La nostra analisi sul Mondiale per Club.
Il primo Mondiale per Club “allargato” della nuova era FIFA ha regalato spettacolo, gol e verdetti pesanti. Il Chelsea domina la competizione e alza il trofeo dopo un percorso impeccabile. Ma non mancano le sorprese, le delusioni e le scoperte.
Ecco il nostro pagellone definitivo squadra per squadra, tra chi ha brillato, chi ha deluso e chi ha messo le basi per il futuro.
Chelsea – Voto: 9,5
Trionfo totale.
Costruzione e verticalità. Il Chelsea alza il Mondiale per Club dopo un percorso pressoché perfetto. L’impronta di Enzo Maresca si è vista dal primo all’ultimo minuto: squadra corta, compatta, manovra paziente ma sempre pronta a colpire in verticale. Il pressing organizzato e le rotazioni di posizione hanno disorientato avversari di altissimo livello.
I Blues hanno mostrato maturità, identità, e soprattutto continuità, riuscendo a coniugare solidità difensiva e brillantezza offensiva. Il 3-0 in finale contro il PSG è stata la perfetta sintesi del progetto: controllo, ritmo, e letalità.
Una macchina che ha saputo vincere senza mai perdere il controllo.
Segnale forte alla scena mondiale.
Paris Saint-Germain – Voto: 7
Ancora un passo indietro.
Luis Enrique ha dato equilibrio e struttura, ma il solito limite psicologico nei momenti topici è riemerso. Fase di possesso a tratti affascinante, ma troppo sterile negli ultimi metri.
La finale ha messo a nudo carenze mentali e difensive. Il progetto va avanti, ma la sensazione è quella di un’occasione persa.
Manchester City – Voto: 5,5
Fine di un ciclo?
Hanno dominato la fase a gironi con la solita padronanza del gioco: possesso avvolgente, controllo totale del ritmo, e gestione intelligente degli spazi. Ma agli ottavi arriva il crollo inatteso, e clamoroso: l’Al Hilal li elimina in una partita rocambolesca, segnata da errori difensivi e un’inspiegabile mancanza di lucidità nei momenti chiave.
Il Manchester City si è rivelato fragile proprio dove negli ultimi anni era indistruttibile: nella gestione mentale delle partite ad eliminazione diretta. Guardiola, forse troppo rigido nel suo piano gara, non ha trovato risposte né dalla panchina né dai suoi fedelissimi. Il dominio tecnico non è bastato: è mancata fame, reattività, imprevedibilità.
La sensazione è chiara: questo gruppo ha bisogno di rinnovarsi, mentalmente e tatticamente.
Borussia Dortmund – Voto: 7
Un ottimo percorso, fermato solo da una grande.
Il Borussia Dortmund ha disputato un ottimo torneo, superando il proprio girone da primi classificati e mostrando la solita intensità e un calcio a tratti brillante.
La squadra tedesca ha dimostrato di avere idee chiare e un’ottima condizione fisica, superando avversari ostici come il Mamelodi Sundowns in una partita spettacolare (4-3) e il Monterrey agli ottavi (2-1).
Il loro cammino si è interrotto solo ai quarti di finale contro il Real Madrid, in una partita combattuta e conclusasi 3-2. Nonostante l’eliminazione, il Borussia Dortmund ha lasciato un’impressione molto positiva, con una squadra che ha saputo esprimere il suo potenziale e giocarsela fino all’ultimo contro una delle favorite.
Flamengo – Voto: 7
Onore e orgoglio carioca.
Chi si aspettava un crollo è stato smentito. Il Flamengo ha disputato un torneo di alto livello, riuscendo a battere il Chelsea (futuro campione) nel girone, mostrando personalità, ritmo e una sorprendente organizzazione tattica. L’eliminazione agli ottavi contro il Bayern Monaco è arrivata solo dopo una gara combattuta fino all’ultimo minuto, in cui i brasiliani hanno venduto cara la pelle.
Il Flamengo ha portato il Sudamerica a testa alta, confermandosi come il club più europeo del continente: intensità, costruzione dal basso e un’identità di gioco chiara. Non basta per andare oltre, ma il messaggio è chiaro: il divario si sta riducendo.
Real Madrid – Voto: 6
Periodo di adattamento.
Con Xabi Alonso in panchina, il Real Madrid apre un nuovo ciclo tecnico puntando su gioco posizionale e pressing strutturato. La squadra ha mostrato momenti di buon calcio e un’identità in costruzione, ma la pesante sconfitta per 4-0 in semifinale contro il PSG ha evidenziato fragilità ancora irrisolte, soprattutto a livello difensivo e mentale.
Il percorso resta dignitoso, ma non è all’altezza delle ambizioni e della storia del club. Il progetto tecnico è appena iniziato, e il Mondiale per Club ha rappresentato più un banco di prova che una vera occasione di gloria.
C’è materiale su cui lavorare, ma serve tempo e pazienza.
Al Ahly – Voto: 6,5
Ultimi, ma mai ridimensionati.
Escono ultimi dal girone, è vero, ma con l’onore delle armi. Fermano l’Inter Miami di Messi, strappano un incredibile 4-4 al Porto e mostrano personalità in ogni uscita. Non è bastato per passare il turno, ma l’Al Ahly ha confermato di essere una realtà capace di giocarsela anche con squadre dal tasso tecnico superiore.
Fase difensiva a tratti caotica, ma spirito battagliero e qualità nella metà campo avversaria. Una squadra che non ha mai rinunciato a giocare, portando colore, tifo e orgoglio africano nel torneo.
Una piccola impresa nella grande vetrina.
Al Hilal – Voto 6,5
Progetto ambizioso, ma ancora incompleto.
Qualche buona prestazione, gioco discontinuo. A tratti brillanti, a tratti caotici. Eliminazione ai quarti con onore, ma senza mai dare l’idea di poter competere per il titolo. Serve coesione, non solo nomi.
Wydad Casablanca – Voto 6
Ultimi nel girone, ma a testa alta.
Grinta, cuore, tifo spettacolare. Nonostante l’eliminazione al primo turno, riescono a mettere in difficoltà avversari più quotati. Le prestazioni non portano punti, ma mostrano una squadra combattiva e ben preparata. Il Marocco conferma la sua crescita come polo calcistico africano.
Peccato per la poca incisività offensiva, ma il bilancio resta onorevole.
Bayern Monaco – Voto 6,5
Solidità con riserva.
Il Bayern Monaco ha superato con una solida fase a gironi, mostrando la consueta organizzazione tattica. Tuttavia, la loro corsa è stata inaspettatamente interrotta ai quarti di finale.
La squadra è apparsa ben messa in campo, ma a tratti troppo meccanica e prevedibile, non riuscendo a esprimere la fluidità e la brillantezza che l’hanno contraddistinta in passato.
Questa eliminazione anticipata evidenzia una fase di involuzione che il club sta attraversando a livello europeo, suggerendo che c’è ancora del lavoro da fare per ritrovare la piena forma e competitività.
Inter – Voto: 6
Delusione a metà.
L’Inter ha superato il proprio girone da prima classificata, mostrando la consueta solidità e organizzazione tattica. Tuttavia, l’eliminazione agli ottavi contro il Fluminense rappresenta una mezza delusione per le ambizioni del club.
Nonostante una squadra tosta e ben messa in campo, l’Inter è apparsa poco brillante nella manovra, a tratti scolastica. La difesa si è dimostrata esperta e affidabile, ma in attacco la squadra non ha sempre trovato la giusta incisività.
Le note liete del torneo sono state le prestazioni promettenti dei giovani Pio Esposito, Sucic e Valentín Carboni, che hanno mostrato sprazzi di grande qualità e potenziale. Il solito Lautaro Martinez si è confermato protagonista, garantendo gol e leadership.
Juventus – Voto: 6
Approccio giusto, tenuta da rivedere.
La Juventus ha iniziato il Mondiale per Club con un buon approccio, superando la fase a gironi con prestazioni convincenti. Tuttavia, il loro percorso si è interrotto agli ottavi di finale contro il Real Madrid, un’eliminazione che, seppur a testa alta, ha evidenziato le fragilità della squadra.
La difesa si è dimostrata granitica e all’altezza delle aspettative, ma il gioco nel complesso è apparso troppo rigido e prevedibile.
Benfica – Voto: 6,5
Distrutti, ma a testa altissima.
Il Benfica ha confermato le aspettative, presentandosi al Mondiale per Club come una delle più belle realtà non-top del panorama calcistico. La squadra ha mostrato un’ottima organizzazione e una spiccata propensione offensiva, superando la fase a gironi con un gioco propositivo e di qualità.
Nonostante la sconfitta per 4-1 ai supplementari, maturata dopo una partita estenuante e ricca di colpi di scena, il Benfica ha mostrato grande personalità e qualità, non sfigurando affatto contro una delle potenze europee.
Questa eliminazione, seppur amara, non intacca il giudizio su un club che continua a crescere bene, con un progetto solido e giocatori capaci di esprimersi ad alti livelli.
FC Porto – Voto: 6
Ordine e intensità, ma senza guizzi.
Cammino simile a quello di Benfica, ma meno brillante. Ordine tattico, intensità, ma difficoltà a incidere negli ultimi metri. Competitivi, ma con limiti strutturali.
Palmeiras – Voto: 7
Un torneo da protagonisti.
Il Palmeiras ha disputato un torneo dignitosissimo, confermando il proprio status di una delle migliori squadre sudamericane.
La loro corsa si è fermata in semifinale contro il Chelsea, un’eliminazione che, pur non portando alla finale, è avvenuta dopo aver mostrato grande carattere e qualità.
A differenza di quanto ci si potesse aspettare da un’uscita in semifinale, il Palmeiras è apparso solido, organizzato e determinato, mai confuso.
Sono stati incisivi e hanno dimostrato di poter puntare in alto, competendo alla pari con avversari di calibro mondiale. Le loro prestazioni li hanno resi protagonisti, non solo partecipanti, e la loro eliminazione non è stata una delusione, bensì il coronamento di un percorso più che onorevole.
Hanno lasciato il segno, dimostrando il valore del calcio brasiliano in questa importante vetrina internazionale.
Botafogo – Voto: 6
Determinati e combattivi.
Il Botafogo, pur non partendo tra le favorite, ha messo insieme un torneo dignitoso al Mondiale per Club. Hanno concluso al secondo posto nel loro girone, superando l’Atletico Madrid e mostrando un’organizzazione tattica apprezzabile.
La squadra ha evidenziato ordine, un gioco rapido e una discreta intensità, ma non è bastato per superare l’ostacolo degli ottavi di finale, dove sono stati eliminati dal Palmeiras.
Hanno lasciato il segno come una squadra capace di giocarsela, anche se con limiti evidenti nel confronto con avversari di livello superiore.
River Plate – Voto: 6
Battaglieri, ma con limiti evidenti.
Il River Plate ha concluso il suo percorso al Mondiale per Club nella fase a gironi, confermando le aspettative di una squadra organizzata e battagliera.
I biancorossi hanno mostrato il loro solito spirito combattivo, ma hanno faticato nel confronto diretto con le squadre europee.
Nonostante il blasone di squadra storica, il divario tecnico si è fatto sentire, impedendo loro di superare il turno.
L’eliminazione, avvenuta già nella fase a gironi, era in qualche modo prevedibile dato il livello degli avversari. Il River Plate ha onorato la competizione, ma ha evidenziato la difficoltà delle squadre sudamericane nel reggere il passo con le potenze calcistiche del Vecchio Continente.
Boca Juniors – Voto: 5,5
Cuore sì, ma senza identità.
Il Boca Juniors ha concluso il suo percorso al Mondiale per Club nella fase a gironi, pagando la difficoltà di un raggruppamento particolarmente competitivo.
La squadra argentina ha mostrato poca brillantezza e ha spesso peccato di caos tattico, faticando a trovare una chiara identità di gioco.
Nonostante l’immancabile orgoglio che contraddistingue il Boca, non è bastato per superare il turno. Sebbene la passione e la grinta siano state evidenti, la mancanza di una strategia definita e di un gioco fluido ha impedito loro di competere efficacemente.
Il Boca ha il cuore per affrontare le sfide, ma in questa edizione del Mondiale per Club, non ha avuto il gioco necessario per andare lontano.
CF Monterrey – Voto: 6,5
La sorpresa del girone.
Il CF Monterrey ha rappresentato una delle sorprese del torneo, riuscendo a superare il proprio girone contro ogni pronostico. Le loro prestazioni sono state a tratti altalenanti, mostrando qualche buona idea nel gioco, ma anche una certa poca incisività negli ultimi metri.
Nonostante queste discontinuità, la loro organizzazione tattica li ha salvati, permettendo loro di spuntarla in un girone equilibrato.
CF Pachuca – Voto 5,5
Possesso sterile, poca incisività.
Il CF Pachuca ha chiuso il suo percorso nel Mondiale per Club all’ultimo posto del proprio girone, con un bilancio di soli due gol realizzati.
La squadra messicana ha mostrato una certa predilezione per il possesso palla, ma a questo non è corrisposta una reale sostanza offensiva.
Il magro bottino di reti nel girone è stato insufficiente per ambire a qualcosa di più. Sebbene l’esperienza possa essere stata utile per il club, la strada da percorrere è ancora lunga per poter competere a certi livelli.
Il Pachuca ha evidenziato la necessità di trasformare il controllo del gioco in concretezza, altrimenti il rischio è di rimanere una squadra che gira a vuoto.
Fluminense – Voto: 7,5
Protagonisti fino all’ultimo.
Il Fluminense ha disputato un ottimo torneo, affermandosi come una delle squadre più interessanti e tecnicamente dotate della competizione.
La loro corsa è arrivata fino alla semifinale, dove hanno affrontato il Chelsea in una partita combattuta e conclusasi con una sconfitta.
Nonostante l’eliminazione, il “Flu” ha mostrato un gioco tecnico e ben organizzato, con una squadra capace di mettere in difficoltà avversari di calibro mondiale.
L’aver raggiunto la semifinale, e non essere usciti ai gironi per la differenza reti come precedentemente indicato, dimostra la loro concretezza e la capacità di trasformare il bel gioco in risultati.
Hanno incantato per la loro proposta calcistica, unendo spettacolo e sostanza, e hanno sicuramente lasciato un’ottima impressione, confermando il valore del calcio brasiliano sul palcoscenico internazionale.
Inter Miami – Voto: 5
Troppe aspettative, poca sostanza.
L’Inter Miami, molto attesa e seguita per la presenza di grandi nomi, ha deluso le aspettative al Mondiale per Club, uscendo malamente agli ottavi di finale per mano del PSG. Questo risultato è decisamente mediocre per una squadra con tali ambizioni.
Nonostante alcuni buoni tratti offensivi, l’Inter Miami ha mostrato evidenti lacune sul piano collettivo, faticando a trovare una vera identità di squadra.
La sensazione è che l’ensemble di talenti non si sia ancora tradotto in un gruppo coeso e vincente. Devono decisamente crescere sul piano collettivo se vogliono competere ai massimi livelli, perché il carisma dei singoli non è bastato a nascondere le fragilità strutturali.
Los Angeles FC – Voto: 5
Un torneo in sordina.
Il Los Angeles FC ha concluso la sua avventura al Mondiale per Club all’ultimo posto nel proprio girone, con un percorso che non ha lasciato il segno.
La squadra ha mostrato un approccio timido fin dall’inizio della competizione, apparendo spesso poco fluida nelle manovre.
Nonostante l’impegno, i campioni della MLS non sono mai riusciti a prendere il controllo delle partite, subendo l’iniziativa degli avversari e faticando a imporre il proprio gioco.
L’eliminazione nella fase a gironi è risultata inevitabile e ha evidenziato la distanza che ancora li separa dalle migliori realtà calcistiche internazionali. Un’esperienza da cui imparare, ma che ha mostrato i limiti attuali della squadra.
Seattle Sounders – Voto: 5
Delusione a domicilio.
I Seattle Sounders hanno chiuso il loro girone al Mondiale per Club a zero punti, un risultato che rappresenta una chiara delusione casalinga per il club e i suoi appassionati tifosi, noti per il loro calore.
Nonostante il supporto del pubblico, la squadra si è dimostrata poco competitiva, subendo troppo in fase difensiva e producendo troppo poco in attacco.
Le prestazioni hanno evidenziato che gli Stati Uniti, a livello di club, devono ancora crescere tanto per poter competere con le potenze calcistiche globali. Un’esperienza amara, che sottolinea la necessità di un ulteriore sviluppo per la MLS.
Al Ain – Voto: 5,5
Volenterosi, ma il divario è troppo grande.
L’Al Ain ha concluso il suo percorso al Mondiale per Club al terzo posto nel proprio girone, un piazzamento che riflette il troppo grande divario con colossi come Manchester City e Juventus.
La squadra ha mostrato grande volontà, ma si è rivelata fragile nel reggere l’intensità e la qualità degli avversari.
Nonostante alcuni sprazzi di buon gioco, è mancato il passo per competere realmente contro le squadre top. L’Al Ain ha fatto tanta fatica a mantenere un livello elevato per l’intera durata delle partite.
Un’esperienza utile per la crescita, ma che li vede rimandati per quanto riguarda la capacità di confrontarsi con l’élite del calcio mondiale.
Red Bull Salisburgo – Voto: 5,5
Intensità e idee, ma manca la continuità.
Il Red Bull Salisburgo ha iniziato il torneo con un’ottima fase a gironi, mostrando subito la sua impronta fatta di intensità, idee chiare e un ritmo elevato.
Nonostante non siano riusciti a superare gli ottavi di finale, il loro percorso è stato quello di protagonisti per la qualità del gioco espresso.
La squadra, composta da molti giovani talenti, ha dimostrato di essere già competitiva a livello internazionale, riuscendo a mettere in difficoltà anche avversari più quotati.
Tuttavia, la mancanza di continuità nelle prestazioni è stata la loro pecca maggiore, impedendo loro di andare oltre. Il Salisburgo ha comunque confermato il valore del suo progetto, basato sulla crescita dei giovani e su una proposta calcistica moderna e aggressiva.
Ulsan Hyundai – Voto: 6
Divario evidente.
L’Ulsan Hyundai ha concluso la sua avventura nel Mondiale per Club con l’eliminazione nella fase a gironi, evidenziando un divario troppo grande rispetto alle altre squadre del raggruppamento.
Nonostante una discreta organizzazione tattica, la squadra ha mostrato poco peso offensivo, faticando a creare pericoli concreti.
Sono usciti dalla competizione senza mai lasciare un segno significativo, confermando l’impressione che il calcio sudcoreano, a livello di club, sia ancora troppo scolastico nel gioco.
Sebbene ci sia impegno e disciplina, manca quella fantasia e imprevedibilità necessarie per competere ai massimi livelli internazionali. L’esperienza è servita a misurare la distanza che ancora li separa dall’élite.
Urawa Red Diamonds – Voto: 6
Ordine e dignità, ma il divario è netto.
Gli Urawa Red Diamonds hanno concluso il loro percorso nel Mondiale per Club nella fase a gironi, fronteggiando un divario troppo grande rispetto alle altre squadre del raggruppamento.
Nonostante l’eliminazione, hanno lasciato un’impressione positiva grazie a una difesa solida e un gioco ordinato.
La squadra giapponese ha mostrato disciplina tattica, ma ha peccato di verticalità, faticando a impensierire le difese avversarie con azioni incisive.
Hanno comunque mantenuto un atteggiamento dignitoso in tutte le partite, dimostrando che il calcio giapponese può contare su basi solide, pur dovendo ancora colmare il gap tecnico e fisico con le grandi potenze calcistiche globali.
Espérance Tunis – Voto: 6
Vendono cara la pelle, ma non basta.
L’Espérance Tunis ha onorato il suo Mondiale per Club, mostrando un encomiabile spirito battagliero in ogni partita. Hanno “venduto cara la pelle” agli avversari, rendendo la vita difficile a chiunque li abbia affrontati.
Tuttavia, il loro gioco limitato ha evidenziato che il solo cuore non è sufficiente a questi livelli.
La squadra ha faticato a proporre idee concrete e a mantenere un ritmo di gioco elevato, palesando un gap ancora evidente con le migliori formazioni internazionali.
Nonostante l’impegno e la grinta, l’Espérance Tunis ha mostrato la necessità di un’evoluzione tattica e di un maggiore spessore tecnico per poter competere con successo nelle competizioni globali.
Mamelodi Sundowns – Voto: 6,5
Un girone dignitoso, un progetto da valorizzare.
Il Mamelodi Sundowns ha disputato un girone dignitosissimo al Mondiale per Club, mostrando una volta di più il valore del calcio africano.
La squadra ha evidenziato un’ottima mentalità e una buona organizzazione tattica, riuscendo a competere con avversari di calibro superiore.
Pur uscendo con onore dalla competizione, i Sundowns si sono confermati come una delle squadre africane più moderne, capaci di proporre un calcio propositivo e ben strutturato.
La loro partecipazione ha sottolineato l’importanza di valorizzare il progetto di questo club, che sta contribuendo in modo significativo alla crescita del calcio nel continente.
Una prestazione che, sebbene non abbia portato al passaggio del turno, lascia ben sperare per il futuro.
Auckland City FC – Voto: 6
L’onore di esserci.
L’Auckland City FC ha partecipato al Mondiale per Club con l’onore di rappresentare l’Oceania, ma la loro avventura si è conclusa come prevedibile.
Hanno dimostrato spirito sportivo e impegno, ma il divario tecnico e fisico con le altre squadre, anche quelle non europee, è apparso troppo evidente.
Nonostante la buona volontà, il club neozelandese ha faticato a costruire azioni significative e a contenere gli avversari, chiudendo il torneo senza lasciare un’impronta significativa sul piano del gioco o dei risultati.
Per l’Auckland, il Mondiale per Club rimane più un’esperienza formativa e un’opportunità per misurarsi con realtà diverse, che una vera e propria occasione per competere per le posizioni che contano.
Atlético Madrid – Voto: 4,5
La vera delusione.
L’Atlético Madrid è stata, senza dubbio, la vera delusione di questo Mondiale per Club. Le aspettative erano alte per la squadra di Simeone, ma il loro percorso si è concluso prematuramente, ben al di sotto delle previsioni.
La squadra ha mostrato una sorprendente poca incisività e una mancanza di intensità che contraddistingue solitamente la loro identità.
L’eliminazione ai gironi è stata un duro colpo, evidenziando una difficoltà nel trovare la giusta motivazione e brillantezza in un contesto che, sulla carta, li vedeva favoriti.
L’Atlético non è mai riuscito a imporre il proprio gioco e ha peccato in ogni reparto, lasciando un’impressione di svogliatezza e incapacità di adattamento. Un torneo da dimenticare per i Colchoneros.
Foto: X, @Chelsea