Sono 6 vittorie consecutive per Chivu, il tecnico ex-Parma si sta dimostrando all’altezza della panchina assegnata
Dopo lo scetticismo generale di affidare la panchina della squadra vice-campione d’Europa ad un allenatore con 13 presenze nel massimo campionato italiano, Chivu sta facendo valere le sue idee, portando freschezza all’ambiente nerazzurro senza stravolgere il lavoro precedente al suo.
l’Inter di Chivu: una nuova identità tattica
Nel tentativo di non cambiare radicalmente l’ottimo lavoro svolto da Inzaghi, il tecnico rumeno ha messo subito in chiaro una cosa: il passaggio da difesa a zona a uomo. Ma sta funzionando?
Intanto, già nelle dichiarazioni di inizio stagione, soprattutto di Bastoni e Dimarco, due colonne portanti dei nerazzurri, si notava un certo entusiasmo per il cambio tattico. L’idea era stata accolta da tifosi e appassionati come non idonea ai giocatori dell’Inter, impressione che l’allenatore rumeno sta smontando partita dopo partita.
Sembrava difficile riuscire ad adattare giocatori come Bastoni ed Akanji ad uno stile di gioco che avrebbe evidenziato maggiormente una delle caratteristiche più carenti di entrambi: le abilità in marcatura. Eppure, questi dubbi sembrano soltanto un ricordo.
Se inizialmente (vedi con Juventus ed Udinese) sembrava essere un’idea sbagliata, ora la linea difensiva nerazzurra sembra aver assunto una maggiore consapevolezza dei propri mezzi, evitando il problema che aveva accompagnato maggiormente le 2 sconfitte nerazzurre in campionato: l’incapacità di capire il momento giusto per affondare sul portatore di palla. Problematica che ha consentito i gol di Atta ed Yildiz, soprattutto.
Su questo aspetto c’è un lavoro importante dell’allenatore: nei primi match si era notato un cambio drastico dall’anno scorso, ovvero il pressing sul primo controllo avversario, con gli attaccanti più aggressivi a mettere pressione. Questo però, si era dimostrato un grosso problema per la squadra, dato che portava i nerazzurri ad allungare la distanza tra i reparti, lasciando praterie alle squadre avversarie una volta riuscite ad eludere il primo pressing.
Il centrocampo sembra essere più preparato rispetto a prima, riuscendo a pressare maggiormente la linea avversaria e, in caso di ingresso nella propria metà campo, a dare una mano ai difensori, proprio rispettando i dettami tattici imparati nel triennio con Inzaghi.
La costruzione dal basso
Un’altra differenza importante è proprio la prima costruzione della squadra. Come si poteva dedurre dalle dichiarazioni di Dimarco di circa un mese fa, l’esterno sinistro è decisamente più valorizzato dal nuovo tecnico che sembra aver capito come valorizzare al meglio le sue doti offensive. Mascherando maggiormente le difficoltà in fase difensiva e rispettando la sua tenuta fisica, facendolo rifiatare in partite più semplici.
A differenza dello scorso anno infatti, il 352 di Chivu sembra essere decisamente più flessibile. In fase di costruzione, la squadra, sembra posizionarsi sempre di più con una difesa a 4, con Bastoni terzino sull’out di sinistra, Dumfries dall’altro lato ed Akanji con Acerbi al centro. Con molta probabilità, l’intenzione è quella di dare a Dimarco, appunto, una maggiore trazione offensiva, dandogli maggiore possibilità di concludere a rete o di servire ai compagni il passaggio decisivo. Risultato che sta premiando molto, con l’esterno ex-Verona che ha già collezionato 3 assist e 2 gol in 7 partite giocate di campionato.
Quando la panchina segna: ecco la vera arma in più
La vera differenza rispetto all’anno scorso, però, è stata il lavoro di Marotta e Ausilio nel cercare dei validi sostituti della famosa TU-LA, da anni affiancata a giocatori non degni di sostituire l’affermata coppia d’attacco.
Il lavoro dei direttori sportivi interisti nasce a maggio, con i primi contatti con il Parma e gli agenti di Bonny per portare in nerazzurro l’attaccante. La punta francese, poi, si è fatta convincere dal progetto di Chivu, suo ex allenatore in maglia crociata, con Ausilio che ha anticipato Roma e, soprattutto, il Napoli di Antonio Conte.
Bonny ha già superato il contributo offensivo dei suoi predecessori, Taremi e Correa: 3 gol e 3 assist in 7 partite, conditi da ottime prestazioni. Sembrano un ottimo biglietto da visita per il giocatore che, assieme ad un Pio Esposito leggermente meno pronto, formano una coppia d’attacco di riserva decisamente più preparata delle precedenti, dando al tecnico maggiori possibilità di scelta.