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Sassuolo-Roma 0-1: la legione giallorossa indossa le armi del Gasp

Sassuolo-Roma 0-1
Foto: Shutterstock

Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo Er Punto – Tutto l’accaduto e quel che resta da capire fra le mura giallorosse

Nel mezzo del periodo più cupo da inizio stagione, segnato dalle due sconfitte consecutive con Inter e Viktoria Plzeň, la Roma ritrova a Sassuolo la vittoria e la vetta della classifica di Serie A. In settimana, aspre si erano levate le critiche nei confronti del tecnico Gasperini, ma Sassuolo-Roma è stata vinta dai giallorossi proprio grazie all’impronta marcata del mister che si sta imprimendo sulla squadra. Alle porte del mese di novembre si intravede la Roma del Gasp e, come ogni settimana, vivisezioniamo la situazione su Famo Er Punto, la Rubrica romanista di CalcioSport.com.

Riflessioni sparute dopo Sassuolo-Roma

E’ Cristante il centravanti della Roma?

A Sassuolo la Roma vince la partita soprattutto nel primo tempo, legittimando il vantaggio solo al tramonto della gara, con un finale arrembante e in crescita, sintomo di una condizione fisica soddisfacente anche per l’esigente Gasperini.

La gara è stata indirizzata dalle scelte dell’allenatore che, per l’ennesima volta, ha sorpreso tutti schierando un 3-4-1-2: Konè e El Aynaoui in mediana, Cristante trequartista e Bailey e Dybala le due punte.

Come tanti hanno affermato, la mossa vincente è stata quella di far agire Cristante come incursore, ovvero colui che in fase di possesso diveniva il vero terminale offensivo della manovra, inseguendo i servizi delle punte che invece avevano licenza di svariare e legare il gioco, anche allargandosi per liberare lo spazio centrale e alle proprie spalle.

Ed è proprio così che arriva il gol vittoria, grazie a uno scambio per palati fini tra Dybala e Cristante che, arrivato al tiro, se lo fa respingere, ma Paulo è prontissimo per la conclusione al volo, balistica e di destro, che spacca la porta emiliana.

Così si è espresso il tecnico a fine partita sulla posizione di Bryan e sui giudizi ricevuti di recente, a onor del vero, da parte dei media sportivi piuttosto che dai tifosi che riempiono lo stadio:

“Sono contento che abbia funzionato, sennò poi te ne dicon di tutti i colori. Ti dicono fai confusione, fai lì, fai là. No, io devo anche provare, devo avere la possibilità di provare per riuscire a fare qualche cosa di meglio.”

La risposta ai detrattori

Non era difficile comprendere cosa passasse per la testa dell’allenatore nelle ultime gare: è evidente come stia cercando soluzioni per sopperire alla sterilità offensiva e che queste devono essere necessariamente provate in partita, per insufficienza di tempo, ma anche perché solo il campo può essere considerato un vero banco di prova.

Eppure Giampiero ha dovuto spiegare l’ovvio a tutti coloro che pretendono di conoscere una squadra meglio dell’allenatore della stessa.

La prestazione è stata convincente: pressing forte a tutto campo, tanti recuperi, attenzione massima e, finalmente, anche una buona proposizione offensiva, soprattutto costante, vero obbiettivo e auspicio del mister.

4 le occasioni da gol, 15 i tiri totali di cui 11 da dentro l’area, ma mancano ancora la concretezza e la fame del gol che invece tormenta il fibrillante Gasperini sin dalla panchina.

Oltre a saper riconoscere l’odore del sangue per azzannare a morte la preda, l’altra incombenza per il coach è quella di ritrovare la vittoria all’Olimpico, di cui la Roma è orfana dal match contro il Verona:

“E’ chiaro che dobbiamo trovare anche delle soluzioni nelle partite casalinghe, perché ne abbiam perse, qualcuna per sfortuna, ma qualcuna anche per demerito. […] E’ una priorità assoluta, perché è veramente un peccato per i nostri tifosi, regalargli così tante sconfitte in poche partite. Giochiamo con uno stadio sempre pieno, con tanta passione alle spalle, vorremmo regalargli delle partite belle, giocate bene. Mercoledì rigiochiamo in casa, dobbiamo stare attenti perché evidentemente in casa abbiamo delle caratteristiche che a volte ci portano a picchiare contro il muro e poi becchiamo gol, quindi dobbiamo essere un po’ più efficaci.”

Sassuolo-Roma: gli spunti individuali dei giallorossi

Bryan Cristante

Regista, mediano, centrale difensivo, trequartista, centravanti: esiste un ruolo che Bryan, con le sue caratteristiche, non sappia interpretare? La sua posizione è stata il fattore tattico della gara, grazie alle sue incursioni tra le punte che hanno spaccato la partita, insieme alla solita legna e alle tante spizzate di testa, specialità della casa, per servire i compagni vicini.

Qualcuno ha parlato di “Cristante alla Pasalic“, ma Gasperini stesso ha ricordato che lui, in questo ruolo ibrido, aveva utilizzato prima del croato proprio Bryan, vero precursore di questa posizione anfibia.

Bisognerebbe parlare, allora, di un “Pasalic alla Cristante” e, oggi, di un “Cristante alla Cristante“. Così il mister in conferenza su di lui:

“Otto anni fa Bryan fece 13 gol giocando in quel ruolo: fece un gol straordinario in EL contro l’Everton e in campionato fece più gol di tanti bomber. Lui sa giocare in quella zona, è chiaro che sono passati otto anni, è maturato, conosce il gioco, conosce i tempi. E’ un giocatore alla quale nessun allenatore rinuncia. Non era mia intenzione fino ad ora impiegarlo lì, però sto provando delle soluzioni in attacco e lì avevo una garanzia.”

Manu Konè

Uno dei migliori in campo, Manu ha disputato forse la gara migliore da inizio stagione. Vero motore della squadra, il suo apporto al momento è insostituibile. Personalità, fisicità, corsa, resistenza, sembra mancargli solo la via della rete, anche se il suo lavoro è già ottimo.

Paulo Dybala

Dopo il piccolo battibecco a distanza in occasione della sconfitta con il Viktoria Plzeň, Dybala risponde sul campo alla tirata d’orecchie di Gasperini, illuminando con la sua classe il Mapei Stadium.

Non scopriamo oggi le qualità di Paulo, il dubbio però rimane sempre il medesimo: troverà finalmente continuità o, anche questa volta, sarà solo l’ennesimo fuoco di paglia?

In attesa di risposte, Gasperini si gode la Joya, e, se può, non ne fa mai a meno:

“Dybala è un attaccante straordinario, da 15 gol senza rigori, perché se gioca vicino all’area…ha tiro, dribbling, visione di gioco, ha talento. Lui deve pensare di far la migliore stagione in assoluto anche come numero di gol, perché quello è ciò che conta; poi, in più, con la sua qualità, ci aiuta a uscire e portare l’azione dall’altra parte, però io penso che lui debba fare tanti gol. I giocatori importanti sono quelli che segnano.”

Wesley França

Fortissimo candidato al premio di migliore in campo insieme ai calciatori già citati, la prestazione dell’esterno brasiliano è stata la risposta più lampante alle critiche avanzate sulla gestione dei ruoli che Gasperini sta operando.

Nella singola partita ha giocato indifferentemente sulla fascia destra e sinistra e con i medesimi ottimi risultati, facendo intendere, a chi ancora non lo vuol capire, che il calcio è mutato e non esiste più una corrispondenza univoca e dogmatica tra un calciatore e un singolo ruolo in campo.

I giocatori hanno delle caratteristiche e queste possono essere spese in modi differenti: l’allenatore bravo è quello che fiuta le alchimie di squadra intuendo gli exploit dei singoli di partita in partita, non quello che “mette i giocatori nei propri ruoli”, altrimenti avremmo tutti una panchina in Serie A.

Wesley è il più tonico della Roma, interprete della corsa perpetua e della proposizione continua richieste dal Gasp: ha macinato chilometri in entrambe le fasi, offrendo sempre una soluzione in ampiezza.

Superata un po’ di timidezza nei dribbling, l’unica pecca è stata l’imprecisione sottoporta, ma il suo rendimento atletico costante lo rendono l’archetipo dell’esterno gasperiniano.

Gasp: “Wesley ha fatto grandi partite, anche le precedenti. E’ un ragazzo che sta venendo fuori, molto forte, per quello bisogna stare attenti a dare giudizi sui giovani, bisogna aspettare sempre un pochino.”

Neil El Aynaoui

Ottima anche l’impressione lasciata da Neil, anche lui oggetto di tante parole velenose, giustificate, per alcuni, dall’esborso che ha reso necessario il suo trasferimento in estate.

Tuttavia, a un occhio attento non potevano essere sfuggite le sue qualità.

Dotato di leve sproporzionatamente lunghe e tentacolari, ha grandi capacità di recupero e di corsa con e senza palla, alle quali inizia a unire anche una pulizia di passaggio che decreterebbe definitivamente un primo salto di qualità.

Infine, incredibilmente, contro il Sassuolo supera Cristante, uscito anzitempo, nella classifica dei chilometri percorsi, con ben 10.987 metri coperti.

Gianluca Mancini

Troppo spesso le uscite di Gianluca passano colpevolmente in sordina, ma è ormai conclamato come sia il leader veramente affidabile della difesa capitolina.

Non un fuoriclasse, ma Mancini compensa le sue carenze con una grinta e un’attenzione le cui soglie sono fuori dal comune, portando la retroguardia giallorossa ad essere ancora la migliore della Serie A.

Inutile nascondere come poi conquisti i romanisti anche con alcuni atteggiamenti al limite, ma che a Sassuolo non hanno affatto stonato.

Rimprovera Pinamonti, eccessivamente instabile, e, non pago, mette a tacere in malo modo un troppo spesso loquace e propenso alla simulazione Berardi, le cui velleità da sempre si acuiscono negli scontri con la Roma.

Su uno scatto a palla lontana gli taglia maliziosamente la strada, colpendolo con una spallata ben assestata: Berardi, che non l’aveva visto arrivare, prende una botta alla testa e, intontito, è costretto a uscire.

Non troppo dispiaciuti i tifosi romanisti, anche se l’intervento era davvero border line, poiché colpi del genere, se inattesi, possono divenire molto pericolosi per zone suscettibili come la testa e il collo.

Ma, tutto bene quel che finisce bene e Domenico non ha accusato nulla di grave; e allora, forse, a Mancini sarà arrivato qualche messaggio che recita “Ben fatto!”

Artem Dovbyk

L’attaccante ucraino ha giocato una mezz’ora di sostanza, offrendosi come il riferimento assente fino ad allora nel piano tattico del Gasp, che gli chiedeva di allargarsi per farsi trovare e dialogare coi trequartisti e i centrocampisti.

Non ha segnato, ma il suo impatto è misurabile in occasioni create: due assist serviti quasi al bacio (uno per Pellegrini che ha colpito il palo dopo un bello scambio con Artem e uno per Wesley, che, solo col portiere, ha sprecato).

Gasperini su di lui a fine gara:

“Oggi avevamo bisogno di tenere gli attaccanti un po’ più aperti per sfruttare gli inserimenti dei centrocampisti, ma Dovbyk è entrato bene anche lui…guarda come sprinta, vedi (guardando gli highlighs dal monitor, ride N.d.R.). La condizione fisica è sicuramente molto buona, io lavoro con tutti.”

Bailey

L’esordio da titolare non è stato felicissimo. Ha svariato insieme a Dybala sul fronte offensivo, contribuendo a creare imprevedibilità, ma non è riuscito ancora a incidere, nonostante le premesse continuino a sembrare buone.

Equilibrio

La Roma guida, dunque, la Serie A insieme al Napoli. C’è euforia per il gioco espresso, ma se giovedì non v’era ancora spazio per le tragedie, oggi non è ancora tempo per voli pindarici vista scudetto, e Gasperini lo sa.

Come si vive questo momento?

“Con i piedi per terra, è chiaro che siamo soddisfatti, nove partite non sono tante, ma non sono neanche pochissime, è già una piccola striscia, del significato comincia ad averlo. Lo viviamo con i piedi piantati, perché fino a poche ore fa arrivavamo da due sconfitte, adesso siamo primi in classifica. In EL abbiamo fatto un po’ di macello, dobbiamo recuperare. In campionato siamo lì e adesso il pensiero va alla partita col Parma e al fatto che in casa abbiam fatto delle sconfitte e ci dispiace molto, perché abbiamo sempre uno stadio così pieno di entusiasmo; evidentemente in certe partite siamo stati troppo sterili e dopo finiamo per prendere gol e aver perso queste partite, qualcuna giocata anche bene, come con l’Inter. Se ci aspettano, piano piano, noi cerchiamo di porre rimedio alle nostre difficoltà.”

L’intercedere della Serie A effettivamente non è incalzante e i giallorossi stanno riuscendo nella piccola impresa di avanzare in classifica nonostante siano in fase di rodaggio, ma i limiti sono ancora tanti e il lavoro da svolgere, fuori e dentro al campo, è appena iniziato. Tuttavia, lo stesso Giampiero è pervaso dalla frenesia tipica di chi ha voglia di fare.

Testa a Roma-Parma

G:“Non è questo il momento di pensare alla classifica, se siamo questi probabilmente non basta. C’è un campionato molto equilibrato con tante squadre forti, non andiamo in Europa per diritto divino, solo perché abbiamo lo stadio pieno. Dobbiamo avere anche la squadra adatta per arrivarci, stiamo cercando di costruirla, speriamo di farlo subito quest’anno, io non ho voglia di perder tanto tempo, però sicuramente abbiamo dei margini e lavoriamo per questo. Il fatto che sono arrivati questi risultati è un segnale. In panchina mi agito perché vorrei fare di più, non tanto sul piano tattico, siamo abbastanza evoluti, dobbiamo crescere sul piano tecnico e della personalità nel muovere palla, giocarla anche da dietro, ne abbiamo di cose da fare.”

È tutto per questo lunedì giallorosso, ma l’attesa sarà breve, poiché il prossimo appuntamento con Famo Er Punto, la Rubrica romanista di CalcioSport.com, è fissato dopo Roma-Parma di mercoledì (18:30).

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