Assorbito il doloroso ed inaspettato annuncio del patron, la Lazio si affida a Maurizio Sarri per tentare di dare un senso a questa annata.
Da ormai moltissimi anni, Roma, da ambo le parti, è considerata una piazza molto calda e, per questo, di complicatissima gestione da parte sia di presidenti e dirigenti che, soprattutto, dei vari allenatori, chiamati ad accontentare la brama di gloria che anima le due tifoserie della Capitale.
Secondo il parere di chi scrive, dunque, che il popolo laziale, che lamenta ormai da anni la poca disponibilità economica del proprio presidente, non sia sceso in piazza, alla maniera medioevale, con torce e forconi, per protestare contro il tremendo annuncio rilasciato proprio da Lotito riguardo all’imminente calciomercato, è un autentico miracolo.
Il patron della Lazio, infatti, ha sentenziato che, a causa del mancato rispetto di alcuni paletti imposti dalla UEFA a livello economico, al suo club non sarà consentito effettuare alcun acquisto, costringendo, di conseguenza, Maurizio Sarri a doversi arrangiare con i calciatori già a sua disposizione.
Un annuncio sconcertante, che ha concluso anzitempo quella che i tifosi biancocelesti speravano poter essere una sessione di mercato di rifondazione dopo l’altalenante stagione appena vissuta, avara di trofei così come di un piazzamento valido alla qualificazione ad una delle tre coppe europee.
Il tecnico toscano, dunque, non ha altra scelta: per provare a riportare la Lazio dove merita, dovrà necessariamente ricavare il miglior rendimento possibile dai giocatori che si trova ad allenare, facendo in modo che essi si stringano a coorte e trovino la quadra giusta per tentare di sopperire alla chiusura del mercato in entrata.
Le prime pietre
Qualunque buon architetto o muratore sa perfettamente che, per costruire una casa solida, è assolutamente necessario partire dalle fondamenta, assicurandosi che esse siano forti abbastanza da sorreggere il peso dell’intera costruzione.
Allo stesso modo, Maurizio Sarri, da sempre molto ancorato al suo corale stile di gioco offensivo, è sicuro al cento per cento che, per tentare di compiere l’impresa che lo aspetta, dovrà senza dubbio iniziare ad assemblare da delle basi, in termini di calciatori, più che certe, su cui poter fare affidamento ad occhi chiusi.
Non è un caso, di conseguenza, che il tecnico di Figline abbia già espresso il suo grande apprezzamento nei confronti di Rovella, già elevato a perno del suo futuro centrocampo, all’interno di cui andrà presumibilmente a piazzarsi in cabina di regia, mantenendo la posizione centrale.
Al suo fianco, se davvero l’ex tecnico di Juve e Napoli vorrà mantenere il 4-3-3 più volte adoperato durante l’intera carriera, si muoveranno, con ogni probabilità, Guendouzi e Dele-Bashiru, due centrocampisti dalla grande fisicità, in grado di compiere egregiamente le due fasi.
Ovviamente, tutto dipenderà dalla loro permanenza alla Lazio, ma, nel caso in cui essa dovesse confermarsi, il francese e l’anglo-nigeriano diverranno di sicuro altri due perni della mediana biancoceleste.
Davanti, poi, Castellanos e Zaccagni appaiono abbastanza tranquilli della loro titolarità pressoché assoluta, così come, d’altro canto, anche il leader difensivo Romagnoli, dimostratosi, nell’ultima stagione, un marcatore tra i migliori dell’intera Serie A, capace di reggere alla grande il confronto con tutti gli attaccanti affrontati.
I dubbi della nuova Lazio
Posti i calciatori sopracitati come fondamentali per la Lazio della prossima stagione, Maurizio dovrà iniziare a ragionare sugli altri componenti della rosa, riflettendo con attenzione riguardo al ruolo che potrà affidargli o meno.
Come nel caso di Guendouzi e Dele-Bashiru, molti calciatori sono da valutare a causa della possibilità di trasferimento che incombe sul loro nome e, di conseguenza, è molto difficile, ad oggi, immaginare cosa sceglieranno di fare, vista anche la difficile situazione societaria che affligge la Lazio.
Gila e Tavares, su tutti, al momento rappresentano due grandi punti interrogativi, su cui, in attesa di comprendere se Lotito manterrà la promessa di tenerli, Sarri non può fare grande affidamento, sebbene si siano dimostrati due calciatori molto importanti nell’ultima annata.
Anche Pedro, nonostante il grande rendimento offerto, è un’altra domanda dalla difficile risposta a causa dell’ormai veneranda età, che non lascia molto spazio alla fantasia.
Isaksen e Dia sono altri due attaccanti, poi, su cui Maurizio dovrà prendere una decisione, importante tanto quanto quella riguardante il ballottaggio fra Provedel e Mandas, che rischia di infiammare il reparto portieri della Lazio.
Insomma, il tecnico toscano avrà un gran daffare per cercare di sbrogliare questa matassa biancoceleste, la quale, probabilmente, potrebbe davvero davvero rappresentare la più complessa sfida della sua carriera.
Foto: facebook SS Lazio.