Nicolò Cambiaghi, attaccante italiano del Bologna, si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ecco le sue parole.
Nicolò Cambiaghi, attaccante classe 2000 del Bologna è uno dei calciatori migliori della prima parte della stagione rossoblù.
In 11 partite di Serie A, l’attaccante italiano ha messo a segno 2 reti e fornito 4 assist ai compagni.
Ecco le parole di Cambiaghi ai microfoni della Gazzetta dello Sport, iniziando dal grande avvio di stagione del Bologna.
“La nostra forza più grande è ciò che si vede: siamo uniti e ci vogliamo bene, c’è davvero una coesione quasi famigliare.
Quando è entrato Pessina contro il Napoli: magari lui aveva le orecchie tappate dalla tensione del debutto, ma ognuno di noi gli ha detto qualcosa per stemperare il momento.
In campo giochiamo un calcio che diverte, intensità alta, tutto alla ricerca del risultato.
Ci divertiamo molto e le cose vengono pure meglio”.
Cambiaghi: “Senza l’Atalanta oggi non sarei qui”
Sull’Atalanta:
“Lì ho vinto due scudetti e una Supercoppa a livello giovanile: l’esordio l’avrei sognato ma senza l’Atalanta oggi non sarei qui. Italiano poi mi ha voluto, atteso e migliorato.
Dal minuto uno ho sempre pensato che il suo gioco facesse per me”..
Sul sogno di vincere lo scudetto con il Bologna:
“Noooo dài (ride ndr).
Troppo, poi se arriva lo prendo: il calcio è strano…
Noi dobbiamo continuare a fare della nostra casa il solito luogo sicuro e vivere tutto quel che di bello c’è.
Sulla vittoria contro il Napoli:
Che al Dall’Ara è tosta per tutti, di essere attenti, saper sfruttare i momenti e tenere un risultato anche contro squadre più forti”.
Sul debutto con la maglia della nazionale italiana:
“Non ho toccato palla ma non importa, ero felice e concentrato.
Mi sono ripetuto “È tutto vero Nic”.
Italiano mi ha detto: “Avrei pagato per poter vivere un’emozione”.
Anche a lui devo qualcosa”.
Sul sogno di ritornare a giocare in Champions League:
“L’anno scorso non entrai in lista per il brutto infortunio al ginocchio: vorrei tornarci, conoscerla, canticchiare quella canzoncina”.






