Takayuki Morimoto, Da enfant prodige del calcio giapponese a simbolo del Catania: gol pesanti, un talento precoce e un finale lontano dai riflettori
Arrivò in punta di piedi, con il volto da ragazzo e la curiosità di chi si affaccia per la prima volta su un mondo sconosciuto. Se ne andò in silenzio, dopo aver girato mezzo pianeta inseguendo un pallone.
Takayuki Morimoto è stato uno dei primi veri ponti calcistici tra Giappone e Serie A. Oggi, a distanza di anni, una domanda torna a farsi sentire: che fine ha fatto Morimoto?
Il predestinato venuto dal Giappone
Morimoto non era un talento qualunque.
A 15 anni segnava già in J-League, diventando il più giovane marcatore della storia del campionato giapponese.
In patria lo chiamavano “Banzai”, un soprannome che raccontava istinto, rapidità e fame di gol.
Punta centrale, destro naturale ma capace con entrambi i piedi, Morimoto sembrava pronto per il grande salto.
L’Europa osservava, il Catania osò.
Catania, la Serie A e quel gol che cambiò tutto
Gennaio 2007, Bergamo.
Atalanta-Catania. Morimoto entra dalla panchina e in cinque minuti segna il suo primo gol in Serie A. Un impatto immediato, da predestinato.
La Sicilia se ne innamora.
Poi, all’improvviso, la frenata: rottura del crociato, mesi fuori, il rischio di sparire.
Ma Morimoto resiste. Torna, segna, cresce.
Tra il 2008 e il 2010 vive i suoi anni migliori: doppietta alla Roma, gol alla Juventus, reti decisive e una Coppa Italia da protagonista.
Non un bomber da copertina, ma un attaccante capace di accendere lo stadio.
La figurina Panini e lo status di culto
C’è un dettaglio che racconta meglio di mille statistiche il Morimoto italiano: la sua figurina Panini, una delle più trovate di sempre.
Un simbolo pop, quasi romantico, di una Serie A che sapeva ancora sorprendere.
Morimoto diventa un volto familiare, un nome riconoscibile, un piccolo cult per gli appassionati.
Novara e l’inizio del lungo viaggio
Nel 2011 passa al Novara, neopromosso in Serie A.
Segna quattro reti, lotta, ma la magia non è più la stessa.
Il ritorno a Catania è breve e poco incisivo.
Da lì in poi la carriera prende un’altra direzione: inizia il viaggio.
Dal Medio Oriente all’Asia: il giro del mondo
Negli Emirati Arabi, all’Al-Nasr, ritrova Walter Zenga e torna a segnare con continuità, anche in Champions asiatica.
Poi il rientro in Giappone: JEF United, Kawasaki Frontale, dove vince la J-League nel 2017, mettendo il suo nome in una stagione storica.
Negli anni successivi arrivano esperienze più brevi e meno fortunate: Avispa Fukuoka, Grecia, Paraguay.
Fino all’ultima tappa, Taiwan, con la fascia da capitano e l’ultimo gol nel 2023.
Takayuki Morimoto, Il ritorno mancato in Italia
L’epilogo è amaro e romantico allo stesso tempo.
Nell’estate 2023 Morimoto prova a tornare in Italia, firmando per l’Akragas in Serie D.
Sarebbe stato un cerchio che si chiude.
Ma la burocrazia ferma tutto: problemi di tesseramento, status da extracomunitario, accordo annullato.
Di fatto, è la fine della carriera.
Che fine ha fatto oggi Morimoto
Takayuki Morimoto ha ufficialmente chiuso con il calcio nel 2023.
Oggi vive lontano dai riflettori, ma non dai ricordi.
Perché chi ha visto quella Serie A fatta di provinciali coraggiose e scommesse esotiche, Morimoto non lo ha dimenticato.
Non è diventato un campione assoluto.
Ma è stato un simbolo di un’epoca.
E a volte, nel calcio, questo basta per restare.







