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[Famo er punto] Bottino pingue a Firenze per una Roma smunta

Fiorentina-Roma 1-2
Foto: Shutterstock

Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo er punto: quel che è successo, quel che resta da capire

Dopo la sconfitta rimediata in EL contro il Lille, la Roma tiene il passo in Serie A, trovando in casa della Fiorentina la quinta vittoria in sei partite. Gli uomini di Gasperini detengono ancora la vetta della classifica a quota 15 punti insieme al Napoli, ma la prestazione di Firenze, come le precedenti, ha lasciato a desiderare. Anche questa settimana, allora, svisceriamo le vicissitudini giallorosse su Famo er punto, la Rubrica romanista di Calciosport.com.

Il match

La Roma non comincia bene, anche se il gol dei gigliati giunge prima che la partita possa assumere una propria fisionomia.

Al 14‘, dopo un recupero, Mancini esce palla al piede dalle retrovie e, anziché aggirare lo scoglio costituito da Celik e un paio di giocatori viola, decide di spezzarlo sgusciandoci in mezzo: idea audace e, in qualche modo, anche riuscita, se non fosse che il più sorpreso della giocata fosse lo stesso Zeki che, scontratosi col compagno, lo mette al tappeto.

Recupero viola e imbucata subitanea per Kean che vince facilmente l’uno contro uno con Ndicka per poi impallinare Svilar sul palo lontano. Per i tifosi romanisti, reduci dai tre rigori sbagliati contro il Lille e memori di infinite pagine della propria tragicommedia, questa è normale amministrazione.

La Roma non si disunisce e trova il pareggio con un cioccolatino sfornato dalla pasticceria Soulè: sponda di tacco di Dovbyk e mancino chirurgico di prima dell’argentino che si insacca per l’1-1.

Al 30‘ i giallorossi passano in vantaggio grazie al tortuoso avvitamento di Cristante che, incornando, buca le mani di De Gea su corner battuto da Soulè.

Nel secondo tempo i capitolini cercano di gestire la partita, non riuscendo però né a trovare il terzo gol né a blindare la difesa che lascia spifferi mortiferi.

L’inceppo in realtà non avviene propriamente in difesa e in fase di non possesso, ma al contrario risiede nella poca qualità dei passaggi in avanti.

Chiamati al servizio che possa fendere le linee della Fiorentina, i giallorossi incappano in errori tecnici di fronte ai quali la squadra si trova sbilanciata e in difficoltà ad assorbire i contrattacchi viola.

Dopo un palo di Kean, una traversa di Piccoli e qualche occasione sprecata da entrambe le parti, la Roma conquista i tre punti.

La disamina del Gasp

Mister Gasperini nel post partita riconosce la stanchezza della squadra e ammette di aver ambito a gestire la partita piuttosto che a chiuderla trovando il terzo gol:

“Abbiam controllato abbastanza, gli episodi sono stati singolari e casuali, in un secondo tempo in cui non producevamo grandi ripartenze, però rischiavamo anche pochissimo. […] Più che a chiuderla, (dal momento che) c’erano anche un po’ di fatica e stanchezza, abbiam pensato a gestirla.”

Non è critico nei confronti dei suoi ragazzi e si mostra abbastanza soddisfatto della prova disputata: evidentemente Giampiero riconosce gli sforzi e la recettività dei calciatori nel lavoro quotidiano e non se la sente di bacchettarli in questo momento. Nonostante ciò, da uomo di calcio qual è, non può trattenersi dall’esprimere un po’ di rammarico che lascia intendere come sia cosciente del lavoro da svolgere prima di poter vedere la Roma che si prefigura.

“E’ vero, gli spazi erano invitanti, non siamo riusciti a sfruttarli bene.”

Appunti sui singoli

Zeki Celik

Anche in quest’ultima uscita il turco è stato uno dei migliori in campo.

Dopo un primo tempo un po’ in ombra, nella ripresa Celik è stato presentissimo sia in difesa che in attacco, recuperando palloni e facendo sognare i tifosi con due cavalcate coast to coast, una delle quali condita anche da un dribbling, giocate che a Roma non si vedevano dai tempi di Gervinho.

Una prestazione solida per un giocatore che ormai sembra non limitarsi a fare il compitino, ma anzi, riesce in quello in cui vecchi e nuovi ancora non riescono.

Da perfezionare il fondamentale del cross, ma la mole di gioco creata è elevata con 42 passaggi riusciti, e, dal punto di vista atletico, primeggia su tutti i compagni meno uno (indovinate chi).

In questo match, infatti, sono 11,2 i km percorsi e a fine partita pareva che Zeki avesse ancora benzina nel proprio motore.

Bryan Cristante

Bryan, secondo molti addetti ai lavori, raccoglie la palma di migliore in campo: come sempre, tanta legna in mezzo al campo con 48 passaggi riusciti e tanti contrasti vinti.

Il cambio ritmo non è il suo forte, ma in termini di costanza, resistenza e presenza, alla sua velocità di crociera, porta comunque sempre la nave in porto, dimostrandosi uno dei centrocampisti più affidabili nella dimensione della Serie A: contro la Fiorentina sono 12, 4 i km percorsi, secondo solo a Nicolussi Caviglia.

Se a ciò si aggiunge la maggiore frequenza degli inserimenti in area e la finalizzazione anche aerea, fondamentali che padroneggia virtuosamente e che Gasperini vuole far riemergere, Cristante potrebbe divenire realmente un giocatore insostituibile.

Matias Soulé

Nonostante non abbia brillato e alcune scelte negli ultimi metri lo rendano un giocatore ancora acerbo, la crescita di Matias è una delle più importanti dall’arrivo del Gasp, per il campo e per il capitale della rosa.

Se nelle giornate opache il suo rendimento è quello avuto contro la Fiorentina questa tesi è presto confermata.

8 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo, 1 tiro in porta, 1 gol, 1 assist, 1 passaggio chiave, 3 cross.

Questi i numeri della sua partita: poche occasioni, ma grande cinismo.

E’ tutto ciò che già Ranieri voleva da lui e quello che in pochi si attendevano riuscisse a fare, ma ora Soulè sembra realmente ereditare dall’amico e connazionale “il colpo alla Dybala”.

La freddezza stile Joya che inizia a manifestare è ormai evidente: gli basta un tocco raffinato per indirizzare un pallone che sbuca al limitare dell’area, insaccandolo col mirino e decidendo le partite.

C’è da migliorare, ma il ragazzo si sta sobbarcando l’attacco giallorosso sulle sue spalle che, di conseguenza, vanno allargandosi.

Artem Dovbyk

Autore di un assist di tacco forse non indirizzato, nelle intenzioni, all’autore del gol scaturitone, in area di rigore è ancora goffo e non riesce a incidere anche a pochi centimetri dalla porta.

L’ucraino è in ripresa, ma manca ancora la fame che deve contraddistinguere un centravanti come lui.

Wesley França

Arrivato per 25 milioni dal Flamengo, Wesley avrebbe dovuto aumentare sensibilmente i cilindri del motore della rosa, intendimento nella quale lui e Gasperini non sono ancora riusciti pienamente.

Tanta corsa, tanto pressing, il brasiliano rincorre tutti e cerca anche di proporsi frequentemente in avanti, ma manca ancora l’intesa con i compagni e la pulizia tecnico-tattica che permetta di innescarlo a dovere.

Anche nel dribbling deve trovare maggior coraggio e il paradosso è che certe giocate, per le quali era stato acquistato, le ha fatte vedere il buon vecchio Celik.

La sua è comunque una gara sostanziosa: 7 passaggi riusciti nell’ultimo terzo di campo, 48 totali e 2 passaggi chiave.

Il tempo, poi, è dalla sua parte, ma sicuramente Gasperini vorrà accelerare il suo processo di crescita per poter raccogliere qualche frutto già in questa stagione.

Paulo Dybala

Al rientro dall’infortunio, sostituisce Dovbyk al 60’come vertice offensivo, non lasciando però il segno, anche se, in questa occasione, il mister non lo pretendeva, preferendo palleggiare e raffreddare la partita.

Tempestiva in conferenza la domanda sulla possibilità che questa sia la collocazione definitiva di Paulo nello scacchiere del Gasp, che chiarisce come sia solo una scelta dettata dall‘emergenza:

“E’ un giocatore che deve giocare con un attaccante davanti.”

Tommaso Baldanzi

A sorpresa Baldanzi viene schierato titolare e fa parte del match fino al 60′, quando viene sostituito da Pellegrini.

Sempre elettrico e frizzante, alla terza stagione in giallorosso Tommaso sembra però non aver ancora trovato una sua dimensione nella capitale, collezionando apparizioni trascurabili.

Il fatto che fosse a un passo dal Verona è la dimostrazione che la società avesse altri piani per lui, ma, dal momento che è in rosa, Gasperini ci punta e gli concede occasioni per mettersi in mostra.

Il suo destino a Roma è solo nelle sue mani.

Evan Ferguson

Constatata l’assenza dell’irlandese dall’undici titolare e una volta vista la staffetta Dovbyk-Dybala, in molti avevato dato per bocciato Evan.

Le ultime prestazioni potevano indurre il pensiero, ma Gasperini crede nel ragazzo che ha voluto fortemente in estate e mette a tacere ogni speculazione.

Ferguson, infatti, è rimasto in panchina a causa di un problema alla caviglia rimediato giovedì contro il Lille. Nessun caso, allora, per il quale dover sprecare inchiostro.

Il punto di Gasperini

La solidità difensiva e gli elogi ai suoi uomini

Nella conferenza post partita Gasperini ha fatto il punto dopo queste prime 6 giornate.

Per la prima volta, a vantaggio di chi non lo avesse ancora capito, ha dichiarato apertamente di aver puntato sulla solidità difensiva della squadra in questo avvio, in continuità con quanto fatto con Ranieri.

Una fase transitoria, ma evidentemente necessaria. Intanto elogia i suoi calciatori, i quali lo stanno seguendo con fiducia e zelo:

“Sono molto contento per la gente, per la squadra, per i giocatori in particolare, perché è un premio alle loro prestazioni. […] Siamo partiti prima di tutto da una solidità difensiva, ultimamente abbiamo corso qualche rischio in più, però abbiamo fatto anche qualche gol in più, è sempre una coperta che tiri un po’ di qua e un po’ di là, però questa è una squadra che ha carattere, ha molta applicazione, ha molta voglia di crescere”.

Strategia e credibilità

Il Gasp ha poi scoperto ulteriori carte, acclarando definitivamente la strategia attuata fino ad ora: fare punti, in maniera anche sporca e meno affine alla sua filosofia, per avere la calma di poter continuare a lavorare in serenità di settimana in settimana, in attesa di poter dispiegare efficacemente le vere armi del suo calcio.

“So che non abbiamo ancora una grandissima credibilità, giustamente devo dire, perché la qualità delle nostre partite non fa pensare a voli esagerati, però intanto ci prendiamo un po’ di tempo, riusciamo a fare risultato pur con dei margini per poterci migliorare nelle prestazioni e soprattutto per definire anche certi giocatori, perché ci sono giocatori che stanno evolvendo, altri che stanno entrando…un pezzettino per volta.”

Gasperini sa che il campo ha mostrato ancora grosse lacune, ma finché sa di avere il lavoro dalla sua parte, è fiducioso circa il livello che potranno raggiungere i suoi ragazzi.

Crescita

Giampiero si mantiene equilibrato, nonostante l’euforia che le alte quote in classifica potrebbero causare. Il metro di giudizio e i risultati più importante ai suoi occhi sono i parametri di crescita dei singoli e della squadra:

“Il fatto di giocare tante partite ci aiuta (in questo processo), anche se poi qualche partita può finire male come giovedì, però noi non possiamo stare dietro ai commenti che a volte ci vedono “disastrosi”, non è così, qualche volta ci va peggio, altre volte meglio, però è una squadra che cresce.”

In questa sosta Gasperini avrà modo di lavorare con la squadra in vista di Roma-Inter di sabato 18 ottobre (20:45), primo vero test per le ambizioni Champions dei giallorossi.

Anche Famo er punto, la Rubrica romanista firmata Calciosport, si prende la sua pausa. Solo una settimana di silenzio però, poi si torna, sempre qui su Calciosport.com.

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