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Torino, sconfitta ma sulla strada giusta: dove si può migliorare

Torino, dove migliorare.
Foto: Shutterstock

Al termine della gara persa per 2 a 3 contro la Lazio, il Torino può uscirne sicuramente a testa alta, dopo aver lottato alla grande.

Se c’è una dote che non è mai mancata ai calciatori del Torino, di qualunque epoca storica fossero, è sicuramente la grinta, riassunta in pieno sia dal simbolo della squadra che dall’atteggiamento della propria storica curva, irriducibile da sempre al seguito dei granata.

Non è sorprendente, quindi, che, aldilà della sconfitta, i calciatori del Toro, ieri pomeriggio, siano potuti uscire dal campo a testa alta, consapevoli di aver dato tutto per la causa, andando vicini a compiere la rimonta impossibile contro l’efficace Lazio di Baroni.

Le prime giornate, però, ci hanno mostrato come la compagine di Paolo Vanoli, il quale è stato votato miglior tecnico del primo mese di stagione, non abbia dalla sua solo l’abitudinaria tenacia che l’ha da sempre contraddistinta.

Il primato in classifica mantenuto fino a ieri, infatti, era arrivato anche grazie a delle buonissime capacità tecniche, messe in mostra soprattutto dai nuovi arrivati, quali l’ala Che Adams e l’esterno Saul Coco.

Questi ultimi si sono riconfermati anche ieri, andando a siglare le due reti che hanno illuso il Torino di poter riuscire nell’impresa di ribaltare la Lazio, ma, al contrario delle uscite precedenti, è mancata la qualità del resto dei componenti della squadra.

Soprattutto nel primo tempo, i granata si sono resi pericolosi in poche occasioni per la porta di Provedel, che non ha faticato a difenderla.

Tralasciando, quindi, la solita e ammirabilissima grinta, Paolo Vanoli deve necessariamente lavorare su ciò che è andato storto nella gara di ieri, in vista dell’ultima giornata prima della seconda sosta della stagione, la quale arriverà dopo lo scontro a San Siro contro l’Inter.

Cosa deve migliorare il Torino

Criticare una squadra come i granata che è andata molto oltre le aspettative, anche dopo una sconfitta casalinga, risulta difficile e, per alcuni, anche deprecabile.

Nonostante questo, ritengo sia giusto evidenziare una carenza che mi è sembrata non essere un problema proprio solo della gara contro i biancocelesti, ma che, al contrario, si è riproposto anche in altre sfide.

In particolare, il Torino si è trovato a dover far fronte a questo deficit anche nelle partite disputate contro il Venezia e contro il Lecce, chiuse entrambe senza subire gol, ma realizzandone uno solo contro tutte e due complessivamente.

A mio parere, i granata di Vanoli non dispongono di un vero e proprio fantasista, schierando, nella zona mediana del campo, tre calciatori le cui qualità migliori sono attribuibili alla parte fisica, non tanto a quella tecnica.

Ricci, Tameze ed Ilic’, infatti, sono degli ottimi centrocampisti, capaci di ricoprire ruoli anche difensivi e di interdizione, ma non sono sicuramente degli eccezionali creatori di gioco in grado di costruire delle azioni offensive da soli.

Nel momento in cui si trovano a giocare contro squadre attendiste, dunque, i torinesi tendono ad andare in difficoltà, non riuscendo a trovare i varchi giusti per arrivare al gol.

Non a caso, due delle tre reti realizzate fra Venezia, Lecce e Lazio, tutte e tre squadre che tendono a proteggersi per attaccare in contropiede, sono arrivate, entrambe per mano di Coco, dagli sviluppi di una palla inattiva.

Occorre a Vanoli, quindi, trovare negli uomini a sua disposizione qualcuno che riesca a interpretare questo ruolo, essendo in grado di coordinare con più qualità di Ricci, Ilic’ o Tameze le manovre offensive granata.

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