Ogni settimana, uno sguardo lucido sulla Roma con Famo er punto: quel che è successo, quel che resta da capire.
Un risveglio mellifluo per i tifosi romanisti e per tutto il mondo Roma. Ancor più dolce, forse, quello di Lorenzo Pellegrini, erede purosangue della tradizione giallorossa che ha deciso il Derby della capitale.
0-1 il risultato finale. Quanto basta per infondere nuova linfa al progetto Roma, ma sono molti i temi che la prestazione di ieri ci ha lasciato in dote; e allora, anche questa settimana, Famo er punto su Calciosport.com.
La partita
Lo 0 a 1 finale, per ammissione dello stesso Gasperini, è un po’ bugiardo: il pareggio, ai punti, sarebbe stato il risultato più giusto.
Qualche problemino in partenza in casa Lazio. Rovella, in particolare, gioca anche se non del tutto recuperato ed è costretto a lasciare il campo già a fine primo tempo.
Gasp, a sorpresa, schiera Lorenzo Pellegrini sulla trequarti e, al posto di Wesley, rispolvera Devyne Rensh.
La Lazio parte meglio: pimpante, schiaccia la Roma nella propria area.
La svolta, come aveva previsto Giampiero in conferenza sabato, nasce da un episodio al 38‘: l’infortunio di Tavares regala palla nella propria area a Rensch che alleggerisce su Soulé; l’argentino appoggia per Pellegrini, prontissimo a calciare di prima e insaccare un pallone pesantissimo.
Nel secondo tempo entrambe le squadre alzano il livello, ma è comunque la Lazio a essere più pericolosa, anche dopo l’espulsione di Belahyane, mandato ai pazzi dallo strapotere fisico di Konè.
Alla fine, nonostante un errore marchiano di Dia, un’incertezza di Svilar e un palo di Cataldi che grida vendetta, la Roma conquista il Derby.
Per i giallorossi hanno fatto la differenza attenzione, abnegazione e unione di intenti, la voglia feroce di tutti di portare a casa questa partita.
Tutto ciò ha reso la Roma assai più seducente agli occhi della Dea Fortuna, che, lungamente, l’ha baciata.
L’espulsione di Guendouzi al termine della gara è la ciliegina su una torta che lascerà un retrogusto duraturo e dolcissimo sui palati dei tifosi romanisti.
Lorenzo Pellegrini: il ritorno del Figliol prodigo
L’uomo derby
Un discorso a parte merita la storia di Lorenzo Pellegrini che, grazie al suo quarto gol negli scontri con i biancocelesti, diventa quasi una sentenza.
Come l’anno scorso, dopo un periodo fatto di critiche e incertezze, Lorenzo si riprende la sua Roma nella partita più importante.
Gasperini era stato chiaro circa la sua idea sul calciatore: grande qualità, ma deve essere anche un atleta. E, a dire il vero, lo ha ribadito anche a fine partita:
Le parole del Gasp delle conferenze precedenti, molto simili a quelle del post partita, erano state lette da molti come una bocciatura; sono, invece, un chiaro stimolo per destare dal profondo l’animo del ragazzo e Giampiero potrebbe esserci riuscito.
Da rivedere, allora, le posizioni di molti anche sui discorsi su Dovbyk e Baldanzi, non condannati alla gogna mediatica, ma sollecitati e subito messi nelle condizioni di giocare e dimostrare il proprio valore.
Pellegrini ha colto al meglio la propria occasione: 1 gol, 4 key pass, 16 passaggi in avanti, 5 palloni recuperati e tanta corsa per andare a ostacolare Rovella in costruzione.
Il gol e l’abbraccio giallorosso
L’esultanza al momento del gol è stata diversa da quella di gennaio, rabbiosa, di grinta, con tanto di schiaffo agitato in aria come a zittire tutti i detrattori.
Quella di ieri, invece, è stata una riconciliazione simile a quelle che seguono l’apertura della fatidica busta del noto programma di Maria de Filippi, dopo che Pelle in estate è stato davvero vicinissimo a partire.
Lorenzo corre qualche passo prima di prendere piena coscienza del gol. Poi si ferma, china il capo e allarga le braccia, in attesa dell’abbraccio dei compagni e di tutto il popolo giallorosso.
Talmente profondo questo abbraccio tra Pellegrini, i sui compagni e tutti i romanisti, da essere quasi fisicamente visibile per gli spettatori e, tutt’un tratto, Lollo è stato travolto dell’amore del suo popolo, a cui risponde, dopo qualche attimo di commozione, con un bacio.
Affetto che, a dire il vero, non è esploso solo dopo la rete: infatti, pochi minuti prima, in Curva sud era apparso uno striscione che recitava: “Bentornato capitano”.
A fine partita gli viene fatto notare: “Per loro lo sei ancora però […] là ci sono persone che ti vogliono bene”.
Pellegrini risponde: “Si, lo so e non l’ho mai messo in dubbio. E io voglio bene a loro”.
Un nuovo capitolo
Dopo questa estate, inevitabili a termine gara le domande sul futuro e sulla possibilità che questa prestazione possa cambiare l’epilogo della storia di Lorenzo a Roma.
“C’è una costante ed è che io amo la Roma e fino a quando porterò questa maglietta addosso non ci sarà mai un momento in cui potrò dare qualcosa di meno. Non so quello che succederà in futuro, il calcio è imprevedibile e io me la vivo fino alla fine con la maglietta che amo addosso”.
Ribadisce: “Voglio fare bene, voglio divertirmi, voglio rendere orgogliosa la mia gente e le persone che mi sono state affianco in questi quattro mesi difficilissimi”.
Ultimo desiderio della serata di Lorenzo è quello di segnare sotto la curva dei propri tifosi, per poi continuare la corsa sulla pista di atletica per andare a prendersi, in questo caso anche nella realtà, l’abbraccio fisico della sua gente con addosso l’adrenalina di una rete tanto importante.
Rensch il migliore in campo?
Anche la prestazione del terzino olandese merita una riflessione approfondita.
In molti, compresi tanti tifosi, avevano sottovalutato l’acquisto del ragazzo dall’Ajax, che invece Ranieri aveva elogiato e voluto fortemente.
Devyne aveva dimostrato da subito caratteristiche importanti, ma qualche prestazione opaca e la competizione iniqua per un ruolo ibrido nello scacchiere di Claudio lo avevano nascosto ai più.
Dopo la gara di ieri, nella quale non ha fatto sentire la mancanza di Wesley, è ormai sotto gli occhi di tutti il potenziale che questo giocatore può esprimere nel calcio di Gasperini.
Una gamba importante, una corsa robusta e rotonda, grande aggressività, ripiegamenti e proposizione offensiva sono tutti elementi che Rensch garantisce.
Ed eccolo allora in area della Lazio a rubare caparbiamente il pallone a un maldestro Tavares per consegnarlo a Soulè che, a sua volta, lo cederà a Pellegrini per il match point.
Un monito quello di Rensch, verso il mister e verso gli osservatori più distratti. E’ ancora certo che il titolare sia Wesley?
Famiglia
Le parole chiave della vittoria giallorossa sono famiglia e gruppo.
La famiglia, quella che a fine partita Pellegrini ringrazia, riferendosi ai cari e ai compagni di squadra divenuti tali, come Mancini, che gli sono stati vicini nei momenti difficili.
L’altra grande famiglia è quella composta dai tifosi romanisti e dai calciatori della Roma, romani e non, adottati incondizionatamente dalla città come la Lupa fece con Romolo e Remo. Lorenzo e Gianluca sono solo due esempi.
Lorenzo ha chiarito così la natura di questo rapporto: “Questa squadra può ancora migliorare, perché ha un sacco di uomini che tengono tantissimo alla Roma. Io mi sento orgoglioso di essere uno dei capitani, di trasmettere questa passione dei nostri tifosi che manda avanti la Roma a chi arriva e magari non sa dov’è”.
L’ultima famiglia è quella del gruppo squadra, unito nell’abbraccio a Pellegrini, ma, evidentemente, anche dietro le quinte.
Quest’ultimo, però, è il più grande lascito del lavoro di Ranieri, il quale ha saputo rimettere insieme uno spogliatoio che si stava dissodando dall’interno.
Gasperini, infatti, ha sempre ammesso di aver trovato un gruppo sano e affiatato e che gli ha dato massima disponibilità e fiducia sin da subito.
Per sintetizzare, usando proprio le parole del mister, è “un gruppo compatto”.
Si torna a lavoro
Gasp, dopo la partita, mantiene alta la tensione. Grande la sua preoccupazione per gli ultimi minuti in cui, in superiorità numerica, si avrebbe potuto affondare il colpo o almeno gestire il risultato.
Invece, si è rischiato di compromettere la gara con un atteggiamento remissivo che ha regalato campo e occasioni alla Lazio.
Per il coach l’origine del problema è da ricercare nella testa dei calciatori, che devono migliorare mentalmente e non avere certi blackout.
Altra incombenza è quella di rendere più partecipi le seconde linee, le quali devono raggiungere il livello dei 7/8 intoccabili in vista dei tanti impegni della stagione.
Infatti, è alle porte l’esordio in Europa League della Roma di Gasperini, attesa mercoledì dal Nizza e ora cresce la curiosità di scoprire quale abito sfoggeranno i giallorossi nelle grandi notti europee.
Per i prossimi aggiornamenti, l’appuntamento è fissato a settimana prossima con Famo er punto, solo su CalcioSport.com.