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I 10 migliori trequartisti degli ultimi 25 anni

Messi: "Barcellona mi manca. Un giorno tornerò"
Foto: Shutterstock

C’è stato un tempo in cui il calcio non correva soltanto: pensava. Un tempo in cui tra centrocampo e attacco viveva una figura sospesa, libera, geniale. Il trequartista. Negli ultimi 25 anni questo ruolo ha conosciuto il suo massimo splendore e, lentamente, la sua dissolvenza. I protagonisti di questa classifica non sono stati solo campioni: sono stati interpreti di un’idea romantica del gioco, uomini capaci di fermare il tempo con un controllo, un passaggio, una scelta fuori logica ma dentro il cuore.

10. Mesut Özil

Mesut Özil è stato il trequartista della leggerezza. Guardarlo giocare significava osservare il calcio respirare. Con Real Madrid e Arsenal ha trasformato l’assist in una forma d’arte: passaggi filtranti, tocchi morbidi, intuizioni che arrivavano sempre un secondo prima degli altri. Non era un leader vocale, ma tecnico. In un calcio sempre più muscolare, Özil ha rappresentato l’ultimo specialista della visione pura, capace di rendere semplice ciò che era complesso.

9. David Silva

David Silva è stato il trequartista della continuità. Al Manchester City ha accompagnato la trasformazione di un club in potenza europea, diventandone l’anima silenziosa. Tecnica sopraffina, controllo nello stretto e una capacità rara di muoversi tra le linee senza mai perdere lucidità. Silva non rubava la scena, ma la illuminava. È stato il classico giocatore di cui ti accorgevi davvero solo quando mancava.

8. Juan Román Riquelme

Riquelme è stato un atto di ribellione al calcio moderno. Lento, pensante, dominante. Con Boca Juniors e Villarreal ha imposto il suo ritmo a intere partite, dimostrando che il pallone può ancora avere un padrone. Ogni azione passava dai suoi piedi, ogni scelta nasceva dal suo pensiero. Era il trequartista che non chiedeva permesso: pretendeva fiducia. E quando l’aveva, trasformava il campo in un teatro.

7. Kevin De Bruyne

Kevin De Bruyne è il trequartista dell’era moderna. Al Manchester City ha unito visione, potenza e continuità come pochi nella storia recente. Meno istinto, più controllo. Meno fantasia anarchica, più dominio razionale. I suoi passaggi tagliano il campo, i suoi tiri lo spaccano. De Bruyne non incanta sempre, ma decide spesso. Ed è questo che lo rende centrale nel calcio di oggi.

6. Luís Figo

Luís Figo è stato il trequartista del potere. Tra Barcellona, Real Madrid e Inter ha rappresentato l’eleganza applicata alla vittoria. Dribbling puliti, conduzione palla magnetica e una personalità che pesava quanto il talento. Figo non era solo fantasia: era leadership. Pallone d’Oro nel 2000, ha segnato un’epoca in cui il numero 10 poteva ancora dominare la scena senza rinunciare all’equilibrio tattico.

5. Kaká

Kaká è stato luce pura. Al Milan ha incarnato il trequartista totale: velocità, tecnica, verticalità. Quando accelerava palla al piede, il campo sembrava inclinarsi in avanti. Pallone d’Oro nel 2007, protagonista assoluto nelle notti di Champions, Kaká è stato devastante nel suo prime. Forse breve, ma talmente intenso da restare scolpito nella memoria collettiva come uno dei picchi più alti del calcio moderno.

4. Zinedine Zidane

Zidane è stato il trequartista dell’eleganza eterna. Tra Juventus e Real Madrid, ha trasformato il controllo del pallone in un gesto artistico. Ogni tocco aveva peso, ogni scelta aveva senso. Nei momenti decisivi, quando il pallone scottava, cercava lui. E quasi sempre trovava la soluzione. Zidane non accelerava il gioco: lo dominava.

3. Francesco Totti

Francesco Totti è stato il trequartista dell’appartenenza. Alla Roma ha reinventato il ruolo, diventando regista offensivo, finalizzatore e guida emotiva. Visione fuori scala, assist impossibili, gol pesanti. Ma soprattutto un legame indissolubile con una maglia e una città. Totti non è stato solo un campione: è stato un simbolo, capace di rendere romantico anche il calcio più spietato.

2. Ronaldinho

Ronaldinho è stato il sorriso del calcio. Al Barcellona ha restituito gioia, imprevedibilità, magia. Dribbling senza logica apparente, colpi di genio continui, una libertà espressiva che oggi sembra irreale. Non sempre continuo, ma quando accendeva il talento, lo stadio diventava un parco giochi. Ronaldinho è stato l’ultimo vero funambolo.

1. Lionel Messi

Lionel Messi è stato la sintesi perfetta di tutto. Nel Barcellona ha preso l’essenza del trequartista e l’ha portata a un livello mai visto: creazione, finalizzazione, leadership. Non occupava una zona di campo: occupava il gioco. Ogni pallone tra i suoi piedi era una promessa. Messi non ha solo interpretato il ruolo: lo ha superato, diventando un’epoca.

Conclusione

Questi dieci trequartisti rappresentano l’ultimo grande racconto romantico del calcio. In un gioco sempre più schematizzato, sono stati l’eccezione, l’intuizione, l’arte. Forse il numero 10 non tornerà più come una volta, ma finché ricorderemo questi nomi, il calcio continuerà ad avere un’anima.

Chi rappresenta meglio il trequartista classico?
Juan Román Riquelme, per centralità e controllo totale del gioco.

Chi ha unito magia e dominio assoluto?
Lionel Messi, senza precedenti nella storia moderna.

Il trequartista tornerà protagonista?
Forse no, ma il suo mito resterà eterno.

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