Andando ad investire più di ventitré milioni di euro, il Cagliari del neo allenatore Pisacane ha riscattato tre dei suoi migliori giocatori.

La stagione appena conclusa, aldilà di ciò che la gran parte degli appassionati, sottoscritto compreso, pensavano prima dell’inizio del campionato, per il Cagliari ha rappresentato un inaspettato successo, se è vero che i sardi, reduci da una salvezza miracolosa, resa possibile da Claudio Ranieri, hanno condotto un torneo molto al di sopra delle aspettative, ottenendo la permanenza nella massima categoria anche con una giornata d’anticipo.

Davide Nicola, maestro in questo tipo di situazioni, è riuscito a fare di necessità virtù e, sfruttando le qualità di un organico sulla carta non attrezzatissimo, si è rivelato capace di condurre la sua truppa al raggiungimento dell’insperato obiettivo iniziale, la cui conquista, come detto, era tutt’altro che scontata.

L’allenatore di Luserna San Giovanni, quasi accomodatosi sulla panchina della neopromossa Cremonese, ha reso possibile l’ennesima impresa della sua carriera grazie ad un’identità tattica ben definita, la quale ha permesso alla sua squadra di poter contare su determinate certezze, anche nei momenti più complicati dell’annata.

Aldilà del modulo, che ha subito degli aggiustamenti in corso d’opera, la vera chiave del Cagliari di Nicola sono stati i singoli interpreti, i quali, ognuno con le sue qualità, hanno saputo conquistare una salvezza più che meritata, passata, tra le altre cose, eccessivamente sottotraccia.

Ecco che, allora, Fabio Pisacane e il neo direttore sportivo Guido Angelozzi, nel tentativo di iniziare a costruire il “Casteddu” del prossimo anno, hanno scelto di ripartire proprio da determinati calciatori, capaci, specialmente nell’ultima parte del campionato, di rappresentare delle colonne dell’undici sardo.

I tre riscatti del Cagliari

Molto spesso, nel lessico giornalistico, si tende ad accostare metaforicamente una squadra di calcio al corpo umano e, di conseguenza, termini anatomici come “mente”, “gambe”, “cuore” e, nel caso che interessa a noi, “colonna vertebrale”, si trovano ad essere impiegati in una situazione lontana dalla loro zona di comfort.

Se si è seguita un po’ l’annata del Cagliari, è impossibile non constatare come il portiere Caprile, il mediano Adopo e il centravanti Piccoli, capace di raggiungere la doppia cifra, abbiano rappresentato la spina dorsale dei rossoblù, utile a sorreggere l’intera banda sarda durante le varie mareggiate che si è trovata ad affrontare.

Per dare continuità all’ottimo lavoro operato da Nicola e garantire solide basi al giovane Pisacane, dunque, era assolutamente decisivo quantomeno tentare di confermare questi tre calciatori, i quali, tuttavia, non erano di proprietà degli isolani, ma, al contrario, semplicemente in prestito.

Facendo crepare l’avarizia e sborsando, complessivamente, una cifra oscillante fra i venti e i venticinque milioni di euro, il Cagliari del presidente Tommaso Giulini è andato a riscattare tutti e tre i calciatori, strappandoli, rispettivamente al Napoli di Conte e all’Atalanta di Ivan Juric’, le quali hanno ceduto alle remunerative proposte dei sardi.

Il mercato dei rossoblù, dunque, è assolutamente iniziato e questi tre riscatti, che se ne dica, sono colpi importantissimi, che garantiscono al “Casteddu” la possibilità di ripartire da dove ci si era fermati, senza dover per forza rivoluzionare di nuovo l’intera rosa, come spesso è accaduto in passato.

Il Cagliari ha posto le prime fondamenta per l’avvio di un progetto solido e giovane e, ora, deve solo avere fiducia in Pisacane, assecondando, magari, qualche altra sua richiesta per rinforzare la rosa.

Indubbiamente, però, il calciomercato rossoblù è partito col botto, anzi, con tre botti.

Foto: facebook Cagliari Calcio.