotti, poi infortunatosi al ginocchio nella sfida successiva con l’Inter.

La prossima sfida sarà contro il Genoa di De Rossi, una partita particolare per Pisacane, soprattutto per eventi extra-calcio che hanno segnato la sua vita.

“Un tasto sentimentale, una partita particolare: all’ospedale San Paolo di Savona devo tutto, è dal Genoa che sono partito ed è a Marassi che ho giocato la mia centesima in A.

È contro la Samp, a Genova, che ho guidato per la prima volta la Primavera del Cagliari da allenatore di ruolo.

In quella città ho imparato tanto: i primi sogni, la forza del leone quando arrivai da una scuola calcio di Napoli, il dolore.

C’è tanto dentro. Oggi la vivo con più equilibrio”.

Cagliari, Pisacane: “Abbiamo sbagliato solo con il Sassuolo”

Sull’inizio del campionato alla guida del Cagliari:

“Il Cagliari è la terza più giovane per media d’età dei giocatori utilizzati, eppure abbiamo sbagliato solo la partita con il Sassuolo.

Fiducia nei giovani, senza protezione eccessiva, e la guida di qualche “vecchio” giusto come Mina, Luperto, Deiola, Pavoletti.

Non abbiamo ancora tirato fuori tutto il nostro potenziale tra infortuni e condizione, ma mica si può fare in tre mesi.

Oltre la vittoria, bisogna crescere ogni volta: l’obiettivo è questo”.

Sul confronto con grandi allenatori: 

“Una responsabilità doppia.

In undici giornate ho già sfidato tre allenatori scudettati: Conte, Sarri, Pioli. Mi mancano Allegri e Spalletti. 

Ogni volta non è un confronto con il loro nome, ma con il loro valore: sento di vivere qualcosa che ho meritato, non è fortuna o casualità anche con soli due anni di Primavera alle spalle. 

Con i giovani è più complesso, credetemi: bisogna studiare le generazioni, il calcio è cambiato come la vita. 

È in evoluzione. Ma restano i valori, innanzitutto il rispetto”.

Sullo stile di gioco:

“Visione, coraggio, responsabilità, organizzazione, collaborazione tra reparti e sacrificio.

Si allenano tattica, tecnica e carattere: il cuore del lavoro resta l’uomo.

Sono maniacale nei dettagli, scrivo tutto su quaderni che colleziono: uno per stagione.

Prima delle partite mi isolo cinque minuti per ricordare a me stesso da dove vengo e per cosa combatto: mi fa sentire vivo.

La nostra è una vocazione, siamo come i preti: bisogna ascoltare e accantonare l’ego: io sono un empatico.

La passione per il calcio:

Guardo partite su partite, qualsiasi serie, qualsiasi nazione, e ogni volta cerco di rubare un’idea: mi piace vedere come difendono in Scozia o come costruiscono in Premier o in Serie C.

Ho fatto un percorso di formazione a Salisburgo, credo nell’intensità e nel ritmo del calcio internazionale, ma sono di scuola italiana.

Bisogna evolversi restando fedeli ai propri principi.

Le parole di Pisacane sui singoli

Su Caprile:

“Elia è un leader, ha talento e personalità. La meritava. È un grande lavoratore, molto attento ai dettagli, arriva per primo e va via per ultimo. Deve continuare così. È un enorme piacere essere parte di questo suo percorso di crescita”

Su Palestra:

“Ha prospettive importanti, ma il calcio è una fabbrica di illusi: ora è sulla bocca di tanti ma deve rimanere se stesso e lavorare più di quanto non stia facendo.

La base fa ben sperare, ma deve farne di strada.

Il Cagliari ha altri giovani importanti che devono ragionare come deve fare Marco: Obert viene dal settore, Idrissi dall’Academy, Prati ha talento.

Davanti hanno un grande futuro“.

Su Mina: 

“È un giocatore simbolo per carisma e voglia di combattere.

È brutto che sia stato messo alla gogna mediatica: in passato c’erano giocatori violenti sul serio, tra morsi, testate e interventi durissimi, e allora perché non dire che il nervosismo di Morata nasce dall’incrocio con un campione? 

Yerry vive una partita nella partita con mestiere ma senza violenza.

Quello che sta accadendo con lui, oggi, è un’offesa al Var.

Non vorrei che gli fosse impedito di giocare le sue partite come ha sempre fatto”.

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