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Roma-Udinese 2-0: l’Urbe ulula dalla vetta

Roma-Udinese 2-0
Foto: Shutterstock

Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo Er Punto – Tutto l’accaduto e quel che resta da capire fra le mura giallorosse

La Roma passeggia all’Olimpico sull’Udinese e riagguanta la vetta della classifica di Serie A insieme all’Inter di Chivu. Decisivi il rigore realizzato da Pellegrini al 42′ e il gol di Celik nel secondo tempo per archiviare una pratica che è parsa sin troppo facile.

L’Urbe eterna sorriderà sorniona per le prossime due settimane, certo consapevole che il campionato è ancora lungo, ma, si sa, sognare non ha prezzo, proprio come Famo Er Punto, la Rubrica romanista di CalcioSport.com dove ogni settimana sciogliamo i nodi delle trame della stagione giallorossa.

Roma-Udinese: gli spunti individuali dei giallorossi

Gianluca Mancini

Non solo il migliore in campo, ma anche il giocatore della Roma che, per rendimento, oggi svetta in generale sugli altri.

Con lo spostamento a destra nei tre della linea difensiva, Gianluca, acquisita licenza di attaccare, sembra abbia fatto un definitivo salto di qualità e ora è il simbolo della squadra e del gioco che Gasperini ha portato nella capitale.

Difesa arcigna, attenzione massima, tantissima corsa avanti e indietro e una voglia continua di andare ad aggredire l’area avversaria.

Oggi è lui l’attaccante in più: l’uomo che mette più cross (5 cross contro l’Udinese e 1 assist per il gol di Celik)), ma anche colui che va sempre a riempire l’area.

Finalmente Mancini sembra all’altezza del trono che tanti tifosi gli avevano costruito prematuramente negli scorsi anni, unendo alla sua fame costanza, qualità e leadership.

Zeki Celik

Se Mancini spesso è stato osannato anche senza meriti, Celik negli anni è stato attaccato anche quando esente da colpe e oggi rivendica tutto il suo valore.

Come Gianluca, è un giocatore con dei limiti, ma la voglia e l’abnegazione fanno sempre la differenza e lui, in queste, non è mai mancato e finalmente sembra raccogliere i frutti del suo lavoro.

Deve ancora limare le proprie rifiniture, ma le sue sgroppate sulla fascia e a tagliare dentro il campo sono ormai velenosissime per gli avversari e il suo atletismo lo rende uno dei giocatori più continui e impattanti della Roma.

Nel match contro l’Udinese è uno degli uomini partita, con ben 22 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo e 1 gol, il primo in Serie A.

Bryan Cristante

Non è più necessario spendere troppe parole per Bryan, il quale continua a inanellare prestazioni di sostanza e qualità, fatte di corsa, contrasti e passaggi in avanti che fendono le linee avversarie.

La sintesi del suo momento di forma si può ritrovare al 74′, quando esce Soulè e diventa lui uno dei due trequartisti col compito di andare a pressare i primi portatori di palla dell’Udinese, lavoro alla quale, nonostante lo sforzo pregresso della partita, non si sottrae.

Come sempre è lui fra i giallorossi ad aver corso di più, con ben 12.138 km.

Lorenzo Pellegrini

Le malelingue, a proposito di Pellegrini e Cristante, sottolineano come le prestazioni dei ragazzi migliorino in prossimità della scadenza di contratto, il cui rinnovo è stato auspicato dagli stessi in due interviste disgiunte rilasciate in settimana (Cristante a Il Tempo e Pellegrini a Il Romanista).

Se si pensa che quello del calciatore è un lavoro come tutti, questo incentivo non sarebbe necessariamente da leggere come inappropriato, ma forse per Lorenzo, romano e romanista, è un po’ diverso.

Il gioco di Pellegrini sta migliorando visibilmente e, nonostante sia stato spogliato della fascia, è lui che come capitano morale va a battere un rigore che probabilmente nessun altro, visto il recente passato, avrebbe voluto calciare.

Di classe, lo realizza, esultando rabbiosamente e sconquassando lo stemma sul petto. Non si sa ancora quale sarà il suo futuro, ma Lorenzo sembra davvero sperare nella permanenza nella sua Roma.

Oggi è lui il migliore a interpretare il ruolo del trequarti di sinistra, con ben l’88% di passaggi riusciti contro l’Udinese.

Così Gian Piero Gasperini su di lui:

“Ma per quanto mi riguarda, il giocatore è molto bravo. Il ragazzo è molto sano, perché è un ragazzo veramente per bene, maturo anche. Calcisticamente è un giocatore forte. Bisogna ridargli tanta fiducia, perché se la merita, perché non è gratis. Può darci veramente una mano, come sta facendo. E poi metterlo a posto atleticamente e fisicamente. Lui si sta impegnando al massimo e siamo tutti molto felici per lui, perché se lo merita, e anche per noi, perché ne traiamo sicuramente beneficio.”

Mile Svilar

Chiamato in causa poche volte, è sempre decisivo anche con sole due parate. Sul grave errore di Ndicka che mette in porta Zaniolo riesce a chiudere lo specchio, negando all’ex un’esultanza o delle scuse ancor più irritanti.

Mile, dopo il match, ha parlato del momento della squadra:

“Non siamo sorpresi dei risultati, perché quello che abbiamo fatto durante i due mesi di ritiro è stato un lavoro mai fatto prima a livello fisico e tattico. […] Come ho detto dopo la partita a Milano, dove abbiamo perso, stasera abbiamo vinto, e (ugualmente) non bisogna guardare la classifica. È molto, molto presto. Dobbiamo prendere partita dopo partita, come ho detto sulla domanda prima, non accontentarci mai e continuare a fare questo lavoro, perché porta risultati. Per me è molto, molto importante quello che stiamo sentendo anche dentro lo spogliatoio, stiamo credendo nel lavoro che stiamo facendo, siamo tutti sulla stessa linea. E questo è il più importante per andare avanti, perché porterà ancora risultati positivi e tante, tante gioie.”

Tommaso Baldanzi

Entrato al 43′ al posto dell’infortunato Dovbyk, con i suoi mezzi coadiuva la squadra in fase offensiva.

Nonostante la prima punta non possa certo essere il suo ruolo, grazie alla sua elettricità riesce a proteggere qualche pallone, a fare delle sponde e a dialogare bene coi compagni di reparto.

L’area è rimasta sguarnita, ma l’atteggiamento di Tommaso è da campione vero: quando viene chiamato in causa spicca sempre sugli altri per voglia e determinazione, valori importanti tanto nel calcio quanto nella vita.

Artem Dovbyk

Al tramonto di un primo tempo opaco, Artem si fa male sull’unica azione ben architettata della sua gara, in cui, servito da Pellegrini, tiene l’uomo lontano e calcia col sinistro.

Peccato solo che il tiro, comunque viziato da un suo fuorigioco, gli viene parato da Okoye e, soprattutto, gli costa una lesione al tendine del retto femorale sinistro. Una tegola che lo terrà lontano dai campi per 4-6 settimane.

Si acuisce, quindi, l’emergenza in casa Roma che, a Dybala, Ferguson, Bailey, Angelino, deve aggiungere Artem nella lista degli infortunati.

La sosta potrà aiutare a recuperare qualcuno, ma intanto Gasperini, prima dell’esito degli esami strumentali di Dovbyk, si esprimeva così a riguardo:

“Per fortuna c’è una sosta di mezzo. Però sono quei piccoli infortuni che magari ti portano via due, tre settimane. In tre settimane, quando la stagione è come adesso, perdi 5-6 partite. E diventa pesante. Poi li hai tutti nello stesso reparto, però abbiamo sopperito bene. Abbiamo fatto bene con tutti e ormai la squadra ha comunque dei riferimenti e delle convinzioni migliori rispetto a qualche settimana fa. Riusciamo a attaccare con buon profitto. E è chiaro che speriamo nella sosta di recuperarne il più possibile.”

La querelle Zaniolo

Un capitolo a parte merita l’ex della partita, Nicolò Zaniolo.

Non tanto per interesse dei tifosi giallorossi, ormai immuni al personaggio, ma per tutti gli appassionati di un calcio dove le parole e gli uomini valgono ancora qualcosa.

Poche ore prima del match viene diffusa da Radio TV Serie A un’intervista smielata del ragazzo in cui si mostra pentito per l’esultanza scomposta al gol segnato contro la Roma nel dicembre 2024 con la maglia dell’Atalanta, giurando anche eterno affetto alla piazza romana.

Peccato che il comportamento sfoggiato ieri sul prato dell’Olimpico abbia smentito ogni sillaba proferita, dimostrando che la tanto sbandierata maturità (come uomo e come calciatore) è ancora tutta da acquisire.

Non sono bastate provocazioni da cortile, gomitate rifilate furtivamente (neanche troppo) e atteggiamenti da parvenu per impensierire un solidissimo Hermoso, che lo ha tenuto a bada per tutti i 90 minuti rimettendolo mestamente al suo posto.

Appuntamento con la crescita rinviato a data da destinarsi.

Ecco la Roma di Gasperini

Dopo undici giornate la Roma è in vetta alla Serie A e non può più nascondersi: l’obiettivo minimo è la Champions League, ma qualcuno, fuori e dentro Trigoria, respira un’aria ben più ambiziosa.

I giallorossi di Gasperini sono una vera e propria fortezza: con la miglior retroguardia dei top 5 campionati europei (al pari dell’Arsenal), la solidità difensiva è un dato di fatto.

Anche il gioco, finalmente, si sta allineando alle pretese del demiurgo in panchina, come dimostrato ieri contro l’Udinese: con 114 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo e 217 palloni giocati in avanti, la manovra fluida, aggressiva e a tratti asfissiante comincia a essere la norma.

Così Gasperini ha commentato a caldo il momento della Roma al termine della partita:

“E’ giusto che la gente sogni, no? Non bisogna mai togliere i sogni alla gente. E poi in un momento così di felicità, arriviamo a questa sosta comunque da primi in classifica, è sicuramente un motivo di orgoglio per noi e di grande soddisfazione per la gente. Questo lo percepiamo, lo avvertiamo, siamo felici di questo. Le percentuali (di lottare per lo scudetto), poi dopo le vedremo più avanti. […] Siamo particolarmente felici di vedere la gioia dei tifosi a fine partita e anche durante la gara, quando dominavamo la partita e il risultato sembrava quasi acquisito. Questa gioia, questo entusiasmo, è chiaro che sono contagiosi. Li percepiamo e siamo felici di questo.”

Equilibrio

Per la prima volta lo stesso Gian Piero, galvanizzato dal gioco espresso dalla sua Roma, fatica a contenere l’entusiasmo e solo in extremis ricorda a tutti che il percorso è lungo e che non è ancora tempo dei bilanci.

Da uomo di calcio qual è, però, si dimostra felice innanzitutto per aver resuscitato il palato dei tifosi giallorossi, atrofizzato da anni di calcio démodé, traguardo ben più importante della vittoria di un trofeo.

Gasp non dimentica poi di condividere i meriti di quest’importante avvio con tutti i suoi ragazzi e in conferenza ammette:

“Sono stato particolarmente fortunato perché ho trovato un gruppo molto disponibile, dei grandi professionisti, gente con grande ambizione. E l’ambizione è una cosa molto molto importante. E abbiamo lavorato bene subito dal ritiro. Il fatto di giocare le partite di Europa League, secondo me, ci ha aiutato molto, anche se qualche partita l’abbiamo persa, ma il fatto di giocare tante gare ti fa cercare di assemblare il più possibile una squadra. Abbiamo ritoccato un po’ di cose, abbiamo provato, abbiamo fatto, e adesso siamo sicuramente avanti rispetto a qualche settimana fa. Giochiamo sicuramente meglio e creiamo molto di più. Soprattutto la cosa più importante al di là degli obiettivi è e che i nostri tifosi si riconoscano in questa squadra e siano soddisfatti. Questo credo sia la cosa più importante. Poi sugli obiettivi… il campionato è lunghissimo.”

Quello di oggi è forse il giorno zero dell’era Gasperini. La sosta giunge in un momento propizio per tirare il fiato e forse l’assenza della nostra rubrica si farà sentire meno del solito. Non temete, però: il prossimo, fondamentale appuntamento di Famo Er Punto, la Rubrica romanista di Calciosport.com, non si farà attendere troppo.

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